Eriprando Aldobrandeschi: differenze tra le versioni

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|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , ed è indicato come il capostipite della famiglia [[Aldobrandeschi]], avendone gettato le basi del potere con la sua nomina a [[vassallo]] imperiale
}}<ref name=coll38>{{Cita|Collavini 1998|p.&nbsp;38.}}</ref><ref>{{Cita|Castagnetti 2010|p.&nbsp;229.}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.rmoa.unina.it/595/1/RM-Collavini-Aldobrandeschi.pdf|autore=Simone M. Collavini|titolo=I conti Aldobrandeschi nel contesto storico generale e locale|accesso=18 gennaio 2020}}</ref>
}}<ref name=coll38>{{Cita|Collavini 1998|p.&nbsp;38.}}</ref>
 
== Biografia ==
Figlio secondogenito di [[Ildebrando I Aldobrandeschi|Ildebrando]], faceva parte di una famiglia il cui prestigio andava sempre più aumentando negli ambienti di [[Lucca]] di inizio [[IX secolo]], grazie alle azioni del padre che aveva iniziato ad accumulare una serie di beni e a poter vantare una discreta ricchezza.<ref name=coll38/> È menzionato per la prima volta nell'826, mentre la ricorrenza successiva è nel giugno 839.<ref name=coll40>{{Cita|Collavini 1998|pp.&nbsp;40-45.}}</ref><ref name=casta>{{Cita|Castagnetti 2010|pp.&nbsp;229–237.}}</ref> La mancanza di documentazione su Eriprando nella prima parte della sua vita è forse dovuta alla possibilità di una sua prolungata assenza da Lucca: ciò è stato ricollegato alla prassi di inviare i giovani delle famiglie facoltose a ricevere un'educazione a corte, diffusa nell'età carolingia; tale ipotesi è rafforzata dal fatto che nei documenti dall'839 in poi Eriprando sottoscrive utilizzando la [[scrittura carolina]], che aveva appena fatto la sua comparsa a Lucca ed era molto rara.<ref name=coll40/><ref name=casta/>
 
Alla morte del padre, Eriprando si era ritrovato ad amministrare il patrimonio familiare, in quanto il fratello maggiore Ilprando era morto prematuramente poco dopo l'[[800]]; incrementò la quantità dei beni grazie a una serie di permute e acquisizioni con il vescovo [[Berengario di Lucca|Berengario]].<ref name=coll40/><ref name=casta/> Ricevette dal vescovo alcuni beni presso [[Roselle (Grosseto)|Roselle]] in cambio di una quota della [[chiesa di San Benedetto a Settimo]] ereditata dal nonno.<ref name=coll40/> Nel febbraio 840 intervenne nella controversia tra il vassallo Giselmaro e il monastero di San Giacomo, ed è citato per primo tra i [[Vassallo|vassalli imperiali]]; lo stesso in due atti dell'844 e dell'851, dove è citato per primo subito dopo il vescovo Ambrogio; nell'ultimo caso è ricordato come «vassus domni imperatori».<ref name=coll40/> Fu forse tra i "signiferi" al seguito del [[marchese di Tuscia]] [[Adalberto I di Toscana|Adalberto I]] durante la spedizione in soccorso di [[Incursione saracena contro Roma (846)|Roma razziata dai saraceni]].<ref name=casta/>
 
L'assenza di Eriprando nelle fonti dopo l'853 lascia presupporre un trasferimento fuori Lucca, forse un ritiro a corte dopo essersi assicurato il futuro della sua discendenza, con il figlio [[Geremia Aldobrandeschi|Geremia]] nominato vescovo di Lucca e la nomina a conte di [[Ildebrando II Aldobrandeschi|Ildebrando II]], il primo a ricevere tale titolo, dando vita alla linea comitale aldobrandesca.<ref name=coll45>{{Cita|Collavini 1998|pp.&nbsp;45–74.}}</ref> Nell'861, ormai anziano, fece le uniche due donazioni registrate nella sua attività.<ref name=coll45/> In un documento del 9 ottobre 862 risulta già deceduto.<ref name=coll45/>
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== Bibliografia ==
* {{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=uwuWH_6IU_EC&pg=PA229|autore=Andrea Castagnetti|capitolo=I vassalli imperiali a Lucca in età carolingia|titolo=Il patrimonio documentario della Chiesa di Lucca. Prospettive di ricerca|curatore=Sergio Pagano|curatore2=Pierantonio Piatti|editore=Sismel - Edizioni del Galluzzo|città=Firenze|data=2010|paginecid=229-237Castagnetti 2010}}
* {{Cita libro|autore=Simone M. Collavini|titolo=Honorabilis domus et spetiosissimus comitatus: gli Aldobrandeschi da conti a principi territoriali (secoli IX-XIII)|url=https://www.academia.edu/2266878/_Honorabilis_domus_et_spetiosissimus_comitatus_gli_Aldobrandeschi_da_conti_a_principi_territoriali_secoli_IX-XIII_|editore=Edizioni ETS|città=Pisa|anno=1998|formato=pdf|cid=Collavini 1998}}
* {{cita libro|autore=Gabriella Rossetti|capitolo=Gli Aldobrandeschi|titolo=I ceti dirigenti in Toscana nell'età precomunale|editore=Pacini|città=Pisa|anno=1981|pp=151–163|cid=Rossetti 1981}}