Anime: differenze tra le versioni
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=== La ''vexata quaestio'' della censura ===
Per quanto riguarda la trasmissione degli anime in [[televisione]], essi hanno subito sistematicamente, almeno da metà anni ottanta in poi, la [[censura]] che soprattutto sulle reti Rai e Mediaset (in misura molto più lieve sulle emittenti locali) ha molto spesso deturpato il prodotto, snaturato di frequente anche da cattivi adattamenti dovuti sia a scarsa comprensione o a traduzioni superficiali dei copioni originali (che talvolta giungevano addirittura incompleti), sia a modifiche arbitrarie<ref>cfr. Marco Pellitteri. ''Mazinga Nostalgia. Storia, valori e linguaggi della Goldrake-generation''. King|Saggi, 2002, pp. 270 e ss. </ref>. A causa di un equivoco culturale di fondo, che in Italia vuole l'animazione rivolta sempre e solo ai bambini, molti anime destinati originariamente ad adulti o adolescenti sono stati infatti adattati forzatamente ad una fascia di età infantile<ref>cfr. Eleonora Benecchi. ''Anime, cartoni con l'anima''. Hybris, 2005, pp. 101 e ss; Marco Pellitteri, op. cit., p. 275.</ref>. Il cambiamento di target ha così comportato una revisione dei dialoghi, per edulcorarli e renderli più comprensibili a un pubblico molto giovane, ed il taglio di sequenze, o più raramente di intere puntate, ritenute non adatte a un pubblico infantile. Anche il [[Moige]] ha spesso impropriamente scatenato battaglia contro alcuni anime per i loro contenuti ritenuti inadatti ai bambini, anziché contro chi si ostinava a trasmetterli in fasce orarie ad essi destinate, senza considerare che si trattava invece di prodotti concepiti per ragazzi o adulti. Per questo esiste un'associazione, l'[[ADAM Italia]], che si occupa proprio di contrastare il fenomeno della censura, a tutela dell'integrità artistica delle opere di animazione nipponiche. In Giappone, infatti, l'animazione è considerata, al pari della [[cinematografia]], una forma d'espressione artistica che può veicolare messaggi d'ogni genere e tipo, destinati a fasce d'età differenziate: esistono, dunque, anime per bambini, anime per adolescenti ed anime per adulti<ref>cfr. Eleonora Benecchi, op. cit., p. 102</ref>.
Se questa è stata (ed in parte è ancora) la situazione relativa alla trasmissione degli anime sulle TV generaliste, va d'altra parte evidenziato che con l'inizio del terzo millennio si è fatto strada un nuovo approccio culturale alla diffusione televisiva dell'animazione giapponese grazie ad emittenti, quale [[MTV (Italia)]] (talvolta anche [[La 7]]), più attente al target originario delle opere trasmesse e, quindi, non avvezze alla pratica della censura<ref>cfr. Eleonora Benecchi, op. cit., p. 203 e ss.; Luca Raffaelli. ''Le anime disegnate: il pensiero nei cartoon da Disney ai giapponesi e oltre''. 2005, p. 266</ref>.
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