Oliver Wendell Holmes: differenze tra le versioni
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[[File:Charles Delucena Meigs (1792 -1869) bw2.jpg|thumb|[[Charles Delucena Meigs|Charles D. Meigs]], un oppositore delle teorie di Holmes riguardo alla contagiosità della [[febbre puerperale]]]]
Nel [[1843]], Holmes pubblicò “The Contagiousness of Puerperal Fever” sulla rivista ''New England Quarterly Journal of Medicine and Surgery''. Il saggio sosteneva, contrariamente alla credenza popolare del periodo, precedendo la teoria dei germi come causa delle malattie, che l'origine della [[febbre puerperale]], un'infezione mortale colpiva le donne durante o subito dopo il parto, derivasse dal contatto e che fosse trasportata da un paziente ad un altro dagli stessi medici. Holmes raccolse una gran quantità di prove su questa teoria, incluse le storie di alcuni dottori che si erano ammalati per poi morire dopo aver eseguito delle autopsie su pazienti che erano stati infettati con la stessa malattia. Nel concludere le sue argomentazioni egli sottolineò che un medico anche avendo avuto un solo caso di febbre puerperale tra i suoi pazienti, avesse l'obbligo morale di purificare i suoi strumenti, di bruciare i vestiti che aveva indossato mentre assisteva al fatale parto e di cessare la pratica ostetrica per un periodo di almeno sei mesi. Alcuni anni dopo [[Ignác Fülöp Semmelweis|Ignac Semmelweis]] sarebbe arrivato a simili conclusioni a [[Vienna]] dove la sua introduzione della [[profilassi]] (lavarsi le mani con una soluzione di cloro prima di assistere ad un parto) avrebbe considerevolmente abbassato il tasso di mortalità puerperale. Presentando il
{{citazione|Non fu il primo a parlare di ciò, ma fu colui che lo ripeté più a lungo, a voce più alta, dimostrandone l’evidenza, tanto da costringere gli uomini ad ascoltarlo<ref>Osler, op.cit., pag.60</ref>}}
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[[File:Holmes with signature cropped.jpg|thumb|Ritratto di Holmes che in quegli anni si batteva per l'obiettivo di far accettare le donne e i neri nell'[[Harvard Medical School]].]]
Nello stesso anno, Holmes fu avvicinato da [[Martin Delany]], un afroamericano che aveva lavorato con [[Frederick Douglass]]. Il trentottenne chiese di essere ammesso ad Harvard dopo essere stato precedentemente respinto da quattro scuole nonostante le sue eccellenti credenziali. Nonostante numerose critiche, Holmes ammise Delany ed altri due uomini neri alla Medical School. Ciò ebbe come conseguenza una dichiarazione degli studenti sulla quale era scritto: ”Premesso che non abbiamo obiezioni alla formazione e alla valutazione dei neri, protestiamo, però, fortemente contro la loro presenza con noi nel nostro stesso College.”<ref>Broaddus, Dorothy C., ''Genteel Rhetoric: Writing High Culture in Nineteenth-Century Boston''. [[University of South Carolina]], [[Columbia (Carolina del Sud)|Columbia]], [[Carolina del Sud]], 1999. ISBN 1-57003-244-0., pag. 94</ref> Sessanta studenti firmarono il documento, mentre altri quarantotto ne sottoscrissero un altro nel quale si sosteneva che sarebbe stato “un male ancora più grande, se allo stato attuale del sentimento pubblico, un collegio medico di Boston rifiutasse a questa sfortunata classe il diritto dell'istruzione.”<ref name=
Holmes tenne frequenti conferenze dal [[1851]] al [[1856]] su argomenti come “La Scienza Medica come è o come è stata”, “Conferenze e Fare Conferenze”, “Poeti Inglesi del XIX secolo”. Viaggiando attraverso il [[New England]] ricevette somme tra i 40 e i 100 dollari per ogni conferenza, ma anche in questo periodo pubblicò molto e l'edizione britannica delle sue “Poesie” vendette bene all'estero. Man mano che le idee sue sociali cominciarono a cambiare, Holmes si trovò spesso pubblicamente in contrasto con coloro i quali egli chiamò i “prepotenti morali”. A causa della sempre crescente critica della stampa, che si opponeva al suo aperto antiabolizionismo, oltre che alla sua avversione contro il crescente movimento contro l'alcolismo, scelse di smettere di fare conferenze e di tornare a casa.
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