La terra desolata: differenze tra le versioni

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'''''La terra desolata''''' (''The Waste Land'') è un poemetto del 1922 di [[T. S. Eliot]]. È probabilmente l'opera più celebre del poeta anglo-americano, vissuto tra [[XIX secolo|Ottocento]] e [[XX secolo|Novecento]], ed è considerata uno dei capolavori della [[modernismo (letteratura)|poesia modernista]]. La prima pubblicazione, senza le note di Eliot, avvenne nell'ottobre [[1922]] sulla rivista ''The Criterion''; nel dicembre dello stesso anno fu pubblicata la prima versione in volume, la prima a includere le note del poeta.
 
La prima pubblicazione, senza le note di Eliot, avvenne nell'ottobre [[1922]] sulla rivista ''The Criterion''; nel dicembre dello stesso anno fu pubblicata la prima versione in volume, la prima a includere le note del poeta.
 
== Storia editoriale ==
=== Genesi ===
Eliot compose il poemetto tra il dicembre del [[1921]] ed il gennaio del [[1922]] mentre era con la moglie in Svizzera, a [[Losanna]], dove fu ricoverato per problemi di instabilità psichica, in seguito ad un forte esaurimento nervoso. Il poeta spedì il dattiloscritto all'amico e connazionale [[Ezra Pound]], che intervenne anch'egli sulla revisione del testo, tanto che Eliot gli dedicò il poemetto definendo Pound stesso "il miglior fabbro" (espressione presa da [[Dante Alighieri]], che chiamava così il poeta provenzale [[Arnaut Daniel]] nel canto XXVI del Purgatorio). Il lavoro di Pound sul testo fu soprattutto di riduzione: Ezra stesso la definì "operazione cesarea" perché si trattò essenzialmente di tagli che in un caso portarono all'eliminazione di decine e decine di versi (soprattutto nella sezione IV). La versione dattiloscritta era lunga quasi il doppio della versione pubblicata nel [[1922]]; tuttavia, la prima versione del poemetto è oggi disponibile (edizione Rizzoli curata da Alessandro Serpieri).
Il poeta spedì il dattiloscritto all'amico e connazionale [[Ezra Pound]], che intervenne anch'egli sulla revisione del testo, tanto che Eliot gli dedicò il poemetto definendo Pound stesso "il miglior fabbro" (espressione presa da [[Dante Alighieri]], che chiamava così il poeta provenzale [[Arnaut Daniel]] nel canto XXVI del Purgatorio). Il lavoro di Pound sul testo fu soprattutto di riduzione: Ezra stesso la definì "operazione cesarea" perché si trattò essenzialmente di tagli che in un caso portarono all'eliminazione di decine e decine di versi (soprattutto nella sezione IV). La versione dattiloscritta era lunga quasi il doppio della versione pubblicata nel [[1922]]; tuttavia, la prima versione del poemetto è oggi disponibile (edizione Rizzoli curata da Alessandro Serpieri).
 
=== Titolo ===
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== Contenuti ==
In effetti, in questo poemetto ci sono voci diverse di diverse persone che parlano talvolta lingue diverse: il primo titolo di una sezione introduttiva, divisa in due parti e soppressa per consiglio di Pound, era "He Do the Police In Different Voices", una frase di [[Charles Dickens]] (tratta dal suo romanzo ''Our Mutual Friend'') che significa "rifà la polizia con voci diverse", detto di un ragazzo che sapeva leggere in modo particolarmente vivace le notizie di cronaca nera sul quotidiano. Le diverse voci possono essere di personaggi (come Marie, la nobildonna lituana che parla per prima nel poemetto, o la coppia di sposi nella seconda sezione), oppure citazioni delle più disparate opere letterarie e artistiche in generale (nel poemetto si trovano versi di [[Dante Alighieri|Dante]], [[Charles Baudelaire|Baudelaire]], [[Publio Ovidio Nasone|Ovidio]] e numerosi altri poeti, ma anche brani del ''[[Tristano e Isotta (Wagneropera)|Tristano e Isotta]]'' di [[Richard Wagner]]). Tra le voci si distingue quella di Tiresia, che funge da [[alter ego]] del poeta, ma è al tempo stesso il personaggio ripreso dall'[[Eneide]] virgiliana: Tiresia, che tutto ha visto e tutto sa, funge in più punti da disincarnato e distaccato narratore.
 
Il poemetto è diviso in cinque movimenti, tanto che alcuni studiosi lo hanno paragonato a una sinfonia, o un quartetto per archi (la struttura in cinque parti torna non a caso nell'ultima grande opera poetica di Eliot, i [[Quattro quartetti]]).
 
L'epigrafe in apertura del poema doveva essere ''“The horror! The horror!”'' (''"L'orrore, l'orrore!"''), da ''[[Cuore di tenebra]]'' di [[Joseph Conrad]], ma [[Ezra Pound]], che non stimava affatto Conrad, dissuase il poeta: fu così che il [[poemetto]] si aprì con un frammento dal ''[[Satyricon]]'', in ogni caso assai adatto. La [[Sibilla]] di cui parla la citazione è naturalmente la profetessa greca che risiedeva a [[Cuma]], celebre per gli oracoli enigmatici. La sua aspirazione più profonda era quella di invecchiare senza mai morire: il dio [[Apollo]] esaudì il suo desiderio, ma la sua vita - secondo [[Petronio]] - divenne un'agonia di noia, poiché essa, rinsecchita e chiusa in un'ampolla, veniva tormentata da gruppi di ragazzi fastidiosi. Il testo di [[Petronio]] è formato da frasi in latino e in greco, il che allude alla mescolanza di lingue (di nuovo le ''"different voices"'' di Dickens) che attraversa il poemetto.
 
''“Il miglior fabbro”'' è un verso di Dante ([[Purgatorio (Divina Commedia)|Purgatorio]] XXVI, 117) che elogia la maestria del poeta provenzale [[Arnaut Daniel]]. Questa dedica all'amico Ezra Pound, poeta modernista egli stesso, fu aggiunta da Eliot nel [[1923]] come segno di gratitudine per l'aiuto nei tagli del poemetto stesso.
 
''The Waste Land'' è un prestito da [[Jessie Weston]], autrice di ''From ritual to romance'', opera a cui [[Thomas Stearns Eliot|Eliot]] deve molto, in cui l'antropologa analizza il vasto materiale su miti e leggende di età medioevale, in particolare sul [[Sacro Graal]] e il mazzo dei [[tarocchi]]. Nell'immaginario medioevale, la ricerca del Graal è la ricerca della verità da parte dell'uomo. I cavalieri avrebbero dovuto raggiungere la Cappella Pericolosa e lì rispondere esattamente alle domande concernenti la coppa e la lancia con cui era stato trafitto il fianco di [[Cristo]]. Uno dei cavalieri fu mandato dal Re Pescatore, l'impotente governante di un paese che era diventato sterile esso stesso. Tema, questo, ripreso molte volte nella letteratura, da [[Sofocle]] a [[Thomas Malory]] fino ad arrivare al ''[[Parsifal (opera)|Parsifal]]'' di [[Richard Wagner|Wagner]].
 
=== I. La sepoltura dei morti ===
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Segue un flashback che ci riporta al clima dell'[[Europa centrale]] intorno alla [[prima guerra mondiale]], con un chiaro riferimento alla [[Rivoluzione russa]] al verso 12. L'eleganza delle persone che frequentano i luoghi più alla moda dell'Europa rivela un'ansia comunicata grazie ai bruschi cambiamenti di sintassi.
 
Le allusioni all'[[Antico Testamento]] (v. 20: [[Ezechiele]] predica contro la malvagità degli Israeliti, v. 22: [[Dio]] dice ad Ezechiele che romperà gli idoli eretti da [[Israele]] a falsi dèi) offrono un parallelo tra la domanda di Ezechiele “Figliuol d'uomo, queste ossa possono vivere?” e quella del poeta che chiede al lettore “quali rami crescono su queste macerie?”, una domanda retorica, dato che quest'ultimo conosce soltanto “un mucchio di frante immagini, dove batte il sole, e l'albero secco non dà riparo, e il canto del grillo non dà ristoro”. L'appassionato ma condannato amore di [[Tristano e Isotta (mito)|Tristano ed Isotta]] è preso a modello universale, in modo da ridimensionare il moderno concetto di questo sentimento.
 
Alle citazioni da Wagner (in tedesco) segue un excursus ironico sulle figure profetiche personificate da Madame Sosostris, una chiromante dal nome che sembra una banale imitazione di qualche dea egiziana, nonostante le sue predizioni si rivelino vere. Qui Eliot ha l'opportunità di inserire un altro importante tema del poemetto, quello dei tarocchi e dei loro simboli. La Belladonna è un veleno, mentre la dama delle rocce rimanda alla Monna Lisa per la sua enigmaticità. Il mercante con un occhio solo si riferisce a Mr Eugenedes, oltre che alla figura del Jack.