Ricetto (Collalto Sabino): differenze tra le versioni

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[[File:Ricetto (Collalto Sabino).jpg|thumb|left|Veduta del borgo]]
 
Le origini del borgo risalgono con ogni probabilità alla fase dell'[[incastellamento]] [[Medioevo|medievale]] in [[Italia centrale]], periodo in cui le popolazioni locali edificarono il borgo-rifugio in un luogo militarmente strategico, lungo le vie di comunicazione tra la valle del [[Turano (fiume)|Turano]] e la [[valle del Salto]]<ref>{{cita web|url=http://www.aequa.org/v1/index.php/lincastellamento-di-ricetto-di-collalto-sabino/|titolo=L'incastellamento di Ricetto di Collalto Sabino|autore=Armando Verna|curatore=Gregorio Gùmina|editore=Aequa|accesso=25 febbraio 2020}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.world24.it/worldcomm/scheda.asp?siglanaz=ita&sigla=it_laz&idpro=2&idcom=715|titolo=Scheda Comune Collalto Sabino|sito=world24.it|accesso=25 febbraio 2020}}</ref>. Il [[ricetto]] [[Sabina|sabino]] era dotato di mura e di due torri, una posta sulla cima della Vena Incatenata e l'altra denominata torre Cesarina, poste in comunicazione visiva con il castello di [[Collalto Sabino|Collalto]], edificato in posizione dominante sulle valli circostanti<ref>{{cita|Verna, 2009|p. 6.}}</ref>. L'area fu inclusa nel [[Podere|fundus]] Ophiani, zona che acquisì il nome del castello i cui ruderi si trovano nei pressi di [[Pozzaglia Sabina]], appartenuto nell'XI secolo ai signori Lidino, Salomone e Transarico. Quest'ultimo nel 1038 donò all'[[abbazia di Farfa]] i possedimenti di Ofiano e del castello di Montagliano, presidio militare edificato a monte del limitrofo borgo di San Lorenzo. Successivamente le terre passarono sotto il controllo dei [[Berardi (famiglia)|conti dei Marsi]] fino al 1074, anno in cui i conti [[marsica]]ni riconsegnarono il vasto territorio di Montalianum ai monaci farfensi.
La [[bolla pontificia]] di [[Papa Anastasio IV]] del 1153 attesta la chiesa di Sant'Andrea in Lacerto come una [[pieve]] del territorio turanense<ref name="Diocesi">{{cita web|url=http://www.chiesadirieti.it/wd-annuario-enti/san-sebastiano-martire-in-nespolo-17610/|titolo=San Sebastiano martire in Nespolo|editore=Diocesi di Rieti|accesso=25 febbraio 2020}}</ref>.