L'Heure espagnole: differenze tra le versioni
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==Trama==
L'azione si svolge nel XVIII secolo a [[Toledo]].<br /> Nella bottega dell'orologiaio Torquemada giunge Ramiro, il mulattiere, che vuol far riparare l'orologio dello zio. Torquemada inizia a esaminare il meccanismo quando entra in scena sua moglie Concepcion e gli ricorda che deve andare a regolare gli orologi municipali della città. L'orologiaio parte per l'incarico e chiede al mulattiere di aspettarlo, cosa che indispettisce alquanto Concepcion che è in attesa dei suoi spasimanti. Per toglierselo di torno la donna gli chiede, come favore, di portare al piano superiore una pesante pendola. Sopraggiunge Gonzalve, uno degli amanti, che inizia a declamare versi insulsi di un ridicolo lirismo.<br /> Quando ritorna Ramiro la donna lo convince ad andare a riprendere la pendola per sostituirla con un'altra; appena il mulattiere si allontana Concepcion fa entrare lo spasimante nella pendola che dovrà essere portata nella sua camera. Arriva nel frattempo l'altro amante, il banchiere Don Iñigo Gomez, che, mentre la donna si allontana per un momento, si nasconde per burla nell'altra pendola. Concepcion prega ancora il buon Ramiro di riportare la pendola, troppo rumorosa per lei, nella bottega del marito e di portare l'altra nella stanza da letto.<br /> Quando il banchiere cerca di sorprendre l'amata uscendo dall'orologio, non riesce a causa della sua stazza e rimane incastrato. Il mulattiere, di buon grado, riporta anche questa pendola nella bottega ritenendola difettosa. Concepcion si è ormai stancata dei due amanti, l'uno intento a declamare versi senza senso, l'altro impacciato e si avvicina a Ramiro, conquistata dal suo carattere generoso e disponibile.<br /> Nel momento in cui ritorna Torquemada, Gonzalve esce in fretta dalla pendola e, per non destare sospetti, la acquista. L'altro, Don Iñigo, che essendo troppo grosso non riesce a uscire dall'altro orologio, viene tirato fuori a forza da Ramiro e, raccontando di essere entrato per esaminare il meccanismo, si mostra anch'egli interessato a comprarlo. <br /> Concepcion, rimasta senza pendola nella sua camera, si affiderà d'ora in poi, per conoscere l'ora, a Ramiro che passerà puntuale ogni mattina con la sua mula sotto il balcone.
==Analisi==
''L'Heure espagnole'' è una divertente parodia d'opera con personaggi caricaturali ben disegnati, dalla vivace Concepcion, sempre presa da una sorta di frenesia amorosa, a Gozalve, una macchietta, con i suoi gorgheggi senza senso, a Don Iñigo, banchiere grasso e pieno di boria ben sottolineato dal suono dei corni.<br /> La partitura, scritta con grande raffinatezza da Ravel, si basa su di un libretto ricco di sagaci doppi sensi e di rime divertenti, sempre però nei limiti del buon gusto. L'opera non è però scritta secondo tradizione con recitativi, arie, duetti; Ravel stesso disse che cercava, con questo lavoro, di rigenerare l'opera buffa italiana, ma certo non tradizionalmente; solo il quintetto finale, con i suoi vocalizzi, poteva rientrare nel repertorio consueto; lo spirito umoristico dell'opera era ottenuto non con una insolita accentuazione delle parole, ma con il carattere della melodia, dell'armonia e del ritmo <ref>Maurice Ravel in una lettera alla redazione de ''le Figaro'' citata da Enzo Restagno in ''Ravel e l'anima delle cose'', Il Saggiatore, Milano, 2009, pag.173</ref>.<br /> La partitura è frutto della grande sensibilità del musicista nel trattare i timbri degli strumenti, la cui gamma è accresciuta dall'introduzione di elementi inusuali quali la celesta, le castagnette e addirittura un metronomo, che simula il ticchettio degli orologi, e una frusta. Nell'opera non compare il coro, tutto è focalizzato sulle cinque voci dei personaggi; il testo ha infatti un ruolo predominante e, ove si escludano i gorgheggi delle strampalate arie di Gonzalve, i cantanti devono quasi dare l'impressione di parlare. La briosa vivacità di Concepcion si esprime con delle brevi arie che sono in realtà "mezze arie". Due vere e proprie arie, di reminescenza spagnola, sono appannaggio di Ramiro e vengono comunque filtrate dalla particolare raffinatezza stilistica di Ravel<ref>{{cita libro | nome=Armando | cognome=Gentilucci | titolo=Guida all'ascolto della musica contemporanea | anno=1969 | editore=Feltrinelli | città=Milano }}</ref>
==Organico orchestrale==
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