Fortezza: differenze tra le versioni
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[[File:Forte Michelangelo.JPG|thumb|Il [[Forte Michelangelo]], a [[Civitavecchia]]]]
L'entità di un'opera fortificata dipende dall'importanza dello scopo che si vuole raggiungere con essa, dai mezzi e dal tempo disponibile per erigerla e dalla potenza dei mezzi coi quali
A seconda dei mezzi e del tempo disponibile per erigerla, le fortificazioni si distinguono in permanenti e passeggere o occasionali. Le fortificazioni permanenti sono quelle erette in tempo di pace, quindi con abbondanza di mezzi e di tempo e che sono capaci di resistere alle offese nemiche, nonché alle ingiurie del tempo; sono sempre costruite a scopo organico e perciò nei punti strategici importanti. Le fortificazioni passeggere sono quelle costruite in caso di [[guerra]], prima che questa scoppi, o durante la guerra stessa, e talvolta nelle ultime ore precedenti una [[battaglia]], o anche durante una battaglia stessa, e perciò con mezzi e tempi limitati, talora limitatissimi, per cui non possono resistere che ad azioni meno potenti e non reggono a lungo alle ingiurie del tempo, da ciò appunto la denominazione passeggere.
La parte superiore delle fortezze precedenti all'introduzione delle armi da fuoco è spesso contornata dai [[Merlo (architettura)|merli]], muri a dente di sega dietro il quale si appostano i soldati per coprirsi dai lanci nemici e allo stesso controllare dall'alto tutti i movimenti.
Rispetto alla posizione che le fortificazioni occupano, si distinguono in fortificazione di frontiera (terrestre o marittima) e in fortificazioni interne.
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La tipica fortificazione passeggera è la [[trincea]], sostanzialmente uno scavo entro il quale si riparano i soldati e che costituisce esso stesso un ostacolo non indifferente. Essa servì all'inizio anche per approcciare le fortificazioni permanenti nemiche rimanendo abbastanza protetti dall'azione dei difensori. Per avvicinarsi alla fortezza assediata in modo da presentare un angolo favorevole assumeva un percorso complesso detta "a parallele", poi vennero introdotte delle traverse o un tracciato a dente di sega sempre per limitare l'effetto di colpi che l'avessero imboccata nel senso della lunghezza (tiro di infilata). Durante la [[prima guerra mondiale]] l'uso della trincea era diffuso; i sistemi trincerati erano assai articolati in profondità e come complessità, comprendevano anche ricoveri sotterranei e [[bunker]] in cemento data la staticità delle posizioni e l'effetto devastante delle moderne artiglierie.
Già nella [[guerra di secessione]], importanti lavori campali avevano abbattuto l'aggressività delle rispettive controparti; molti ''fort'' citati nelle cronache e nella memorialistica in realtà erano dei poderosi trinceramenti estesi anche fuori terra mediante possenti terrapieni a protezione delle artiglierie e dei fucilieri. Nel [[XIX secolo]] infatti il confine tecnico fra opera permanente ed opera campale si
Opere di natura provvisoria erano anche le [[Batteria (militare)|batterie]], a volte dotate di elementi architettonici davvero minimi rispetto ai lavori in terra e tuttavia inserite nel dispositivo organico di difesa permanente. Si prevedeva di trasportarvi i cannoni al momento opportuno, installati sul normale affusto ruotato, al limite fissato a delle piattaforme in cemento con un sistema elastico di bloccaggio, mentre i cannoni da fortezza avevano affusti dedicati spesso fissati definitivamente alla struttura. Le opere come i forti e le batterie costituivano anelli o linee ad arco difensive di città o valichi, e si prevedeva che nei loro intervalli sorgessero, al momento opportuno, opere campali anche imponenti da cui il nome di "campo trincerato" dato alla fortificazione [[Ottocento|ottocentesca]] e del primo [[Novecento]].
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