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'''TORRE MANGERI'''
 
Nei primi giorni sul [[1454]] la [[Repubblica di Venezia|Serenissima Repubblica di Venezia]] invase il territorio mantovano affidando il comando a ''Giovanni della Massa'', che forzo il blocco presidiato dai [[Gonzaga]] il 17 Gennaio [[1454]].
 
[[Casalmoro]], comune soggetto ad [[Asola (Italia)|Asola]], subì diversi danni con la distruzione del suo vecchio maniero edificato dai [[Gonzaga]] nel [[1419]], oltre alla demolizione delle torri e dei cascinali edificati dai [[Visconti]] lungo la confinale [[Fossa Magna]]: tra queste la ''rocca'' edificata dai [[Visconti]] nel [[1362]], usata come granaio e presidio doganale.
 
A ricordare questa partecipazione di resistenza e di fedeltà è lo stesso [[Doge (Venezia)|Doge]] [[Francesco Foscari]] nella sua Ducale del 15 Luglio [[1454]] inviata al ''Gran Consiglio dei 40 Nobili Asolani'', quando premiava anche la fedeltà dei [[Casalmoro|casalmoresi]] garantendo loro la ricostruzione della rocca con un presidio militare. Si concordava anche un governo locale con due deputati pubblici delegati, di rango nobile, che potessero partecipare anche al ''Gran Consiglio di Asola''.
 
Nel [[1458]] la [[Repubblica di Venezia]] decise di fortificare la città di [[Asola (Italia)|Asola]] per trasformarla in una grande e solida <nowiki>''fortezza di confino''</nowiki>, mentre i borghi a lei soggetti, ([[Casalpoglio]], [[Acquafredda]], [[Casalmoro]], [[Casaloldo]], [[Piubega]]), dovevano edificare nuove rocche per poter ospitare dei presidi militari permanenti.
 
Nel [[1461]] fu ricostruita la nuova rocca sul confine bresciano lungo la [[Fossa Magna]], che nasceva alle “Bocche”([[Carpenedolo]]) e questa sarà denominata dai casalmoresi ''“Casot”'' in forma dispregiativa, perché il presidio militare doveva vivere e bivaccare in tende sul prato e non alloggiato.
 
Questa rocca fortificata successivamente fu munita di un più ampio e profondo fossato perimetrale alimentato con le acque della [[Fossa Magna]] attraverso una chiusa "serradore", oltre a creare un piccolo ponte levatoio.
 
Attorno al [[1475]] si cercò di bonificare nuovo terreno nella golena del fiume [[Chiese (fiume)|Chiese]] che permetterà lo sviluppo dell’attuale centro abitato di [[Casalmoro]] sul lato Nord-Ovest della rocca, che si spostava per varie ragioni di sicurezza dall’isolato luogo dove stava la ''Pieve di S.Faustino e Giovita.''
 
Lo stemma che si trova sul cornicione della gronda ci dice che appartenga ai nobili ''Mangeri'', mentre si menziona un certo notaio e capitano ''Raphael de Bertucci'' (Bertuzzi) di ''Corte Bertuzzi'' ([[Castel Goffredo|Castelgoffredo]]) arrivato per ordine dei [[Gonzaga]] a seguito della nuova occupazione. Questo nobile capitano sarà poi incaricato di governare una seconda rocca posta lungo il Naviglio nei pressi di ''Corte Ca di Marco.''
 
Il 15 Ottobre [[1482]] i Gonzaga rioccuparono Casalmoro e l'intero territorio e fu posta in stato d'assedio la vicina città di Asola con la partecipazione ed il tradimento del Podestà bresciano Calzavaglia di Asola durante la notte de l 29 Ottobre [[1482]].
 
Furono riparati i danni della rocca mentre la ''Chiesa di S.Faustino'' fu privata dei suoi antichi benefici. In questo modo anche il comune di [[Casalmoro]] fu privato del suo presidio militare veneto che sostituiva il capitano ''Mangero'' con il suo fidato capitano ''Bertucci''.
 
I [[Gonzaga]] a spese della comunità fecero restaurare anche i ruderi del suo vecchio castello edificato nel [[1419]] trasformandolo in un cascinale per soggiornarvi durante il periodo della caccia, oltre che riprendersi la proprietà, creando nuovi edifici sul lato Sud-Est trovandosi nei pressi della nuova rocca.
 
Nel [[1543]] la rocca fu ceduta al deputato ''Adrian Mangeri'' che rimarrà stranamente presente con uno stemma nobiliare fino ai giorni nostri, mentre non è inserito nella Nobiltà Asolana e Lombarda negli inventari del [[1823]].
 
 
 
 
'''FOSSA MAGNA'''
 
DaiFu documenti,scavata lanel fossa[[1367]] Magna, fu scavata persu ordine del Ducaduca [[Bernabò Visconti]] di [[Milano]] nel 1367 per delimitare il suo confine col territorio bresciano, sfruttandonesfruttando delle sorgive[[Risorgiva|risorgive]] alle porte di [[Carpenedolo]].
 
Lo studioso don Spada di Carpenedolo nel suo studio pubblicò diversi inediti documenti.
 
Con questa fossa i Visconti volevano segnare i loro confini, e impedire l’improvviso assalto dei loro nemici, come l’esperienza aveva dimostrato nel triennio 1354- 1357, quando essi ebbero le sconfitte di Castiglione e quella di sanguinosissima di Montichiari.
 
La narrazione di Matteo Villani trova conferma in alcuni documenti dell’archivio Vescovile di Brescia. Esiste un atto del 21 Aprile1361 aprile che dice_ “… Rozia Magna” scavata nel territorio Cremonese, e altri due nel 12 e 13 Giugno 1373, che indicano questa Fossa già realizzata come linea di difesa del territorio Bresciano. Contro il Ducato di Milano troppo grande, si erano più volte collegati i principi italiani, e nell’anno 1373 per la settima volta essi stringevano come in una morsa da Oriente e da Occidente i territori di Bernabò r di Gian Galeazzo riuniti nella difesa. Bernabò avendo visto che le milizie di Amedeo VI di Savoia si erano spinte fino a Ghedi, voleva bloccare tra il fiume Oglio e le fortificazioni bresciane che si trovavano sulla linea della fossa bresciana. Bernabò, scriveva a Lodovico Gonzaga: “.. i nemici nostri si trovano oggi a Ghedi, terra bresciana, e domani i loro capi intendono passare la fossa di Brescia, ma noi qui abbiamo gente di presidio, pronti a operare il loro danno…”. Tre giorni dopo nuovamente al Gonzaga scriveva: “… Le genti nemiche si trovano a Leno, e le nostre sono a Montichiari, pronte a procurare loro gravi danni nel transito della fossa del territorio bresciano..” ( Luigi Osio. Doc. Dipl. ASMI. Vol.1 Milano 1864.)
 
Quindi, la fossa Magna di Bernabò era già esistente nel 1373.
 
Nasceva per uso strategico militare e possibile fonte di guadagno per le casse del Visconti verso coloro che volevano farne uso irriguo, o alimentare dei mulini con delle macine.
 
Nel 1507 il percorso di questa Fossa Regia viene descritto durante un processo con Comino Torelli fu Francesco di Lonato, ed ivi abitante, di anni 75 che dice: “….Quando nui di Lonato tolemo fora l’acqua della nostra Seriola per curarla, quelli di Carpenedolo sisemo, per questo ho inteso da loro, che el cala anche l’acqua della sua seriola…”. ( BS AS . Territorio mazzo 156, p.50 fasc. Montechiaro Carpenedolo. Diritti selle acque Fossa Magna). Questo testimonia che le acque della Fossa Magna arrivavano fino ad Asola passando per Montichiari, Carpenedolo Acquafredda e Casalmoro, da non confondersi con la Fossa Lonata, scavata più tardi sempre dal Bernabò. (Lonato Arc Com. perg. N.78 del 21 2 26 novembre 1364)
 
Il Mangini nella sua Storia Asola del 1722, ripresa integralmente dal Deputato Antonio Ricciardi del 1509, parla di questa Fossa Magna riferendosi a Bernabò Visconti aggiungendo: “…. Si levò dal Serraglio di Mantova col suo seguito e si venne ad accampare nell’Asolano da Casaloldo a Casalmoro ove le sue genti commisero tutte scelleratezze e infiniti danni et per renderla più forte Asola et anche per difendersi dalli suoi nemici, fece fare la Fossa Grande, che conduce l’acqua ad Asola et ora serve per li mulini da macinar grani e principiò a farla dal lago di Garda sin a Montichiaro, e da detto luogo sin a Carpenedolo et Acquafredda ed indi ad Asola e la fece sboccare ove hora sono le fosse della Rocca verso Porta Fuori ove nelle altre parti erano paludi, nelle quali si scaricavano le acque di detta fossa in specie dalla parte sud di Cidrea hora detta Cicognara per il che da quella parte fece forte la terra, atteso che con dette acque formava un gran lago, che si univa alle acque del Chiese verso occidente et con un taglio fatto all’opposta ripa, principiò un’altra gran fossa che ora è chiamata Fossa Reggia di ragione della Comunità tutto che possessa indebitamente da alcuni particolari confinanti e seguitò ….”.
 
Con la sudditanza dei Gonzaga verso la famiglia del Visconti nel 1380 negoziata dal segretario di corte di Ludovico Gonzaga il noto Bertolino Cappilupi che unì in matrimonio il quattordicenne Francesco Visconti con la tredicenne Agnese Gonzaga, il progetto fu interrotto e la fossa fu usata per uso irriguo.
 
L’intento iniziale, fu anche quello di alimentarlo con le acque del Lago di Garda, oltre a quello di abbassarne il livello del Mincio, per strategie militari volendo conquistare la penisola di Mantova.
 
Con questa fossa i [[Visconti]] volevano segnare i loro confini, e impedire l’improvviso assalto dei loro nemici, come l’esperienza aveva dimostrato nel triennio [[1354]]- [[1357]], quando essi ebbero le sconfitte di [[Castiglione edelle quellaStiviere|Castiglione]] di sanguinosissimae di [[Montichiari]].
Con l’ingresso della Repubblica Veneta sull’intero territorio che percorreva, porterà ad un contenzioso sulle proprietà da parte dei Comuni che l’attraversava.
 
L’intento iniziale, fu anche quello di alimentarloalimentarla con le acque del [[Lago di Garda,]] oltrein amodo quello dida abbassarne il livello del [[Mincio,]] per strategie militari, volendo conquistare la penisola di [[Mantova]].
Nell’anno 1462 il Comune di Carpenedolo frena il corso dell’acqua, perché finanziò la costruzione di un secondo mulino, (di mezzo) da impiantarsi all’estremo limite meridionale dell’abitato e vicino ad esso costruirà anche una successiva segheria, ancora presente.
 
Oltre all'uso strategico militare fu anche utilizzata per uso irriguo e per alimentare dei mulini.
Essendosi effettuato nella fossa un maggiore contributo di acque per la formazione della Seriola Lametta, le autorità municipali, fecero aprire il nuovo mulino due dugali. In questo modo si restrinsero il corso delle acque, che spesso non arrivavano anche nell’asolano. Su tali novità, protestarono gli Asolani, i quali per queste cause affermavano che la mancanza dell’acqua frenava l’attività dei mulini asolani e quindi la macina dei grani.
 
Il ''Mangini'' nella sua ''Storia di Asola'' del [[1722]], ripresa integralmente dal deputato ''Antonio Ricciardi'' nel [[1509]], parla di questa [[Fossa Magna]] riferendosi a [[Bernabò Visconti]] aggiungendo:
Tra i due Comuni naque una lite che si concluse con una transazione accordata solo nel 1463. La sua proprietà verrà stabilita con la costituzione di una Convenzione fra i Comuni il 27 Agosto 1463.
 
Il Mangini nella sua Storia Asola del 1722, ripresa integralmente dal Deputato Antonio Ricciardi del 1509, parla di questa Fossa Magna riferendosi a Bernabò Visconti aggiungendo: “…. Si''“Si levò dal Serraglio di Mantova col suo seguito e si venne ad accampare nell’Asolano da Casaloldo a Casalmoro ove le sue genti commisero tutte scelleratezze e infiniti danni et per renderla più forte Asola et anche per difendersi dalli suoi nemici, fece fare la Fossa Grande, che conduce l’acqua ad Asola et ora serve per li mulini da macinar grani e principiò a farla dal lago di Garda sin a Montichiaro, e da detto luogo sin a Carpenedolo et Acquafredda ed indi ad Asola e la fece sboccare ove hora sono le fosse della Rocca verso Porta Fuori ove nelle altre parti erano paludi, nelle quali si scaricavano le acque di detta fossa in specie dalla parte sud di Cidrea hora detta Cicognara per il che da quella parte fece forte la terra, atteso che con dette acque formava un gran lago, che si univa alle acque del Chiese verso occidente et con un taglio fatto all’opposta ripa, principiò un’altra gran fossa che ora è chiamata Fossa Reggia di ragione della Comunità tutto che possessa indebitamente da alcuni particolari confinanti e seguitò ….”seguitò”.''
Il canale irrigava terreni a Carpenedolo ed Acquafredda e successivamente terreni a Casalmoro ed Asola. I sindaci di Asola non. Giacomo Filippo Ravani, fu Federico e nob. Gio. Battista Amicati fu Amigano, con Antonio fu Domenico Bozzola, Antonio Lanfranchi e Stefano Boselli, sindaci di Carpenedolo, stabilirono i seguenti:
 
ConNel [[1380]], con la sudditanza dei [[Gonzaga]] verso la famiglia del [[Visconti]], nelnegoziata 1380da negoziata[[Bertolino dalCapilupi|Bertolino Cappilupi,]] segretario di corte di [[Ludovico I Gonzaga|Ludovico il noto Bertolino CappilupiGonzaga]], che unì in matrimonio il quattordicenne ''Francesco Visconti'' con la tredicenne ''Agnese Gonzaga,'' il progetto fu interrotto e la fossa fu usata per usoscopo irriguo.
Nel 1470 sarà estratto dal suo alveo, con una diga, altra acqua per alimentare la fossa fortificatrice della cinta muraria della Fortezza di Asola. Col trascorrere degli anni, il Canale diventato privato.
 
Nel [[1470]] sarà estrattoestratta dal suo alveo, contramite una diga, altra acqua per alimentare la fossa fortificatrice della cinta muraria della [[Fortezza di Asola.|Fortezza Coldi trascorrereAsola.]] degli anni, il Canale diventato privato.
Come dice il Mangini: “.. perché di profitto, utile e comodo a tutti anche quand’esso si fecero soltanto curare e nettare delle immondizie…” (lib.II° vol.III°)
 
LeNel sorgive[[1545]] della Fossa Magna, iniziano a Carpenedolo considerate sempre abbondanti, nel 1545si permetterà di allargarne il suo letto per renderlo diritto e navigabile colda traino di zattezattere trainate da buoi sulla riva, dopo aver fatto alcuni serratori nel 1568 per evitare l’urto dell’acqua nella fossa del mulino.
 
Nel 1750 Montichiari intercettò le acque provenienti da Lonato e il tratto della “Fossa Magna” di Carpenedolo fu, da allora, alimentato dalle sole sorgive sa partire dal fontanone di Sant’Apollonia. Ee da due affluenti (Seriola Lametta e Fontanone della Scala), che in precedenza formavano paludi a sud ed a estSud-Est del monte Rocchetta.
 
Poco prima che si immetta nel Chiese la Fossa Magna alimenta il Gambino maestro ovvero le antiche fognature della Fortezza di Asola. Le acque reflue di questo canale sotterraneo si disperdevano un tempo nei prati golenali asolani detti “prà de Gaàrd”, Oggi vanno a finire del depuratore….
 
Nel 1842 si costruì un ponte in cotto. (Besutti p.467) – (Archivio Comunale B.204)