Io, l'erede: differenze tra le versioni
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La [[scena (spettacolo)|scena]] iniziale vede una sorta di consiglio di famiglia presieduto dall'[[avvocato]] Amedeo Selciano riunitosi per commemorare la morte di Prospero Ribera, vissuto per trentasette anni nella casa come ospite del generoso padre dell'avvocato, il vecchio Selciano, da sempre benefattore dei diseredati.
Prospero Ribera aveva un figlio, Ludovico, il quale, come suo legittimo [[eredità|erede]] pretende ora, così come era stato per il padre, di essere accolto dalla facoltosa famiglia Selciano. Di fronte al rifiuto dei Selciano Ludovico prima li accusa di aver reso il padre, con la loro ostentata magnanimità, un [[parassita]], e poi riesce a convincerli, soprattutto perché darà loro la possibilità di continuare ad esercitare quell'opera di benefattori che dà tante soddisfazioni al loro ipocrita amor proprio, facendoli sentire in pace con la loro coscienza e dando sfogo a
Egli però sarà, come il padre, oggetto di scherno e derisioni, quasi fosse un buffone di [[corte (seguito)|corte]], ma in cambio vivrà alle spalle della famiglia e in più godrà dei favori di una delle donne dei Selciano, così come era già accaduto per il defunto Prospero.
Bice viene convinta da Ludovico a pretendere di più dalla famiglia Selciano, perché la loro
==Analisi della commedia==
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