Terza guerra servile: differenze tra le versioni
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Ho apportato delle informazioni aggiuntive di fonte storica certa, sulla battaglia del "Silarus" tra Crasso e Spartaco, introducendo note bibliografiche e citazioni |
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==== Crasso contro Spartaco ====
[[Plutarco]] narra che Spartaco prima di questa battaglia uccise il suo cavallo, dicendo che se avesse vinto avrebbe avuto tutti i cavalli che voleva, ma se avesse perso non ne avrebbe più avuto bisogno.
Quando le forze di [[Spartaco]] si mossero nuovamente verso nord, [[Marco Licinio Crasso|Crasso]] dispose le proprie legioni sul confine della regione ([[Plutarco]] afferma che la prima battaglia tra le legioni di Crasso e gli uomini di Spartaco avvenne nei pressi del [[Regio V Picenum|Picenum]],<ref name="plutc_10_1"/> mentre [[Appiano di Alessandria|Appiano]] ricostruisce lo scontro nei pressi del [[Regio IV Samnium|Samnium]]),<ref name=appiano1_119>Appiano, i.119</ref> assegnando due legioni al suo legato Mummio, cui diede l'ordine di seguire Spartaco alle spalle col divieto, però, di ingaggiare battaglia. Quando si presentò l'occasione, Mummio disobbedì all'ordine e attaccò le forze ribelli, ma fu sconfitto e i suoi uomini andarono in rotta.<ref name="plutarco_10_1-3" /> Malgrado questa prima sconfitta, Crasso ingaggiò allora Spartaco e lo sconfisse, uccidendo 6.000 ribelli.<ref name=appiano1_119 />▼
▲Quando le forze di [[Spartaco]] si mossero nuovamente verso nord, [[Marco Licinio Crasso|Crasso]] dispose le proprie legioni sul confine della regione ([[Plutarco]] afferma che la prima battaglia tra le legioni di Crasso e gli uomini di Spartaco avvenne nei pressi del [[Regio V Picenum|Picenum]],<ref name="plutc_10_1" /> mentre [[Appiano di Alessandria|Appiano]] ricostruisce lo scontro nei pressi del [[Regio IV Samnium|Samnium]]),<ref name="appiano1_119">Appiano, i.119</ref> assegnando due legioni al suo legato Mummio, cui diede l'ordine di seguire Spartaco alle spalle col divieto, però, di ingaggiare battaglia.
A questo punto sembrò che il corso della guerra fosse cambiato: le legioni di Crasso riportarono numerose vittorie, uccidendo migliaia di schiavi ribelli, e obbligarono Spartaco a ritirarsi a sud, attraverso la Lucania fino allo [[stretto di Messina]]. Secondo [[Plutarco]], Spartaco si accordò con i [[pirateria|pirati]] [[Cilicia|cilici]] per farsi trasportare assieme a 2.000 dei suoi uomini in [[Sicilia (provincia romana)|Sicilia]], dove intendeva incitare altri schiavi alla rivolta e ottenere così rinforzi; i pirati, però, lo tradirono, prendendo il denaro che egli aveva dato loro e abbandonando gli schiavi ribelli.<ref name="plutarco_10_1-3" /> Le fonti minori sostengono che Spartaco mise in pratica diversi tentativi di attraversare lo stretto con zattere o di costruire navi, ma che Crasso prese misure non meglio specificate per assicurarsi che i ribelli non potessero passare in Sicilia, rendendone vani gli sforzi e ponendo fine ai loro tentativi.<ref name="floro_2_8" /><ref>[[Marco Tullio Cicerone|Cicerone]], ''Per Quinto'', v.2.</ref>▼
Durante lo scontro decisivo Spartaco sarebbe andato personalmente alla ricerca di Crasso per affrontarlo direttamente. Non riuscì a trovarlo ma si batté con grande valore uccidendo anche due centurioni che lo avevano attaccato<ref>{{Cita libro|autore=Rosario Messone|titolo=Da Carilla a Carillia (Storia di una borgata)}}</ref>, in quando Mummio disobbedendo all'ordine impartitogli attaccò le forze ribelli, ma fu sconfitto, Spartaco rimase ancora al centro della mischia, mentre i suoi uomini andarono in rotta disperdendosi.<ref name="plutarco_10_1-3" /> Malgrado questa prima sconfitta, Crasso ingaggiò allora Spartaco e durante la battaglia, tra le file dei ribelli ci furono circa 6000 morti e 900 prigionieri.<ref name="appiano1_119" /><ref name=":0">{{Cita libro|autore=Rosario Messone|titolo=Da Carilla a Carillia (Storia di una borgata)}}</ref>
''"... Il senato vi mandò Crasso colle legioni de' consoli, e anche altri assai nuovi cavalieri.''
''Questi, incontanente che co' fuggitivi incominciò la battaglia, sei migliaia di loro ne tagliò, e novecento ne prese. E poscia in prima che andasse contro Ispartaco, il quale era coll'oste a Capo del fiume Silaro''<ref>E' da intendere presumibilmente come Foce del fiume Sele e non l'odierno Capo di fiume in Capaccio (SA) che risale quasi certamente a posteriori.</ref>'', i Galli e Germani vinse, i quali grandissimo aiuto gli davano; de' quali trenta migliaia d'uomini co' loro dogi uccise.''
''E al da sezzo vinse Ispartaco combattuto con lui con ordinata battaglia, e abbiende seco grandissima moltitudine di fuggitivi; nella quale battaglia sessanta migliaia de' uomini uccise, e sei migliaia ne prese, secondochè si dice; e tremila cittadini di Roma a comandamento ricevette.''
''E tutti gli altri che della detta battaglia camparono, qua e là, errando, per molti dogi de' Romani fuoro attristati e ispenti. E io un'altra volta, e spese volte ridico, possonsi questi fatti con quelli d'ora agguagliare ? Chi sarà quegli che solamente d'udire non si spaventi, non dico cotali battaglie, ma pur li nomi di tanti battaglie, cioè le battaglie istraniere, e quelle de' servi, e quelle de' compagni, e le cittadine, e quelle dei fuggitivi, che non seguita l'una l'altra..."''
(Paolo Orosio; ''Delle Storie Contra i Pagani..'' Libri VII. Testo latino volgarizzato da Bono Gianbroni. Firenze. Anno 1849 Ed. Tommaso Baracchi)
▲A questo punto sembrò che il corso della guerra fosse cambiato: le legioni di Crasso riportarono numerose vittorie, uccidendo migliaia di schiavi ribelli, e obbligarono Spartaco a ritirarsi a sud, attraverso la Lucania fino allo [[stretto di Messina]]<ref>La tradizione orale vuole che Crasso abbia attraversato il fiume Calore e abbia incontrato i primi ribelli nella zona che poi prese il nome di "Scanno" nel comune di Altavilla Silentina (SA). Per questa ragione si afferma anche che il detto locale ''"Ti aspetto al varco"'' si riferisca proprio a questo avvenimento.</ref>. Secondo [[Plutarco]], Spartaco si accordò con i [[pirateria|pirati]] [[Cilicia|cilici]] per farsi trasportare assieme a 2.000 dei suoi uomini in [[Sicilia (provincia romana)|Sicilia]], dove intendeva incitare altri schiavi alla rivolta e ottenere così rinforzi; i pirati, però, lo tradirono, prendendo il denaro che egli aveva dato loro e abbandonando gli schiavi ribelli.<ref name="plutarco_10_1-3" /> Le fonti minori sostengono che Spartaco mise in pratica diversi tentativi di attraversare lo stretto con zattere o di costruire navi, ma che Crasso prese misure non meglio specificate per assicurarsi che i ribelli non potessero passare in Sicilia, rendendone vani gli sforzi e ponendo fine ai loro tentativi.<ref name="floro_2_8" /><ref>[[Marco Tullio Cicerone|Cicerone]], ''Per Quinto'', v.2.</ref>
Le forze di Spartaco si ritirarono allora verso [[Rhegium]], seguite dalle legioni di Crasso, che, al loro arrivo, costruirono delle fortificazione tutto intorno all'attuale [[istmo di Catanzaro]], malgrado le azioni di disturbo degli schiavi ribelli; gli uomini di Spartaco si trovarono allora sotto assedio, bloccati nella parte meridionale dell'odierna [[Calabria]], senza la possibilità di ricevere rifornimenti.<ref>Plutarco, ''Crasso'', x.4-5.</ref>
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Le fonti sono discordi sul fatto che [[Marco Licinio Crasso|Crasso]] abbia richiesto rinforzi o che il [[Senato romano]] abbia approfittato del ritorno di Pompeo in Italia, ma al generale in arrivo fu detto di non passare da [[Roma]] e di raggiungere direttamente l'Italia meridionale e portare aiuto a Crasso.<ref>Si confronti Plutarco, ''Crasso'', xi.2 con Appiano, i.119.</ref> Il Senato inviò allora altri rinforzi al comando di un certo "Lucullo", che [[Appiano di Alessandria|Appiano]] confonde col generale [[Lucio Licinio Lucullo]], impegnato all'epoca nella [[terza guerra mitridatica]], ma che in realtà sarebbe stato il [[proconsole]] di [[Macedonia (provincia romana)|Macedonia]], [[Marco Terenzio Varrone Lucullo]], fratello del precedente. Con le legioni di Pompeo che scendevano da nord e quelle di Lucullo sbarcate a [[Brundisium]], Crasso si rese conto che se non avesse posto immediatamente fine alla rivolta, il merito di aver vinto la guerra sarebbe andato al generale che fosse arrivato con i rinforzi, e decise così di spronare le proprie truppe a concludere in fretta le ostilità.<ref name="appiano1_120">Appiano, i.120.</ref><ref name="plutarco_11_2">Plutarco, ''Crasso'', xi.2.</ref>
Avvisato dell'arrivo di Pompeo, Spartaco tentò di negoziare con Crasso la fine della guerra prima dell'arrivo dei rinforzi romani;<ref name="appiano1_120" /> fallite le trattative, una parte delle forze ribelli ruppe l'accerchiamento e fuggì verso le montagne a ovest di [[Petelia]] (moderna [[Strongoli]]) in [[Bruttium]], con le legioni di Crasso all'inseguimento.<ref name="appiano1_120" /><ref name="plutarco_10_6">Plutarco, ''Crasso'', x.6.</ref><ref>Non si fa menzione della sorte delle truppe che non ruppero l'accerchiamento, anche se si potrebbe trattare degli uomini agli ordini di Gannico e Casto menzionati in seguito.</ref> Le legioni riuscirono a catturare una parte dei ribelli, agli ordini di Gannico e Casto, che si erano separati dal grosso dell'esercito, uccidendone 12.300;<ref>Plutarco, ''Crasso'', xi.3; Tito Livio, xcvii.1. Plutarco riporta la stima di 12.300 ribelli uccisi, Livio afferma fossero 35.000.</ref> la vittoria romana era venuta a caro prezzo, in quanto una parte degli schiavi in fuga erano tornati indietro ad ingaggiare battaglia con le forze romane comandate dall'ufficiale di cavalleria Lucio Quinzio e dal [[questore (storia romana)|questore]] Gneo Tremellio Scrofa, mettendole in rotta.<ref>Bradley, p. 97; Plutarco, ''Crasso'', xi.4.</ref> I ribelli, tuttavia, non costituivano un esercito professionale, e avevano raggiunto il loro limite. Non disposti a continuare la loro fuga, gruppi di uomini si staccavano dal grosso dell'esercito e attaccavano in maniera indipendente e non coordinata le legioni di Crasso che avanzavano.<ref name="plutarco_10_5">Plutarco, ''Crasso'', x.5.</ref> A causa dell'indebolimento della disciplina delle sue forze, Spartaco decise di voltarsi ad affrontare il nemico a piene forze: nell'ultimo scontro, gli schiavi ribelli furono definitivamente sconfitti, e la gran parte di loro rimase uccisa sul campo di battaglia.<ref name="appiano1_120" /><ref>Plutarco, ''Crasso'', xi.6–7</ref><ref>Tito Livio, xcvii.1. Livio afferma che 60.000 schiavi ribelli morirono della battaglia finale.</ref> La sorte di Spartaco non è nota, in quanto il suo corpo non fu mai ritrovato, ma gli storici affermano che morì in battaglia insieme ai suoi uomini, e forse fu occultato per non creare un mito, come si fa a volte con dei personaggi importanti, ma fortemente contrastati da un regime.<ref name="floro_2_8" /><ref name="appiano1_120" /><ref>Plutarco (''Crasso'', xi.9-10) afferma che Spartaco prima della battaglia uccise il suo cavallo, dicendo che se fosse stato sconfitto non ne avrebbe più avuto bisogno, mentre, se avesse vinto, avrebbe potuto averne molti. Poi si lanciò nel mezzo delle schiere nemiche, con l'intenzione di uccidere Crasso; non vi riuscì, e, dopo aver ucciso due centurioni, cadde trafitto dai colpi dei nemici.</ref><ref name=":0" />
== Conseguenze ==
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