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L'incarico di realizzare l'operazione materialmente spettà alla spia Valeri Petrofsky, che assume l'identità di James Edward Ross per poter circolare liberamente in Gran Bretagna; per ordine diretto, Ross/Petrofsky deve anche elminare tutti coloro che sanno anche solo una minuscola frazione del piano, si tratti dei corrieri che portano i pezzi della bomba o dell'autista che lo accompagna alla partenza.
In Inghilterra, Ross sarà contrastato da John Preston, agente dell'[[MI5]] (la sezione dell'intelligence britannica responsabile della sicurezza interna); questi è però ostacolato da Brian Harcourt-Smith, vicedirettore dell'agenzia che lo avversa; così il direttore Sir Bernard Hemmings, malato terminale e costretto a delegare la gestione qoutidiana dell'agenzia al suo vice, lo fa aiutare dal collega Sir Nigel Irvine, direttore dell'[[MI6]] (la sezione che si occupa delle operazioni all'estero); tra agenti doppiogiochisti inconsapevoli, giochi politici e talpe, Preston riuscirà a fermare Ross, ma non a prenderlo vivo; il russo viene ucciso per un tacito accordo tra il direttore Irvine e il generale Karpov, membro del KGB che ha intuito l'operazione clandestina (non autorizzata ufficialmente dai vertici dell'agenzia, poiché il direttore ha nemici nel [[Politburo]] e nella sua stessa agenzia, tra cui lo stesso Karpov); Karpov ha sabotato indirettamente il piano facendo scoprire Petrofsky, in cambio della sua morte; così può accusare i responsabili e candidarsi alla poltrona di direttore del KGB.
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