Sunnismo: differenze tra le versioni

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[[File:Sunni-Shia-Ibadi.png|upright=1.4|thumb|Area di diffusione dell'Islam: in verde il territorio a prevalenza sunnita.]]
 
[[File:Madhhab Map3Madhhab_Map3.png|thumb|upright=1.4|Distribuzione delle scuole giuridico-religiose islamiche nel mondo.]]
 
Secondo il sunnismo, alla guida politica e spirituale (non strettamente religiosa però) della Comunità poteva accedere qualunque musulmano (maschio o femmina<ref>Si pensi - solo per fare alcuni esempi - alla figura di [[Benazir Bhutto]], eletta in [[Pakistan]] sunnita [[Primo ministro]] nel 1988, [[Sheikh Hasina]], eletta primo ministro del sunnita [[Bangladesh]] nel 2009, o prima ancora al ruolo svolto da [[Aisha|ʿĀʾisha]] nella [[Battaglia del cammello]] nel 656 o a [[Sitt al-Mulk]], sorella di [[al-Hakim I|al-Ḥākim I]], nell'Egitto sciita [[fatimidi|fatimide]] del 996.</ref>) pubere, di buona moralità, di sufficiente dottrina e sano di corpo e di mente. Il fatto di essere maschio, [[La Mecca|Mecca]]no o, almeno, [[Arabi|arabo]], era un elemento preferenziale ma non essenziale. Sotto questo profilo il sunnismo respingeva quindi decisamente la pretesa dei [[Kharigismo|kharigiti]] che la guida della società islamica fosse riservata al migliore dei credenti: qualità difficile da individuare e ancor più difficile da mantenere, perché un semplice peccato, anche non grave, avrebbe fatto perdere tale qualità all'''[[imam]]'' ("guida", ma intesa qui come sinonimo di [[califfo]]) facendolo decadere dal suo supremo ufficio.