Uniting for consensus: differenze tra le versioni

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==Storia==
 
Il movimento UFC è stato ideato e lanciato dal Rappresentante Permanente dell'[[Italia]] all'ONU Marcello Spatafora, il nome del gruppo si deve al suo consigliere politico Massimo Marotti. Alla prima riunione, tenuta al Roosevelt Hotel di New York l'11 aprile 2005, su invito dell'Italia e degli Ambasciatoriambasciatori di altri stati parteciparono rappresentatirappresentanti di 119 paesi. In quell'anno 12 membri del core group UFC presentarono un progetto di risoluzione per la riforma del Consiglio di Sicurezza, in concorrenza con i progetti presentati rispettivamente dal ''[[G4 (diplomazia)|G4]]'' e dal Gruppo dei paesi africani.
 
Il [[G4 (ONU)|G4]] è composto da [[Germania]], [[Giappone]], [[Brasile]] e [[India]]. Giappone e Germania sono il secondo e il terzo contribuente nei finanziamenti forniti all'Onu, il Brasile e l'India sono due fra i Paesi che conferiscono il maggior apporto di truppe alle missioni di [[peace-keeping]] sotto mandato delle Nazioni Unite.
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# Il gruppo Uniting for Consensus aveva l'obiettivo dichiarato di raggiungere il più ampio consenso possibile per ogni riforma della Carta dell'Onu, e proponeva un allargamento del CdS a 25 membri (aggiungendo agli attuali 5 permanenti 20 membri non permanenti, con mandato biennale): 6 all'Africa, 4 all'America Latina e i Caraibi, 3 all'Europa occidentale, 2 all'Europa orientale.
 
Le cause del fallimento del tentativo di riforma sono principalmente da ricondurre al contrasto fra i Paesi africani che reclamavano per loro un seggio permanente ([[Egitto]], [[Nigeria]], [[Sudafrica]]) e gli altri Stati del continente nonché alle tensioni USA-Germania dovute alla guerra in [[Iraq]] del 2003.<ref>[http://www.iai.it/pdf/DocIAI/IAI0911.pdf Pamela Preschern, ''LA RIFORMA DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DAGLI ANNI ‘90 AD OGGI: PROBLEMI E PROSPETTIVE'', Istituto Affari Internazionali, 2009] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20120425124759/http://www.iai.it/pdf/DocIAI/IAI0911.pdf |data=25 aprile 2012 }}</ref>
 
== I negoziati intergovernativi di New York sulla riforma del Consiglio di sicurezza ==
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In occasione dei suddetti negoziati ai gruppi sopra menzionati si è aggiunto lo [[Small Five]].
 
Il gruppo Ufc si è allineato alla posizione italiana <ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.italyun.esteri.it/Rappresentanza_ONU/Menu/Comunicazione/Archivio_News/2009_03_24+terzi.htm Rappresentanza Permanente d'Italia all'ONU<!-- Titolo generato automaticamente -->] |date=aprile 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref> (sesto contribuente dell'ONU), illustrata dal rappresentante permanente presso l'Onu, [[Giulio Terzi di Sant'Agata]]. L'opposizione all'allargamento del numero dei membri permanenti si fonda principalmente sull'inopportunità di mantenere l'istituto del ''veto'', nato nel dopoguerra ma insensato dopo la fine della [[Guerra fredda]]. Consci del carattere irrealistico della proposta di eliminare il veto (più realizzabile la restrizione dell'ambito di applicazione dello stesso o il vincolo del suo utilizzo ada un obbligo di motivazione), i Paesi dell'Ufc sostengono, tuttavia, l'inopportunità della creazione di Membri permanenti senza veto del CdS, che relegherebbe gli altri Stati alla condizione di membri di Serie B.
L'Italia propone che venga incrementato il numero dei membri non permanenti per ciascun gruppo regionale, lasciando la decisione sulle modalità di elezione di tali seggi ai gruppi stessi, due le opzioni alternative:
1) un mandato di 3-5 anni senza possibilità di rielezione;
2) un mandato di due anni con possibilità di rielezione per un massimo di due volte consecutive.
consecutive.
 
Oltre alle proposte menzionate, l'Italia e l'Ufc pongono questioni di metodo e premono per una maggiore trasparenza nei negoziati per la riforma del CdS.