Massimo Scaligero: differenze tra le versioni

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Aspetti filosofici: non basta mettere due opere a casaccio dei due autori per fontare una frase come questa
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{{senza fonte|Il primato gnoseológico ed ontologico attribuito alla coscienza pensante da Gentile, diviene in Scaligero, in senso esoterico e non più filosofico, il primato dell’Io come soggetto capace di pensare l’assoluto e di realizzarlo in sé. - Giovanni Gentile, ''L'atto del pensare come atto puro'' (1912)- M.Scaligero, ''Trattato del pensiero vivente,'' (1961)}}
 
L'attenzione rivolta da Scaligero a [[Giovanni Gentile]] era semmai dovuta al fatto che «in verità l'entusiasmo, o il contenuto poetico, dell'attualismo non era tanto il pensiero, quanto ciò che esso rivestiva: la mirabile ricchezza del sentire del suo fondatore: l'ultimo filosofo europeo».<ref>Massimo Scaligero, ''[https://www.massimoscaligero.net/wp-content/uploads/2016/09/MASSIMO_SCALIGERO_LA_LUCE.pdf La Luce. Introduzione all'immaginazione creatrice]'' (1964), pag. 82, Milano, Edilibri, 2005.</ref>
Scaligero nutrì grande interesse e ammirazione anche per la filosofia di [[Antonio Rosmini]]. In occasione del primo centenario della morte del filosofo trentino, nel 1955 redasse un articolo pubblicato da numerosi quotidiani e periodici italiani, dal titolo ''Potenza e modernità del pensiero rosminiano'', ove tra le altre cose scriveva:{{citazione|La grandezza di Rosmini consiste nell'aver ritrovato le fonti spirituali del pensare e perciò nell'aver restituito all'uomo la fiducia nella libertà interiore, nella capacità di ricongiungersi mediante un retto pensare con la verità eterna.|Massimo Scaligero, cit. in Giancarlo Roggero, ''Antonio Rosmini e la fedeltà micheliana del nostro tempo'', Estrella de Oriente, pag. 131}}