Villasmundo: differenze tra le versioni
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L'origine del paese è legata al feudo di San Giuliano, appartenuto prima al conte Guglielmo Raimondo Moncada e poi passare ad Antonio di Sacca. Quest'ultimo, essendo stato accusato per furto, convinse Re Martino I di Sicilia ad affidarlo nel 1397 al cavaliere siracusano Martino Scalambro; poco dopo la morte del cavaliere, fu il figlio Pietro ed ereditare il territorio<ref>{{Cita libro|autore=Don Filadelfo Mugnos|titolo=Teatro genologico delle famiglie nobili titolate feudatarie ed antiche nobili del fidelissimo Regno di Sicilia viuenti ed estinte|annooriginale=1647|volume=I}}</ref>. Da allora il feudo, si è tramandato per discendenza: dagli Scalambro, attraverso gli Arezzo e gli Asmundo, ai Paternò - Castello.
Nel 1701 Don Consalvo [[Asmundo (famiglia)|Asmundo]] ottenne la regia ''[[Licentia populandi]]'' per costruire un [[centro abitato]] nel feudo, cominciando dapprima ad edificare la chiesa ed in seguito le prime case<ref>{{Cita libro|autore=AA.VV.|titolo=Emanuele Paternò di Sessa. Dall'esilio alla fama scientifica: Scienza e Politica fra il XIX ed il XX secolo vissute da un protagonista|editore=Gangemi Editore S.p.A.}}</ref>; nel 1715, si ebbe il riconoscimento giuridico dal Re [[Vittorio Amedeo II di Savoia]]. Dapprima il nome attribuitogli fu di “Villa Asmundo” (
Per incoraggiare l'insediamento degli abitanti fu garantito un [[salvacondotto]] ai fuorilegge che infestavano il territorio, dietro la garanzia di un'abitazione e di un appezzamento di terreno da coltivare autonomamente, versando un irrisorio canone su base annuale (censo). Questo patto si ufficializzava ponendo la mano su di un cippo che ancora oggi è posto all'interno della villa del Marchese di San Giuliano, adiacente al centro abitato; si tramanda che in mezzo ai primi cittadini fossero presenti degli ex galeotti i quali, scontata la pena, vennero ad abitare qui al fine di dare inizio ad una loro "nuova vita".
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