Caffè Florian: differenze tra le versioni

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{{Azienda
|nome =
|immagine = Entrata Caffè Florian.jpg
|didascalia = L'esterno del Caffè
|data_fondazione = 1720
|luogo_fondazione = [[Venezia]]
|fondatori =
|nazione = ITA
|sede = [[Venezia]]
|settore = [[pubblico esercizio]]
|prodotti = [[caffetteria]], [[thè]], gelati, vini, profumi per l'ambiente
|dipendenti =
}}
Il '''Caffè Florian''' è un caffè storico della città di [[Venezia]], situato sotto i [[portico|portici]] delle [[Procuratie Nuove]] in [[Piazza San Marco]].
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Come altri caffè situati in [[Piazza San Marco]], gli avventori all'aperto sono intrattenuti da una piccola orchestrina. L'accompagnamento musicale richiede, peraltro, un supplemento sulle consumazioni.
 
Una particolarità sono le divise del personale del Caffècaffè: lo chef ha il farfallino nero, i due demichef grigio, i commis bianco. I camerieri portano la giacca bianca al mattino mentre al pomeriggio lo chef indossa il frac e gli altri dipendenti indossano la giacca nera. Nel caffè si alternano 2due orchestre. <ref name=":0" />
 
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La Sala Orientale (sempre in stile ''pompadour'') è decorata da Giacomo Casa (1827–1887) con pitture esotiche di donne amabilmente svestite ma sottilmente velate.
 
La Sala del Senato ha invece un più ambizioso progetto pittorico adper opera dello stesso Giacomo Casa. Il ciclo di quadri raffigura ''Il Secolo Illuminato, o il progresso'', ''La Civiltà che ammaestra le Nazioni o La Venezia Trionfante'' e undici pannelli raffiguranti le Arti e le Scienze. Ne ''Il progresso'' Casa inserisce anche dei simboli massonici, allusione ai rapporti che Venezia intratteneva con alcune società segrete e con l'illuminismo.<ref name="DL40">{{Cita|De Laroche|p. 40}}.</ref>
 
Nel 1872 e 1891 il Florian subisce dei nuovi interventi di restauro, che vedranno il caffè ampliarsi con altre due grandi sale (la Sala delle Stagioni e la Sala degli Uomini Illustri) che si aggiungono ai lati delle quattro preesistenti. Le nuove sale vedono l'intervento di Giuseppe Ponga (1856–1925) per le grottesche e di A. Piazza per le decorazioni in stucco.
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</gallery>
 
La Sala delle Stagioni (o degli Specchi) è decorata con quattro grandi dipinti di Cesare Rota, raffiguranti le personificazioni delle quattro stagioni. Il soffitto della sala ha una grande decorazione a stucco ad, opera di Giuseppe Ponga.
 
Nel 1920 al Florian viene festeggiato il bicentenario della fondazione e in questa occasione la proprietà decide di allestire per il pubblico un'ulteriore sala, la Sala Liberty, decorata in stile [[Art Nouveau]]. In questo periodo una nota frequentatrice era la [[Luisa Casati|Marchesa Luisa Casati]] che una volta affittò il Florian per un'intera notte, con l'obbligo di servire soltanto champagne ai 300 invitati. Un 'altra sera invece indossando soltanto una pelliccia, senza niente sotto, entrò al Florian si tolse la pelliccia rimanendo in piedi completamente nuda<ref name=":0" />.
 
Nel 1988, da un'idea di Daniela Gaddo Vedaldi, Stefano Stipitivich e Roberto Nardi per ricordare che proprio al Florian nacque la Biennale, si realizza il progetto di aprire il Caffè all'arte contemporanea. Agli artisti invitati si chiede di reinterpretare in chiave moderna le sale del caffè attraverso una installazione. Tra gli artisti si ricordano [[Bruno Ceccobelli]], [[Mimmo Rotella]], [[Fabrizio Plessi]], [[Gaetano Pesce]], Luca Buvoli, Arcangelo, Irene Andessner, Joselita Giuffrida, Fausto Gilberti, Botto&Bruno, Marco Tirelli, Pietro Ruffo, Omar Galliani , Aron Demetz, Paolo William Tamburella, Matteo Pugliese e Qiu Zhijie. Il Florian nel corso degli anni ha aperto poi le sue sale ad artisti del vetro contemporaneo (Toots Zynsky, Richard Marquis, Yoichi Oira, ecc.), alla fotografia ([[Gianni Berengo Gardin]]) e al design ([[Alessandro Mendini]]).