Hanns Heinz Ewers: differenze tra le versioni

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Ewers è affascinato sin da bambino dall’atmosfera cupa del folklore tedesco. Nella frase “Questa è la Germania, questo è il mio paese” presente in ''Alraune'' c’è quasi il presagio dell’epopea tragica del Nazionalsocialismo. Fu anche in contatto con il celebre mago [[Aleister Crowley]].
 
Grande viaggiatore, Ewers visitò a lungo L’Europa e si recò in Sudamerica e successivamente negli Stati Uniti dove venne imprigionato a causa dello scoppio della Grande Guerra. Morì nel 1943 a Berlino, indebolito dalla tubercolosi e da problemi personali.
 
==Contesto storico==
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== Racconti e romanzi ==
La sua narrativa rimane sempre in bilico fra conscio e inconscio, grottesco, occulto ed erotismo deviato in cui spesso la donna è identificata come un simbolo di morte e bellezza. Questa della “femme fatale” è una tematica di derivazione decadente (grande è infatti l’ammirazione di Ewers per Oscar Wilde) che lo scrittore tedesco sfrutta però magistralmente in molte sue novelle, infarcendola spesso di pulsioni di sadismo e masochismo.
 
Il suo racconto capolavoro è ''Il ragno''. ''Il ragno'' parla del suicidio, in una stanza di un piccolo albergo di Parigi, di uno studente che diventa una sorta di marionetta senza più energie in balia di una donna che viene appunto identificata con un ragno. Il racconto venne anche pubblicato nel 1910 in un’antologia edita dalla celebre casa editrice Georg Muller di Monaco, che in quel periodo incontrava un notevole consenso di pubblico, alternando classici del terrore come Poe e Gogol ai nuovi autori del periodo come Meyrink, Kubin e Strobl.
 
Ewers è poi celebre anche per alcuni romanzi "neri e crudeli" come la ''Mandragora'' (''Alraune'' -1911), libro più volte adattato per il cinema, in cui il corpo femminile è visto come l’anticamera dell’Inferno. Si tratta di un’immagine potente che affonda le sue radici nelle leggende del folklore tedesco del Medioevo e che porta alla luce tutta la carica devastante di simbolismo oscuro, satanico e profetico in cui Ewers era maestro.
 
Ewers sfrutta qui la leggenda della Mandragora, una pianta di cui si magnificano le virtù afrodisiache e analgesiche, facendo sua la superstizione medievale secondo cui verrebbe generata dal seme di un impiccato espulso in punto di morte. Il seme generava dal terreno la cosiddetta “mandragola”. La creazione dell’essere, tramite inseminazione artificiale nei confronti di una prostituta, da così origine ad Alraune. Alla fine la vicenda, in cui Alraune si comporta come una vera e propria padrona nei confronti dei maschi resi suoi schiavi, e in cui certo Ewers non si risparmia nessuna descrizione scabrosa, vira verso un erotismo sadico. Questa donna si renderà responsabile di tutte le peggiori nefandezze nei confronti dei suoi simili facendo trasparire una natura sadica e lussureggiante.
 
Questo volume fa parte della cosiddetta trilogia di Frank Braun, sorta di alter-ego dello stesso Ewers. Frank Braun è infatti anche il protagonista dissoluto di altri due romanzi molto noti dello scrittore tedesco : ''L’Apprendista stregone'' (1907) e ''Il vampiro'' (1921).
 
== Edizioni italiane ==
In Italia, a parte la ristampa de ''Il Ragno'' e di qualche racconto sparso, non ha avuto purtroppo la stessa notorietà che è stata concessa a Gustav Meyrink e Alfred Kubin. Ma nel 2017 le Edizioni Hypnos hanno finalmente ristampato ''Alraune'' in una bella edizione curata dal germanista Alessandro Fambrini. Per quanto concerne i racconti, la sua migliore raccolta è stata edita nel 1972 dalla collana IL SIGILLO NERO delle Edizioni del Bosco (''Il Ragno e altri racconti del terrore'').
 
== Bibliografia italiana ==