Piazza Scossacavalli: differenze tra le versioni

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La ragione più probabile del nome fu invece la scoperta, vicino alla piazza, di una coscia di una statua equestre romana (''coxa caballi'' in [[latino volgare]]).<ref name=gi9208/><ref name=ca50>{{Cita|Cambedda|p. 50}}</ref>
 
La piazza ebbe anche molti altri nomi, tutti legati a cardinali proprietari o inquilini dei palazzi che circondavano la piazza (specialmente [[Palazzo dei Penitenzieri|palazzo della Rovere]]);<ref name=de857/> essa venne chiamata ''Piazza di San Clemente'' ([[Domenico della Rovere]] fu [[cardinale]] [[San Clemente (titolo cardinalizio)|titolare]] di [[Basilica di San Clemente al Laterano|San Clemente al Laterano]]), ''Piazza di Trento'' ([[diocesi]] del Cardinale [[Carlo Gaudenzio Madruzzo]] che acquistò nel 1609 il palazzo per 26.000 ''[[Scudo pontificio|scudi]]'') <ref name=gi9226>{{Cita|Gigli (1992)|p. 26}}</ref>, ''Piazza d'Aragona'' (dal cardinale [[Luigi d'Aragona]], nipote naturale del re [[Ferdinando I di Napoli]] e padre della ''cortigiana'' e poetessa [[Tullia d'Aragona]], il quale visse nel palazzo dal 1514), <ref name=gi9224>{{Cita|Gigli (1992)|p. 24}}</ref><ref>{{DBI|nome = Luigi d'Aragona|nomeurl =luigi-d-aragona|autore = Gaspare de Caro|anno = 1961|pagine = |volume = 3|accesso = 1febbraio 2020|citazione =|cid = }}</ref> ''Piazza Salviati'' (dal cardinale [[Giovanni Salviati]], nipote di [[papa Leone X]] (r. 1513-21), affittuario del palazzo dal 1524).<ref name = gi9224/><ref name=gi9207/><ref name=ce20>{{Cita|Ceccarelli|p. 20}}.</ref>
 
==Storia==
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In epoca romana, il futuro rione di Borgo, parte dell'[[ager Vaticanus]], era attraversato da due strade: la [[via Cornelia]] che partiva da [[Ponte Milvio]] e - correndo lungo la riva destra del [[Tevere]] - raggiungeva il [[Mausoleo di Adriano]], e la [[via Trionfale|via Triumphalis]], che attraversava il Tevere sul ''[[Pons Neronianus]]'', dirigendosi a nord in direzione [[Monte Mario]] e poi confluendo sulla ''[[via Cassia]]''.<ref name = gi9>{{Cita|Gigli (1990)|p. 9}}</ref> Molti studiosi pensano che le due strade si incrociassero in un luogo corrispondente a Piazza Scossacavalli.<ref name=gi9209>{{Cita|Gigli (1992)|p. 9}}</ref><ref name=bor4>{{Cita|Borgatti|p. 4}}</ref>
 
Nel [[Medioevo]] la piazza consisteva in uno spazio aperto di forma irregolare circondato da piccole case e [[fornace|fornaci]] di mattoni.<ref name=bor62>{{Cita|Borgatti|p. 62}}</ref> Sul lato est si trovava la chiesa di ''San Salvatoris de coxa caballi'', in seguito denominata ''San Salvatore de Bordonia'' e infine nel 1250 dedicata a [[Giacomo il Maggiore|San Giacomo]].<ref name=gi9208/> Il lato nord della chiesa era fiancheggiato da una stradina cieca che terminava con un orto e la ''[[Meta Romuli]]'', una [[piramide]] simile a [[piramide cestia|quella di Gaio Cestio]] sulla [[via Ostiense]],<ref name=bor161>{{Cita|Borgatti|p. 161}}</ref> mentre il lato sud della piazza era attraversato dalla strada detta ''Carriera Martyrum'' (il futuro Borgo Vecchio). A nord della piazza c'era invece un terreno su cui i mattoni prodotti dalle fornaci venivano messi ad asciugare.<ref name=bor161/> In questa zona durante il 15°º secolo il cardinale [[Ardicino della Porta iuniore|Ardicino della Porta il giovane]] possedeva diverse case e terreni.<ref name=bor161/>
 
===Rinascimento===
[[File:SanGiacomoScossacavalli1915.jpg|thumb|Piazza Scossacavalli e Borgo Vecchio verso est durante l'inondazione del Tevere del 15 febbraio 1915]]
L'età d'oro della piazza iniziò con il Rinascimento e [[papa Sisto IV]] (1471-1484 ca.) il quale, dopo aver riparato le strade di Borgo Santo Spirito e [[Borgo Sant'Angelo]], il 1°º gennaio 1474 promulgò una [[bolla papale]] nella quale concedeva molti benefici a coloro i quali avrebbero costruito edifici in Borgo più alti di 7 ''[[Canna (unità di misura)|canne]]'' (15 m circa).<ref name=gi9025>{{Cita|Gigli (1990)|p. 25}}</ref> Il primo a far uso di questa legge fu il cardinale [[Domenico della Rovere]], nipote del papa, che negli ultimi due decenni del 15°º secolo fece costruire sul lato sud della piazza lungo Borgo vecchio (ai n. 139-158) il [[palazzo dei Penitenzieri|suo palazzo]], ottenendo nel 1481 dal Papa l'esenzione dal pagamento della tassa sul ''[[patrimonio|censo]]'';<ref name=aur125>{{Cita|Aurigemma| p. 125}}</ref> l'edificio fu forse progettato dall'architetto fiorentino [[Baccio Pontelli]]<ref name=gi9025/><ref name=gi9222>{{Cita|Gigli (1992)|p. 22}}</ref><ref name=cam48>{{Cita|Cambedda|p. 48}}</ref>
 
Nel 1499 [[papa Alessandro VI]] (r. 1492-1503) aprì per l'[[Anno Santo]] del 1500 la strada che dapprima porto' il suo nome (''via Alessandrina'') e successivamente quello di [[Borgo Nuovo (Roma)|Borgo Nuovo]]. La nuova strada attraversava la piazza lungo il suo lato nord e, a causa di ciò e dell'attraversamento di Borgo Vecchio sul lato sud, piazza Scossacavalli divenne il fulcro del rione <ref name=cam47>{{Cita|Cambedda|p. 47}}</ref> e lo snodo fra Borgo Vecchio, che divenne una strada isolata, popolare e semplice, e Borgo Nuovo, arteria prestigiosa, turistica e piena di traffico.<ref name = ca62>{{Cita|Cambedda|p. 62}}</ref> Il papa concesse privilegi speciali, come esenzioni fiscali, a chi fosse stato disposto a erigere edifici alti almeno 5 canne (11 m ca.) lungo la nuova strada.<ref name=gi44>{{Cita|Gigli (1992)|p. 44}}</ref> [[Adriano Castellesi]], tesoriere di papa Alessandro VI e successivamente cardinale di Corneto (oggi [[Tarquinia]]), nel 1504 acquistò i terreni sul lato nord della piazza, occupati da un giardino e da diverse piccole case,<ref name=bor161/> e vi fece costruire (probabilmente da [[Donato Bramante]]) [[Palazzo Torlonia|un palazzo]], che segue le linee del [[Palazzo della Cancelleria]].<ref name=gi9272>{{Cita|Gigli (1992)|p. 72}}</ref> Castellesi nel 1505 donò il palazzo, ancora incompiuto, a [[Enrico VII d'Inghilterra]], che ne fece l'ambasciata inglese a Roma; nel 1519 [[Enrico VIII d'Inghilterra]] lo regalò al cardinale [[Lorenzo Campeggi]]. <ref name=gi9264>{{Cita|Gigli (1992)|p. 64}}</ref>
 
Lungo il lato ovest di piazza Scossacavalli, all'angolo con Borgo Vecchio, nel 15°º secolo c'era una casa di proprietà di Bartolomeo Zon,<ref name=gi9046>{{Cita|Gigli (1992)|p. 46}}</ref> dove vennero ospitate due regine deposte: [[Caterina di Bosnia]], che visse lì nel 1477-78,<ref name=bo162>{{Cita|Borgatti|p. 162}}</ref> e [[Carlotta di Cipro]].<ref name=bo163>{{Cita|Borgatti|p. 163}}</ref> Alcuni anni dopo, all'altra estremità del lato ovest, all'angolo con Borgo Nuovo, la famiglia Caprini di [[Viterbo]] fece erigere dal [[Bramante]] la sua residenza romana.<ref name=gi44/> Il palazzo fu poi acquistato da [[Raffaello]], che lo completò e vi trascorse gli ultimi 3 anni della sua vita, morendo lì nel 1520.<ref name=gi46>{{Cita|Gigli (1992)|p. 46}}</ref> Dopo il 1584, dopo aver cambiato diversi proprietari, il palazzo fu acquisito da Camilla Peretti, sorella di [[Papa Sisto V]] (r. 1585-1590), la quale agì per conto di suo fratello per donarlo al nipote, il cardinale [[Alessandro Peretti]] di [[Montalto di Castro|Montalto]].<ref name=gi50>{{Cita|Gigli (1992)|p. 50}}</ref> La Peretti acquistò anche alcune case situate fra Piazza Scossacavalli e Borgo Vecchio, così che il palazzo poté essere ingrandito raggiungendo così la sua massima estensione.<ref name=gi50/>
 
Sul lato est, poco dopo il 1520 la [[Confraternita (Chiesa cattolica)|confraternita]] del [[Santissimo Sacramento]] iniziò a ricostruire la chiesa di [[San Giacomo a Scossacavalli|San Giacomo]], scegliendo come architetto [[Antonio da Sangallo il Giovane]], ma a causa della mancanza di fondi la facciata del tempio nel 1590 era ancora incompiuta; <ref name = gi9210>{{Cita|Gigli (1992)|p. 10}}</ref> la costruzione fu terminata due anni dopo grazie a un lascito testamentario.<ref name = gi9210/> La chiesa era separata da Borgo Nuovo da una stradina e da una casa appartenente all'[[arcispedale di Santo Spirito in Saxia|Ospedale di Santo Spirito]]; durante il pontificato di [[Sisto IV]] (r. 1471-84) essa era stata affittata a lungo a un valoroso [[condottiero]], Andrea della Casa Dennesia.<ref name=gi9207/>
 
===Barocco ed età moderna===
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Palazzo Castellesi invece, dopo aver cambiato diversi proprietari, tra cui le famiglie Campeggi, [[Borghese (famiglia)|Borghese]] e [[Colonna (famiglia)|Colonna]], fu acquistato nel 1720 dal conte Pietro Giraud e nel 1820 dalla famiglia [[Torlonia]], che ancora lo possiede.<ref name=gi9270>{{Cita|Gigli (1992)|p. 70}}</ref>
 
Nel 19°º secolo, l'unico intervento di rilievo in piazza Scossacavalli fu la costruzione all'interno del [[Palazzo dei Convertendi]] di un [[Oratorio (architettura)|oratorio]] riccamente decorato dedicato a [[San Filippo Neri]] con ingresso sulla piazza.<ref name=bor211>{{Cita|Borgatti| p. 211}}</ref>
 
===Demolizione===
Negli anni '30 del novecento, con la decisione di aprire una grande strada tra Castel Sant'Angelo e San Pietro, il destino della piazza fu segnato: la [[spina di Borgo]] con piazza Scossacavalli fu demolita tra il 29 ottobre 1936 e l'8 ottobre 1937.<ref name=gi3390>{{Cita|Gigli (1990)|p. 33}}</ref> Tra gli edifici che circondavano la piazza, la chiesa di San Giacomo fu demolita nel 1937;<ref name=gi9212>{{Cita|Gigli (1992)|p. 12}}</ref> il Palazzo dei Penitenzieri, che era in uno stato fatiscente,<ref name=gi9228>{{Cita|Gigli (1992)|p. 28}}</ref> non fu abbattuto ma subì un pesante restauro nel 1949, e ora si affaccia sul lato sud di via della Conciliazione; il palazzo dei Convertendi fu demolito, ma alcuni elementi del suo prospetto lungo Borgo Nuovo, compreso il portale sormontato da un bellissimo balcone attribuito a [[Carlo Fontana]] o [[Baldassarre Peruzzi]],<ref name=gi56>{{Cita|Gigli (1992)|p. 56}}</ref> furono riutilizzati in un palazzo moderno che porta il suo nome ed eretto lungo il lato nord di via della Conciliazione; Palazzo Torlonia rimase intatto, e fu l'unico edificio non modificato durante i lavori per l'apertura della nuova strada,<ref name=gi9260>{{Cita|Gigli (1992)|p. 60}}</ref> divenendo anch'esso parte del lato nord della nuova arteria; <ref name=gi9260/> la fontana di [[Carlo Maderno]] fu smontata nel 1941 e conservata nei depositi comunali fino al 1957, quando fu rimontata di fronte a [[Basilica di Sant'Andrea della Valle|Sant'Andrea della Valle]] (anch'essa opera del Maderno), anche se diverse parti (tra cui la coppa superiore, che era di epoca romana) non furono più ritrovate e dovettero essere rifatte.<ref name=re171>{{Cita|Renzi|p. 171}}</ref>
 
Il ricordo della piazza sopravvive in una stradina ("via Scossacavalli") che collega Borgo Santo Spirito con [[Via della Conciliazione]].<ref name=de857/>