Parco Rignon: differenze tra le versioni

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== Storia ==
[[File:villaamoretti.jpg|thumb|Villa Amoretti.]]
Nel [[1650]], l'area Rignon erarisultava ancora una semplice cascina rurale, quando l'acquistò tal Don Giambattista Amoretti, un giovane pretesacerdote ligure originario di [[Oneglia]], divenutoda poipoco divenuto elemosiniere e diplomatico presso la corte ducale. Entrato nelle grazie del marchese [[Filippo San Martino di Agliè]], di [[Cristina di Borbone-Francia|Madama Cristina di Francia]] e di [[Carlo Emanuele II di Savoia]], il giovane prete, dotato di spiccata diplomazia e senso degli affari, sia a [[Torino]] che in [[Francia]], fu altresì nominato abate di corte.<ref>http://www.comune.torino.it/cultura/biblioteche/sedi_orari/amoretti.shtml</ref>. Oltre la Casina Amoretti, fu nominato amministratore dell'[[Abbazia]] di Casanova di [[Carmagnola]], nonché dell'[[Abbazia di Abondance]] in [[Alta Savoia]], entrambe appartenenti all'[[Ordine Cistercense]].
. La villa al centro fu edificata da suo nipote Giambattista di [[Osasio]]. Carlo, ultimo marchese di [[Osasio]], ebbe una sola figlia, che morì nel [[1807]] lasciando la villa in eredità ai Guasco di Castelletto, famiglia della madre, e infine passò ai Provana di [[Collegno]]. Pochi anni dopo, nel [[1833]], la villa fu acquistata dal conte Paolo Luigi Rignon, quindi passò al conte Vittorio Rignon nel [[1899]], anno della prima ristrutturazione: fece abbattere i rustici a lato della villa, ingrandire il parco e costruire le nuove scuderie con l'arancera<ref>{{cita|Santa Rita|pp. 53-56}}.</ref>. Nel [[1912]] il suo discendente, [[Felice Rignon]], già [[sindaci di Torino|sindaco di Torino]] e senatore del [[Regno d'Italia]], la donò al Comune<ref>http://www.comune.torino.it/verdepubblico/patrimonioverde/parchi-giardini/rignon/rignon.shtml, URL consultata il 22-10-2011</ref>. Nel [[1970]] il Comune acquistò anche il terreno circostante, per erigere il parco attuale. La villa fu ulteriormente ristrutturata nel [[2001]] con l'aggiunta di un nuovo spazio bibliotecario sul retro nel [[2004]].
 
Fino alla sua morte, avvenuta nel [[1686]], l'abate finanziò i lavori di ristrutturazione della cascina, elevandola a "commenda", con pianta a "L". Come accadde per alcuni suoi nipoti, Lorenzo Giovanni Batta Amoretti Conte d’Envie e Benedetto Amoretti, anche questa proprietà finì in eredità, questa volta ad terzo nipote, tal Carlo Giacinto Amoretti, che finanziò un ulteriore ristrutturazione dell'area dopo l'[[Assedio di Torino]] del [[1706]]. Carlo Giacinto, nel frattempo divenuto marchese di [[Osasio]], ebbe un primogenito, Giuseppe Antonio Amoretti, che però morì prematuramente, e alla proprietà quindi subentrò il secondogenito, il marchese Giambattista Amoretti di [[Osasio]].
Inizialmente, fu parco privato della famiglia [[Provana|Provana di Collegno]], ultimi proprietari della ''Villa Amoretti'', presente al suo interno, attualmente di proprietà della città di [[Torino]] e sede di una biblioteca civica.<br />
Si trovava al suo interno una cascina a corte chiusa, poi trasformata in commenda, di proprietà della famiglia Amoretti, originaria di [[Oneglia]]. Intorno al [[1760]] la commenda fu sostituita da una villa, costruita su progetto di [[Gian Giacomo Planteri|Plantery]].
 
===L'attuale Villa Amoretti===
Nel [[1760]], su volere del marchese Giambattista Amoretti [[Osasio]], partirono i lavori di costruzione dell'attuale Villa, situata al centro del parco, su dei progetti dell'architetto torinese [[Gian Giacomo Planteri|Plantery]], che già si era occupato di interventi urbanistici in città, e strutturata su di un piano rialzato con due scalinate centrali, quindi sormontata ancora da due ampi piani di residenza.
 
Il marchese Giambattista Amoretti ebbe un figlio, Carlo, che fu anche ultimo marchese di [[Osasio]], il quale ebbe a sua volta una sola figlia, la quale però morì presto nel [[1807]], lasciando quindi la villa in eredità ai Guasco di Castelletto, famiglia della madre. I Guasco, a loro volta, cedettero la villa nel [[1828]], comprensiva dei terreni circostanti ai Signori [[Provana|Provana di Collegno]], che a loro volta vendettero ai fratelli Conti Pietro Amedeo e Paolo Luigi ''Rignone'', o Rignon. Nel [[1899]], l'eredità passò al figlio di Paolo Luigi, il Conte Vittorio Rignon.
 
Fu quest'ultimo, il Conte Vittorio Rignon, che nel periodo [[1900]]-[[1910]] condusse importanti rimaneggiamenti; la villa fu totalmente ristrutturata, mentre il parco circostante fu totalmente ridisegnato e dotato di cinta con tre ingressi, uno principale sul Corso Orbassano, due laterali su Via Filadelfia e via Piscina. La commenda originaria fu totalmente demolita, per dar spazio alle scuderie e all'edificio semicircolare, progettato dall'ingegner [[Giovanni Chevalley]] e destinato ad aranciera, ancor oggi visibile sul lato nord, vicino all'ingresso di via Filadelfia<ref>https://mole24.it/2018/07/24/tesoro-nascosto-di-parco-rignon-a-torino-villa-amoretti/</ref><ref>{{cita|Santa Rita|pp. 53-56}}.</ref>.
 
Alla morte del Conte, suo figlio, [[Felice Rignon]], già [[sindaci di Torino|sindaco di Torino]] e [[Senato del Regno d'Italia|senatore del Regno]], donò la Villa, senza i terreni, al [[Comune di Torino]]<ref>http://www.comune.torino.it/verdepubblico/patrimonioverde/parchi-giardini/rignon/rignon.shtml, URL consultata il 22-10-2011</ref>. Nel [[1970]] il Comune di [[Torino]] riuscì ad acquistare anche i terreni circostanti, e ne prese la gestione come parco pubblico cittadino, mentre la villa fu adibita a Biblioteca Civica e spazio espositivo.
 
La stessa villa fu poi ulteriormente ristrutturata nel [[2001]], con sala riunioni sotterranea, e fu costruito un nuovo padiglione bibliotecario sul retro, nel [[2004]].
 
==Descrizione==