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Collocato nel cuore della città, di fonte alla bimillenaria arena, questo museo archeologico<ref>{{Cita web|lingua=fr|nome=Gilles Renault|titolo=Nîmes, le palais des toges|url=https://www.liberation.fr/voyages/2019/11/01/nimes-le-palais-des-toges_1761032|sito=Libération.fr|data=11 gennaio 2019|accesso=22 gennaio 2019}}</ref> presenta le collezioni di reperti romani della città, che si animano grazie a 65 dispositivi multimediali (realtà aumentata, tecnologie audiovisive, etc.). Le origini della città vengono rievocate all'inizio dai resti di un frontone monumentale che orna l'atrio centrale del Museo. Lo scalone a doppia rampa trasporta il visitatore dapprima nell'epoca dei Galli, per poi immergerlo nel cuore della vita quotidiana del lungo periodo romano, alla scoperta della città e dei suoi abitanti di circa 2000 anni fa. In seguito, attraversato il periodo medioevale, il visitatore giunge all'epoca contemporanea, scoprendo via via l'influenza della romanità lungo i secoli.
 
Una toga di vetro pieghettata, le cui lame evocano un mosaico, è il prezioso contenitore architettonico del museo, immaginato dall'architetto [[Elizabeth de Portzamparc]]. Le lunghe bande di vetro opalino non sono allineate regolarmente, ma presentano curvature e sfalsamenti. Ciò "muove" la facciata, permettendo, fra una banda e l'altra, l'aprirsi di vuoti irregolari nel senso della lunghezza. DallVisti dall'interno tali vuoti costituiscono lunghedelle finestrature curvilinee allungate che permettono la vista dell'esterno, in particolar del fianco orientale dell'anfiteatro cui, idealmente, l'edificioil museo è strettamente connesso. Il museocomplesso è altresì un organismo vivo, al tempo stesso museo scientifico innovatoreinnovativo, ristorante, giardino mediterraneo e terrazzo di copertura con vista a 360° sui luoghi più emblematici della città.
 
== La nascita del Museo ==