Arduino d'Ivrea: differenze tra le versioni

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{{F|sovrani|arg2=nobili italiani|luglio 2013|commento=molti dati, date ed affermazioni controverse e/o senza fonti, vedi [[Discussione:Arduino d'Ivrea]]}}
{{Monarca
|nome = Arduino
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La cultura e la [[storiografia]] romantica hanno reso popolare la figura di Arduino di Ivrea, vedendo in lui un esponente precoce della lotta per la liberazione dell'Italia dalle catene della dominazione straniera, attribuendo un significato simbolico alla sua nomina a [[Sovrani d'Italia#Ottoni di Sassonia (962–1024)|re d'Italia]].
 
Per contro, la [[Chiesa (istituzionecomunità)|Chiesa]], memore delle sanguinarie scorribande di Arduino contro i [[vescovi di Ivrea]] e di [[Vescovo di Vercelli|Vercelli]], aveva teso in passato a ridimensionarne la statura politica e militare, vedendo nelle sue gesta la mera brama di potere e la mancanza di rispetto per le prerogative ecclesiastiche.
La figura di Arduino esce da tali opposte interpretazioni, quando la si inquadra nel contesto storico del [[X secolo|X]]-[[XI secolo]] e delle acerrime lotte per il potere che coinvolsero l'intera [[feudalesimo|struttura feudale]] ai tempi dell'[[Sacro Romano Impero|impero romanico-germanico]] degli [[Dinastia ottoniana|Ottoni]].
 
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Il clero, nella figura di [[Arnolfo II da Arsago|Arnolfo]] [[Diocesi di Milano|arcivescovo di Milano]], temendo nuovamente per il proprio potere, chiamò in Italia [[Enrico II il Santo|Enrico II]], succeduto ad Ottone III, offrendogli la corona.
 
Enrico in un primo tempo (1002) inviò truppe in Italia con a capo [[Ottone I di Carinzia|Ottone Duca di Carinzia e Marchese di Verona]] per far deporre ad Arduino lo scettro. Tuttavia, grazie ad alcune abili mosse di Arduino, l'esercito di Ottone venne bloccato alle Chiuse dell'[[Adige]] nella valle del [[Brenta]] (attuale [[Val Sugana]]) e sconfitto, dopo aver cercato di accerchiare il nemico, tra il [[1002]] e il [[1003]]. Arduino, secondo alcune fonti, conquistò così anche il titolo di [[Marca di Verona|Marchese di Verona]].<ref name=":0">{{Cita pubblicazione|autore=|cognome=Notteriva|data=2018-07-31 luglio 2018|titolo=Alessandro Barbero Re Arduino Sans despartir 2015|rivista=|volume=|numero=|accesso=2018-11-28 novembre 2018|url=https://www.youtube.com/watch?v=ufip_8JwW9A}}</ref>
 
Visto tale rovescio militare per le milizie dei vescovi e le truppe imperiali, Enrico nel [[1004]] calò in [[Italia]] con un poderoso esercito.
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I pavesi, che non tolleravano il dominio tedesco, si ribellarono e costrinsero l'imperatore a fuggire dalla città.
 
Per dieci anni, tra il [[1004]] ed il [[1014]], Arduino cercò di mantenere la corona d'Italia, non riconoscendo l'incoronazione di Enrico II, tanto da emettere diplomi regi e coniando una sua moneta.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=franca maria|cognome=vanni|titolo=il denaro di Arduino trovato a Bolsena|lingua=en|accesso=2018-11-28 novembre 2018|url=https://www.academia.edu/17962594/il_denaro_di_Arduino_trovato_a_Bolsena}}</ref> La forte opposizione dei vescovi e di alcuni conti e marchesi fedeli all'imperatore non gli permise però di esercitare la sua autorità su molte terre del regno. Egli cercò anche di contrastare il potere dell'arcivescovo Arnolfo, caldeggiando la nomina all'episcopato di Asti del fratello di Olderico, [[Alrico]].
 
Nel [[1007]], attaccato nelle sue terre, Arduino si rifugiò nella roccaforte di [[Sparone]], nell'Alto Canavese tra la [[Val Soana]] e la [[Valle dell'Orco]]. Mentre era costretto a Sparone i suoi vassalli compirono una serie di incursioni su [[Novara]], [[Vercelli]] e [[Como]].<ref name=":0" /> Arduino, asserragliato, riuscì a sostenere vittoriosamente l'assedio tra il [[1004]] ed il [[1005]] condotto dal vescovo [[Leone di Vercelli]]. Segue un periodo di scarse informazioni storiche.
 
Enrico II, che nel frattempo si era dovuto occupare di [[Boleslao I di Polonia|Boleslao di Polonia]], scese nuovamente in Italia nel [[1013]]; l'anno successivo fu solennemente proclamato imperatore a Roma da [[papa Benedetto VIII]] e riuscì a domare le resistenze dei nobili romani suoi avversari (ed alleati di Arduino).
 
Tornato Enrico II in [[Germania]], Arduino riprese le armi e si mosse alla conquista di [[Vercelli]], [[Novara]] e [[Pavia]], ma la forte opposizione del marchese [[Bonifacio di Canossa|Bonifacio di Toscana]] e dell'[[arcivescovo di Milano]] [[Arnolfo II da Arsago|Arnolfo]], unita ad una grave infermità sopraggiunta, lo costrinsero a deporre le insegne reali ed a negoziare i possedimenti della contea di [[Pombia]] per i suoi eredi<ref>[http://www.mondimedievali.net/pre-testi/arduino.htm Fascio V. ''Arduino d'Ivrea ed il regno italico''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20071024182107/http://www.mondimedievali.net/pre-testi/arduino.htm |data=24 ottobre 2007 }}.</ref>.
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}}
{{Re d'Italia}}{{Controllo di autorità}}
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[[Categoria:Anscarici]]