Roger Ascham: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 1:
{{WIP open|Gierre|scrivendo questa voce}}
{{Bio
|Nome = Roger
Riga 14 ⟶ 13:
|Attività2 = pedagogo
|Nazionalità = inglese
|PostNazionalità = di cultura [[Umanesimo|umanista]] che volle dare pari dignità alla lingua nazionale inglese nei confronti del'italiano, del latino e del francese, allora considerate come le più importanti lingue europee. È per questo considerato come un importante promotore della cultura nazionale inglese <ref>Piero Rebora - ''Enciclopedia italiana Treccani'' alla voce "Ascham, Roger" (1929)</ref>
|Immagine = Roger Ascham - Project Gutenberg eText 12788.png
|Didascalia = Roger Ascham
}}
AschmanAscham nel 1530 compì i suoi studi a Cambridge nel [[St John's College (Cambridge)| St. John College]] dove ebbe modo di approfondire la conoscenza del greco antico che gli umanisti italiani avevano riscoperto quando studiosi [[bizantini]], rifugiati in Occidente dopo la caduta di [[Costantinopoli]], nel 1353 ad opera dei Turchi, avevano iniziato a tenere corsi di greco e di letteratura greca a Firenze e poi anche in altri centri.
{{Vedi anche|Toxophilus}}
Vincitore di una borsa di studio divenne "regius professor" di greco nel 1540 praticandooperando nellol'insegnamento stessoe tempola glipratica di esercizi fisici e ladella musica. Nel 1545 pubblicò il ''[[Toxophilus]]'', la sua prima opera, che gli valse l'approvazione dele rela [[Enrico VIII]] che lo dotò ancheconcessione di una pensione. Il Toxophilus era un trattato sul tiro dell'arco, considerato non solo un sano esercizio fisico ma anche un'utile pratica militare per lada difesaparte del propriore paese.[[Enrico Attraverso quest'opera inoltre Ascham voleva dare, attraverso uno stile curato e un linguaggio elevato, dignità nazionale alla lingua inglese dimostrando come questa fosse di pari importanza rispetto al latino, all'italiano, al francese, allora predominantiVIII]].
 
Il Toxophilus era un trattato sul tiro dell'arco, considerato non solo un sano esercizio fisico ma anche un'utile attività militare per la difesa del proprio paese. Attraverso quest'opera inoltre Ascham voleva dare, attraverso uno stile curato e un linguaggio elevato, dignità nazionale alla lingua inglese dimostrando come questa fosse di pari importanza rispetto al latino, all'italiano, al francese, allora predominanti.
Le sue qualità di studioso gli giovarono rilevanti incarichi ufficiali come istitutore della allora principessa Elisabetta, poi segretario latino di Edoardo VI, di Maria e infine della sua ex allieva la regina Elisabetta.
 
Le sue qualità di studioso gli giovarono rilevanti incarichi ufficiali come istitutore della allora principessa Elisabetta, poi segretario latino di [[Edoardo VI d'Inghilterra|Edoardo VI]], didella regina [[Maria I d'Inghilterra|Maria]] e infine della sua ex allieva: la regina [[Elisabetta I d'Inghilterra|Elisabetta]].
 
La sua opera più importante, pubblicata postuma nel 1570, fu il ''The Schoolmaster'', un trattato dedicato all'educazione della gioventù inglese che l'Ascham concepisce prendendo a modello ''[[Il Cortegiano]]'' di [[Baldassare Castiglione]] anche se il prevalente spirito puritano gli fa considerare gli italiani, «diavoli incarnati» <ref>[https://books.google.it/books?id=47BKCAAAQBAJ&pg=PT218&lpg=PT218&dq=Ascham+italiani,+%C2%ABdiavoli+incarnati%C2%BB&source=bl&ots=wI0WdYMREa&sig=ACfU3U0F7WFzqtQec1O5umgMkP4K6l6vjQ&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjHqtjz27TmAhXO-qQKHWn_CzoQ6AEwA3oECAsQAQ#v=onepage&q=Ascham%20italiani%2C%20%C2%ABdiavoli%20incarnati%C2%BB&f=false William Shakespeare, ''Il mercante di Venezia'', Edizioni Mondadori, 2015]</ref> , dallo stile di vita così dissipatore e corrotto da consigliare ai giovani inglesi di non viaggiare in Italia, un paese ammirabile per la sua cultura ma da evitare per le sue malie da «maga Circe» <ref>[https://www.jstor.org/stable/26242570?seq=1 Piero Rebora, ''L'opera d'uno scrittore toscano sullo scisma d'Inghilterra ed una lettera della regina Elisabetta'', Archivio Storico Italiano, Vol. 93, No. 354 (1935), pp. 233-254]</ref>