Leonida Repaci: differenze tra le versioni

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Nell'agosto 1925 Rèpaci venne arrestato a Palmi, insieme ad altri comunisti e [[socialismo|socialisti]], come presunto assassino di Rocco Gerocarni, gerarca fascista del luogo durante una festa religiosa; il processo servì al regime per scardinare la roccaforte rossa e abbattere uno degli scogli socialisti più forti in [[Calabria]]: inaspettatamente Rèpaci venne assolto ma l'accaduto avvelenerà per sempre di diffidenze e sospetti i rapporti con i suoi concittadini, essendo diffusa la voce riguardante influenze (mai provate) del partito fascista sulla sua assoluzione. I testimoni falsi di quel processo alla fine o confessarono o si suicidarono e Rèpaci venne assolto dopo sei mesi di carcere.
 
Si dimise dal PCd'I quachequalche settimana dopo la sua liberazione convinto che la lotta politica fosse ormai divenuta impossibile per coloro che restavano in patria, e che i risultati non fossero proporzionati ai sacrifici. Tuttavia continuò la sua battaglia politica scrivendo libri in difesa delle idee socialiste e comuniste.
 
Nel [[1925]] dopo aver portato in teatro il racconto ''La madre incatenata'', iniziò ''La storia dei Rupe'', che nel 1933 gli farà vincere il [[Premio Bagutta]] e, tra varie versioni, lo accompagnerà fino agli [[anni 1970|anni settanta]].