Hailé Selassié: differenze tra le versioni
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Uno dei problemi emersi negli anni '20 era quello della scarsità di entrate certe per lo stato, unito alla debolezza della riserve di valuta straniera forte, per questo la tassazione venne più volte alzata, a un livello così elevato che creò anche alcune rivolte, ben domate però dal rinnovato esercito etiopico, e da un corpo di polizia occidentalizzato e addestrato da funzionari fatti venire apposta dalla Svizzera.
L'abolizione della schiavitù fu più volte tentata, e più volte rimandata, furono però abolite la tratta e la compravendita degli schiavi, promulgate norme per favorire il concetto di "ventre libero" (ovvero il figlio di uno schiavo non sarebbe stato schiavo) e per rendere conveniente la liberazione degli schiavi nel diritto ereditario. Il numero di schiavi si ridusse così lentamente, da circa 6-700.000 a quasi 500.000 nel 1932, in un processo graduale che avrebbe dovuto portare, nelle intenzioni dell'imperatore, alla completa soppressione di questa pratica entro il 1940. Come in tutte le opere di modernizzazione di Selassié si verificò anche in questo la sua abituale prudenza, volta a far uscire il suo paese dalla dimensione "medioevale" senza rotture o traumi, come invece faceva in quegli anni Ataturk, puntando di più sull'educazione e la modernizzazione delle coscienze, limitando gli interventi dall'alto al mantenimento di un rigido ordine pubblico ed alla soppressione delle rivolte
L'imperatore era famoso anche per il suo carattere tranquillo e paziente, per la sua capacità di gestire le congiure di corte in modo indolore, sopravvivendo a qualunque avversità, per l'amore verso la cultura, sia tradizionale che occidentale, la passione per i cani, le ottime capacità propagandistiche, l'attenzione verso la stampa e i media, il gusto per lo sfarzo del cerimoniale di corte (da lui reso più "occidentale").
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