Tolleranza zero: differenze tra le versioni
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{{Nota disambigua|il romanzo di [[Irvine Welsh]]|Tolleranza zero (romanzo)}}
L'espressione '''tolleranza zero''' indica un modello politico basato sull'applicazione particolarmente intransigente delle norme di pubblica sicurezza, applicato per la prima volta dall'ex sindaco di [[New York]], [[Rudolph Giuliani]].
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Durante l'applicazione di tale politica, si rilevò un aumento di [[manifestazioni]] non pacifiche nel quartiere [[Bronx]], da parte dei residenti [[afroamericani]], manifestazioni attuate su fondamenta inesistenti, con l'unico obiettivo di creare scompiglio tra le forze dell'ordine. Tale fenomeno si fermò solamente dopo pochi giorni dal suo inizio, dato che la missione "tolleranza zero" continuò senza problemi, più decisa e organizzata di prima{{Citazione necessaria}}.
A parte
===In Italia===
In Italia, l'espressione tolleranza zero è stata utilizzata in accezioni diverse, da diverse parti politiche, spesso perdendo ogni relazione con la teoria che ne è alla base formale: numerosi Governi hanno voluto interpretare questa politica varando diversi "pacchetti sicurezza" basati sul generico inasprimento delle sanzioni, dei divieti e delle pene detentive; alcuni sindaci<ref>L'ex sindaco di [[Salerno]] [[Vincenzo De Luca (1949)|Vincenzo De Luca]] ha cercato di attuare nella propria città, la politica della tolleranza zero. Anche a [[Treviso]] l'ex sindaco [[Giancarlo Gentilini]], soprannominato "Lo Sceriffo", ha attuato una politica di tolleranza zero.</ref> invece l'hanno intesa come una azione di repressione contro attività ritenute sgradevoli e/o indecorose come l'accattonaggio e la prostituzione. Tuttavia non essendo reati, la repressione verso queste attività è avvenuta per vie traverse, come ad esempio le multe agli automobilisti che si fermavano accanto alle prostitute; la [[Lega Nord]] ha applicato questa politica facendo approvare al Parlamento la [[Legge Bossi-Fini]] e successivamente il [[Immigrazione illegale|reato di clandestinità]], entrambi con l'obiettivo di contrastare l'immigrazione clandestina.
▲A parte questi esempi, tolleranza zero è diventato un modo di dire per manifestare la propria fermezza, in generale o in riferimento a una particolare categoria di trasgressioni come ad esempio nei confronti del fumo. La tolleranza zero viene tipicamente applicata dalle scuole, relativamente a certi ambiti quali la detenzione e l'utilizzo di droghe o di armi. Per esempio, uno studente trovato in possesso di droga o di armi in una scuola che applica la tolleranza-zero incorrerà immediatamente nella massima sanzione prevista. È chiaro che una tale politica richiede una normativa estremamente esplicita; una normativa confusa o generica potrebbe provocare altrimenti grosse conseguenze.
==Populismo penale==
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==Critiche==
La linea di politica criminale così designata contrasta con l'accezione dello [[Stato di diritto]] affermatasi nella civiltà occidentale, che la modula in relazione all'offesa inferta da chi viola la norma: in [[Francia]], ad esempio, il [[Consiglio di Stato]] ha sviluppato un controllo di proporzionalità delle misure amministrative che attentano alle libertà pubbliche, come avvenne per la libertà di riunione nella sentenza ''Benjamin'' del 1933. La [[Corte europea dei diritti dell’uomo]] non procede diversamente: essa considera che una misura non è legittima se non quando è strettamente necessaria; a volte essa parla, in proposito, di “bisogno sociale imperioso”, per cui esplica un controllo rigoroso sulle limitazioni portate alle libertà tutelate dalla CEDU<ref>Il ricorso alla forza da parte dello Stato deve, ad esempio, essere “rigorosamente proporzionato” allo scopo legittimo perseguito (v. McCann e altri c. Regno Unito del 27.9.1995); gli organi di Strasburgo hanno precisato che la proporzionalità deve essere valutata in funzione “della natura dello scopo perseguito, del pericolo per le vite umane e l’integrità fisica inerente alla situazione e dell’entità del rischio che la forza impiegata mieta vittime” (v. Díaz Ruano c. Spagna del 26.4.1994, Kathleen Stewart c. Regno Unito del 10.7.1984).</ref>.
* Nel libro ''Parola d'ordine: Tolleranza zero'', [[Loic Wacquant]] scrive che per averne la prova dell'inefficacia di questa politica, basta confrontare i dati di New York con quelli di San Diego: tra il 1993 e il 1996, la metropoli californiana può vantare una diminuzione della criminalità identica a quella di New York, avendo adottato tutt'altre politiche.▼
La [[Corte costituzionale]] italiana «ha progressivamente riconosciuto, anche in materia penale, il [[Principio di proporzionalità|principio di proporzione]] tra illecito e sanzione, quale ulteriore implicazione della ragionevolezza – o meglio, della “ragionevolezza intrinseca” – capace di spostare il sindacato sull'equilibrio interno alla fattispecie»<ref>[https://www.cortecostituzionale.it/documenti/convegni_seminari/PRINCIPI_COSTITUZIONALI_IN_MATERIA_PENALE.pdf ''PRINCIPI COSTITUZIONALI IN MATERIA PENALE (DIRITTO PENALE SOSTANZIALE)'', Quaderno predisposto in occasione dell'incontro trilaterale delle Corti costituzionali italiana, spagnola e portoghese, Madrid 13 – 15 ottobre 2011, p. 53].</ref>: infatti «il principio di uguaglianza (...) esige che la pena sia proporzionata al disvalore del fatto illecito commesso, in modo che il sistema sanzionatorio adempia, nel contempo, alla funzione di difesa sociale ed a quella di tutela delle posizioni individuali» (sentenza n. 409 del 1989).
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== Note ==
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