Liudolfo di Svevia: differenze tra le versioni

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Liudolfo nel 947 si unì in matrimonio con Ida, figlia del [[Corradinidi|corradinide]] [[Ermanno I di Svevia|Ermanno di Svevia]], e divenne [[ducato di Svevia|duca di Svevia]] dopo la morte del suocero.
 
=== La ribellione ===
Assieme al duca e genero [[Corrado di Lotaringia]] e all'arcivescovo di Magonza [[Federico di Magonza|Federico]] prese parte, nel corso dell'[[autunno]] [[952]], a una ribellione contro il proprio padre.
Assieme al duca e genero [[Corrado di Lotaringia]] e all'arcivescovo di Magonza [[Federico di Magonza|Federico]] prese parte, nel corso dell'[[autunno]] [[952]], a una ribellione contro il proprio padre. Egli si trovava in [[Franconia]] quando seppe delle «insidie segrete» del figlio, del genero e dell'arcivescovo di Magonza. Il sovrano inviò dei delegati chiedendo la resa del figlio e, sopo il suo rifiuto, radunò un esercito e marciò verso Magonza, conquistando o costringendo alla resa ogni città dalla parte dei ribelli. Dopo aver fatto uno scambio di opstaggi, Ottone chiese al figlio di rilevare i nomi do coloro che lo avevano aiutato nella ribellione e di consegnarli, offrendogli poi il perdono. Liudolfo rifiutò di violare i giuramenti che aveva stretto. Lo zio Enrico di Baviera lo esortò a continuare la ribellione e rientrò a Magonza. La decisione di continuare la lotta fece sì che si unisse a lui [[Ecberto il Guercio]].
 
Una notte scappò di nascoto da Magonza assieme ai suoi uomini e catturò la cittò di Ratisbona oltre ad altre città attorno, scacciando al zia Giuditta, che partì assieme ai figli. Liudolfo tentò quindi di corrompere [[Teodorico di Haldensleben|Teodorico]], futuro margravio della [[Marca del Nord|Nordmark]], e [[Wichmann II il Giovane|Wichmann il Giovane]], fratello di Ecberto il Guercio, che stavano assediando Magonza. Teodorico rifiutò, invece Wichamann passò dalla parte di Liudolfo e del fratello. Il sovrano marciò verso la Baviera, ma «trovò tutte le porte chiuse»; egli quindi devastò la regione e tornò indietro.
Nel [[954]], dopo essersi riconciliato con il padre, dopo un atto di ''[[deditio]]'' in cui si presento scalzo davanti al padre durante una battuta di caccia autunnale nei pressi di [[Weimar]],<ref name=":0" /> venne dallo stesso privato del ducato in maniera definitiva.
 
Liudolfo «senza più speranze di opporre resistenza al suo re», decise quindi di allearsi con gli ungari, ma questi decisero autonomamanete di saccheggiare la Franconia. Ottone li scacciò e invase nuovamente la Baviera ribelle. Gli ungari si arresero. mentre Ottone assediò per un mese e mezzo i ribelli a Ratisbona, i quali si arresero per carenza di viveri nel 954. Si riconciliò con il padre con un atto di ''[[deditio]]'' in cui si presento scalzo davanti al padre durante una battuta di caccia autunnale nei pressi di [[Weimar]],<ref name=":0" /> ma venne dallo stesso privato del ducato in maniera definitiva.
 
Nel [[957]], durante una campagna militare in [[Italia]], morì inaspettatamente a causa di [[febbre|febbri]] a Pombia, vicino [[Novara]], il 6 settembre. Il padre seppe della sua morte mentre era impegnato in una campagna contro i [[redari]], e lo «pianse il figlio proprio come [[Davide]] aveva pianto [[Assalonne]]».<ref>{{Cita libro|autore=[[Tietmaro di Merseburgo]]|curatore=Piero Bugiani|traduttore=Piero Bugiani|titolo=Chronicon. L'anno mille e l'impero degli Ottoni|collana=Bifröst|anno=2020|editore=Vocifuoriscena|città=Viterbo|p=44|capitolo=Saggio introduttivo|ISBN=978-88-99959-29-6}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=[[Tietmaro di Merseburgo]]|curatore=Piero Bugiani|traduttore=Piero Bugiani|titolo=Chronicon. L'anno mille e l'impero degli Ottoni|collana=Bifröst|anno=2020|editore=Vocifuoriscena|città=Viterbo|p=143|capitolo=Libro II, 12|ISBN=978-88-99959-29-6}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=[[Tietmaro di Merseburgo|Tietmaro]]|traduttore=Matteo Taddei|titolo=Cronaca di Tietmaro|collana=Fonti tradotte per la storia dell'Alto Medioevo|editore=Pisa University Press|p=54|capitolo=Libro II, 12|ISBN=978-8833390857}}</ref> Il suo corpo fu trasportato dal fratellastro [[Guglielmo di Magonza|Guglielmo]] (che dal 954 fu arcivescovo di Magonza)<ref name=":0">{{Cita libro|autore=Hagen Keller|curatore=Giovanni Isabella|titolo=Gli Ottoni. Una dinastia imperiale fra Europa e Italia (secc. X e XI)|data=Dicembre 2018|editore=[[Carocci Editore]]|città=[[Vignate]] (MI)|p=54-56|capitolo=2. Una nuova dinastia regia|ISBN=978-88-430-5714-6}}</ref> oltre le Alpi e fu sepolto nell'[[abbazia di Sant'Albano]] a [[Magonza]],<ref name=":0" /> stesso luogo in cui venne sepolta [[Liutgarda (Ottonen)|Liutgarda]] pochi anni prima.<ref name=":0" />