Duello: differenze tra le versioni
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Un '''duello''' è un [[combattimento]] formalizzato tra due persone. Nelle modalità in cui è stato praticato dal [[XV secolo]] in poi nelle [[Società occidentale|società occidentali]], un duello ricade sotto una precisa definizione: combattimento consensuale e prestabilito che scaturisce per la difesa dell'onore, della giustizia e della rispettabilità e che si svolge secondo regole accettate in modo esplicito o implicito tra uomini di medesimo ceto sociale e armati nel medesimo modo.
L'obiettivo primario del duello non è mai l'estinzione fisica dell'avversario quanto ottenere ''soddisfazione'', ovvero ristabilire l'[[onore]] e la rispettabilità dimostrando la ferma volontà di mettere in gioco la propria incolumità per esse.
{{Vedi anche|Duello (Iliade)|Duello di Dio}}▼
L'''[[Iliade]]'' contiene numerosi duelli, fra i quali, ad esempio, lo scontro fra [[Paride]] e [[Menelao]] e quello fra [[Ettore]] e [[Achille]]. Il duello, quale mezzo di riparazione di ingiurie, era sconosciuto nell'antichità, se non per trarre [[divinazione|auspicio]], una pratica che veniva utilizzata soprattutto dai [[Germani]]: essi erano usi, infatti, rapire un soldato di un popolo nemico prima di una [[battaglia]] e farlo sfidare da un loro combattente, cercando di prevedere l'andamento dello scontro dall'esito del duello.▼
Il duello sopra descritto è generalmente tipico delle classi elevate, poiché per classi più popolaresche esiste il ''duello rusticano'', solitamente svolto con pugnali e con regole meno rigorose.
Il duello è infatti per definizione svolto tra persone dello stesso ceto sociale (non economico). Non ha infatti senso che persone di ceto sociale diverso, e dunque dalla sensibilità profondamente diversa, si scontrino per motivazioni di onorabilità che sono inevitabilmente differenti tra i due.
Se infatti un gentiluomo fosse stato insultato da un individuo di classe inferiore, per il primo è più corretto farlo redarguire o battere dai propri servitori.
== Storia del duello ==
==== Il duello nell'''Iliade'' ====
L'''[[Iliade]]'' contiene numerosi duelli, fra i quali, ad esempio, lo scontro fra [[Paride]] e [[Menelao]] e quello fra [[Ettore]] e [[Achille]].
==== Il Medioevo e il combattimento giudiziario ====
{{vedi anche|Duello di Dio}}
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Il combattimento giudiziario, altrimenti chiamato ''processo per combattimento'', ovvero la pratica di risolvere i contenziosi legali attraverso una sfida all'ultimo sangue, trovava invece larga applicazione in un numero di popolazioni germaniche, tanto che se ne trova applicazione nei sistemi di leggi di [[Franchi]], [[Turingi]], [[Frisoni]], [[Sassoni]] e [[Longobardi]]. La veloce diffusione del duello giudiziario era favorita dal carattere combattivo di quei popoli che, peraltro, venendo in contatto con gli insegnamenti del [[Cristianesimo]], si rafforzarono nella loro istituzione, anziché abbandonarla. Infatti, se era vero, come ammaestrava la nuova religione, che [[Dio]] fosse la verità e la giustizia stesse, non avrebbe potuto permettere che nel duello prevalesse l'ingiusto.
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Nel [[1168]] [[Luigi VII di Francia|Luigi ''il Giovane'']] concordò con la Chiesa una carta che stabiliva come a [[Orléans]] e dintorni non era possibile ottenere soddisfazione dei debiti inferiori ai 5 soldi col combattimento; questa regola fu completata con la riforma dei diretti domini di [[Luigi IX di Francia|Luigi IX]] nel [[1260]], che tra le altre cose sostituì la prova per testimoni alla prova per combattimento.
==== I Comuni e lo sviluppo del duello per ''soddisfazione'' ====
Il passaggio dal duello come mezzo di risoluzione delle controversie al mezzo di difesa dell'onore si ebbe nel [[XV secolo]], in cui si stabilì l'usanza, tutta aristocratica, di chiedere al re l'autorizzazione a combattere in campo chiuso a fronte di un'offesa ricevuta. Il re, che assisteva al combattimento, poteva interromperlo in qualunque momento, gettando lo scettro tra i combattenti. La superstizione ancorata alla presenza del ''giudizio di Dio'', tale quindi da assicurare la vittoria al giusto e la punizione all'ingiusto, non venne abbandonata, ma il combattimento assunse certamente più un carattere di guerra privata, per motivi più personali che di persecuzione legale.
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Un canone del [[1563]] promulgato durante il [[Concilio di Trento]] insorse contro questa pratica, minacciando di [[scomunica]] tutti coloro che partecipassero a qualunque forma di duello: i duellanti, i padrini (coloro che accompagnavano i duellanti al combattimento), i giuristi che vegliassero sullo scontro, gli spettatori, l'imperatore, i re, i duchi, i principi, i marchesi, i conti e qualsiasi altro signore avesse offerto un terreno su cui avesse permesso la ''singolar tenzone''. E, come settecento anni prima, vietò la sepoltura ecclesiastica per chi fosse morto nello scontro.
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Il potere civile, dal canto suo, non tardò a seguire la Chiesa, posto che i duelli decimavano l'aristocrazia ed indebolivano così il pilastro della società del tempo: nel [[1599]] il [[re di Francia]] [[Enrico IV di Francia|Enrico IV]] promulgò una legge che proibiva la riparazione alle ingiurie attraverso il duello, intimando ai contendenti di rivolgersi ai tribunali ordinari. Le manchevolezze nei controlli furono evidenti per il fatto che un cronista del tempo, [[Pietro de l'Étoile]], evidenziò la morte in duello di più di 7.000 ''gentiluomini'' tra il [[1589]], anno di ascesa al trono di Enrico, e il [[1608]].
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Il ''barbaro costume del duello'' fu duramente attaccato da [[Jean-Jacques Rousseau|Rousseau]] durante l'[[Illuminismo]], che tanto cambiò la società francese – ma i risultati furono disastrosi, se è vero, come sembra, che le dispute cominciarono a essere lavate col sangue anche tra ''gentiluomini'' della neonata [[borghesia]], al punto che chi si rifiutava di battersi era da considerarsi disonorato.
La [[Rivoluzione francese]] e l'[[Napoleone Bonaparte|era napoleonica]] travolsero tutto e anche il costume del duello divenne un argomento di secondaria importanza nelle assemblee del legislatore: l'attenzione al problema venne meno, tanto che nel Codice Penale del [[1791]] e in quello del [[1810]] non si fa menzione degli scontri tra ''gentiluomini'' – probabilmente con la convinzione che, distrutta l'aristocrazia, il vizio fosse morto con questa
In realtà va anche notato come Napoleone fosse un militare, e l'esercito fosse un luogo in cui si rispettavano puntigliosamente le regole dell'onore, incluse quelle del duello, anche se proibito da regolamenti e leggi. In ambito militare i duellanti dovevano essere dello stesso grado, cosa che limitava i duelli possibili, ma la fellonia e la viltà erano punite e comportavano quasi sempre l'abbandono dell'esercito.
L'esercito della prima repubblica e di Napoleone fu un esercito di leva, popolare, povero di "veri" aristocratici e pieno di profondo disprezzo per il vecchio ordine sociale, eppure permeato da norme d'onore di derivazione aristocratica.
Si può dire che tra la fine del Settecento e la restaurazione, proprio attraverso la militarizzazione della società francese, il duello conobbe una seconda giovinezza.
Nel [[1832]], il matematico [[Évariste Galois]], [[ragazzo prodigio]], fu ucciso in un duello.
=== L'Inghilterra: il caso Thornton ===▼
L'ultimo duello noto si è svolto il 22 aprile [[1967]] a [[Neuilly-sur-Seine]] tra i deputati René Ribière (1922-1998) e [[Gaston Defferre]] (1910-1986)<ref>François Guillet, ''La mort en face: histoire du duel de la Révolution à nos jours'', Aubier, 2008.</ref>.
▲==== L'Inghilterra: il caso Thornton ====
In [[Inghilterra]] il combattimento giudiziario nel frattempo era sopravvissuto come strumento processuale uniformemente e universalmente accettato – sebbene fosse stato da lungo tempo abbandonato dalle procedure penali –, tanto che solo nel [[1819]] venne eliminato dal codice. Il duello d'onore, d'altro canto, era reputato uno strumento illegale, ancorché molto praticato. L'istanza di abrogazione [[Parlamento del Regno Unito|parlamentare]] venne per la prima volta nel [[1818]], al processo [[Ashford contro Thornton]] per omicidio. L'accusato, Thornton appunto, invocò l'antica legislazione che permetteva di giustificarsi combattendo, un'istruttoria che fu accolta esclusivamente perché nessuno aveva ancora abrogato un articolo vecchio di secoli e ampiamente desueto. L'accusatore, Ashford, ritirò l'accusa, assai meno sicuro della propria forza che della giustizia divina.
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Nelle isole britanniche i duelli però erano molto diffusi, sia in ambiente militare che nelle componenti non inglesi della società. In particolare Scozia ed Irlanda sembrano aver conosciuto molti duelli nel corso del XVIII secolo, con una maggiore diffusione del fenomeno durante i periodi di guerra o poco dopo. Il codice dei duelli irlandesi, pubblicato in diversi trattati anonimi alla fine del Settecento, e particolarmente rigoroso, rappresentava una società irlandese aristocratica molto affezionata alla pratica del duello, in particolar modo il Triniity College di Dublino era famoso come pericoloso focolaio di duelli tra gentiluomini.
La pratica del duello in Gran Bretagna riguardò sempre e solo aristocratici e militari; solo dopo il 1820 cominciarono a verificarsi duelli tra borghesi "meccanici": proprio questo aspetto, secondo Antony Appihà (in "Le regole dell'onore") contribuì, più della stretta legislativa, a rendere il duello desueto.
Comunque ancora negli anni venti-trenta del XIX secolo il duello era molto diffuso, tanto che l'irlandese primo ministro Duca di Wellington, eroe nazionale, mentre era in carica si sentì obbligato ad un duello con un membro dell'opposizione che lo aveva insultato. Va anche aggiunto che nel XIX secolo i duelli britannici non erano quasi mai all'ultimo sangue, anche se generalmente combattuti con le pistole, armi che, a differenza delle spade, non permettevano di dosare la violenza.
Le regole del duello irlandese si diffusero notevolmente sia in Inghilterra che nelle colonie inglesi, dove il duello "passò di moda" verso la metà del XIX secolo, in maniera analoga a quanto avvenuto nella metropoli.
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[[File:Costi, Michele – Progetto di una processura criminale e dei mezzi per estirpare il duello, 1839 – BEIC 13829176.jpg|miniatura|Michele Costi, ''Progetto di una processura criminale e dei mezzi per estirpare il duello'', 1839]]
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I reati "cavallereschi" (duello, sfida a duello, ecc.) sono stati depenalizzati nel 1999<ref>Vincenzo Pezzella, ''Nota a Cassazione penale , 11 febbraio 2003, n.12698, sez. V'', in Dir. e giust., fasc.17, 2003, pag. 41, risale "ad un precedente ormai depenalizzato che sa di tempi passati, della sfida a duello (art. 394 Cp) che rimaneva assorbita dall’uso di armi in duello (art. 396 Cp)".</ref>, dimodoché il reato non consiste più nella sfida in quanto tale, ma esclusivamente nelle eventuali lesioni personali procurate, naturalmente con le attenuanti {{citazione necessaria|dovute all'offesa subita: di fatto il duello in cui i contendenti non riportino lesioni personali in Italia è diventato legale.}} L'intento modernizzatore del legislatore del 1999 "traspare dall'abrogazione delle fattispecie di duello, del tutto desuete e, soprattutto, retaggio di una visione che anteponeva la tutela dell'ordine cavalleresco a quella, "svenduta" con pene irrisorie, del bene vita"<ref>Ombretta Di Giovine, ''La nuova legge delega per la depenalizzazione dei reati minori tra istanze deflattive e sperimentazione di nuovi modelli'', in Rivista italiana di diritto e procedura penale 2000, p. 1407, fasc. 4, 1 dicembre 2000.</ref>.
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Le classi alte dei paesi Sudamericani hanno sempre seguito le medesime regole cavalleresche europee circa il duello, con la differenza che le legislazioni locali sono sempre state più permissiviste in materia, in particolare in [[Perù]] e [[Paraguay]], ma anche in [[Messico]] e [[Brasile]]. Infatti in base ai Codici di questi Paesi il duello costituisce raramente reato di per sé, tanto che vi sono casi d'attualità che riguardano duelli perfino tra esponenti politici: il più eclatante avvenne nel [[2002]] allorché il parlamentare peruviano [[Eittel Ramos]] sfidò pubblicamente a duello il Vicepresidente [[David Waisman]], che lo aveva definito «pusillanime» per aver accusato la primadonna Eliane Toledo Karp di essere una «guida tribale». Il duello si svolse, in modo riservato, con la pistola nella spiaggia di Conchan, 30 chilometri a sud di Lima, senza conseguenze rilevanti per la salute dei due contendenti.<ref>Corriere della Sera 26 settembre 2002.</ref>.
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I '''"duelli nel West"''', dopo il [[1860]], invece non erano paragonabili al "vero" duello, erano molto rari e eseguiti con normali pistole; inoltre non avvenivano secondo le regole dell'onore tipiche dei manuali irlandesi e continentali in uso negli stati che costituirono la confederazione ad inizio [[XIX secolo|Ottocento]].
=== Il duello nella tradizione orientale ===
==== Islam ====
Il duello "a singolar tenzone" fa parte della tradizione [[islam]]ica, che ha conservato le tradizioni del periodo della [[Jāhiliyya]], in cui il coraggio del singolo era esaltato al pari del valere della [[tribù]] di appartenenza.
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Nel periodo di vita del [[profeta]] [[Maometto]], [[Ibn Ishaq]] riporta un gran numero di scontri tra singoli esponenti avversari e, ancora all'epoca delle guerre del periodo del [[califfato dei Rashidun]], furono attive formazioni d'''élite'' (i [[Mubarizun|Mubārizūn]], ossia "Duellanti") incaricati di risolvere col duello la possibile soluzione delle imminenti battaglie. Un classico esempio è la "singolar tenzone" che, nel gennaio del [[637]], oppose il comandante [[Sasanidi|sasanide]] Shahriyār a un "campione" musulmano che, avendo la meglio sull'avversario, indusse i Persiani ad abbandonare il programmato scontro sotto [[Ctesifonte]].
==== Giappone ====
[[File:Miyamoto-Musashi-Fights-Sasaki-Kojiro-at-Ganryujima-Ukiyo-e.png|miniatura|Rappresentazione del duello fra [[Miyamoto Musashi]] e [[Sasaki Kojirō]], il 14 aprile 1602]]
Nel [[periodo Edo]], in Giappone, esisteva una tradizione duellistica {{nihongo|決闘|kettō}} tra esponenti della classe dei [[samurai]].
Il 14 aprile 1612 il famoso spadaccino [[Miyamoto Musashi]] sconfisse il suo rivale [[Sasaki Kojirō]] nell'isola di Funajima. Si dice che Musashi abbia combattuto oltre 60 duelli senza essere mai sconfitto, anche se si tratta di una stima prudenziale che probabilmente non tiene conto delle morti per sua mano avvenute nelle battaglie maggiori.
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{{Organizzare|Sezione a cui è stato unita parte dell'allora lunghissimo incipit in cui parlava solo delle regole. Le due parti vanno fuse adeguatamente}}
▲=== Finalità ===
▲L'obiettivo primario del duello non è mai l'estinzione fisica dell'avversario quanto ottenere ''soddisfazione'', ovvero ristabilire l'[[onore]] e la rispettabilità dimostrando la ferma volontà di mettere in gioco la propria incolumità per esse. I duelli così delineati si distinguono affatto dalla pratica [[Medioevo|medievale]] del ''processo per combattimento'', poiché il duello non è un procedimento legalmente accettato. Infatti, il duello moderno è un'azione che si contrappone al monopolio della [[forza]] rivendicato dallo [[Stato moderno]]: ecco perché il suo svolgimento era illegale o al più tollerato dalla legge<ref>[[Fulco Lanchester]], [https://www.senato.it/application/xmanager/projects/leg18/file/Lanchester,%20Il%20crollo%20del%20regime%20fascista%20e%20una%20vertenza%20cavalleresca.pdf ''Il crollo del regime fascista e una vertenza cavalleresca'', MemoriaWeb -Trimestrale dell'Archivio storico del Senato della Repubblica - n. 23 (Nuova Serie), settembre 2018], p. 4 nota 19.</ref>.
È sempre richiesta la presenza di un medico.
Il duello ha luogo generalmente su richiesta di uno dei contendenti (lo sfidante) per ottenere la riparazione di un'offesa che, secondo le regole cavalleresche italiane, può essere di tre tipi in ordine crescente di gravità:
1) Offesa semplice: trattasi genericamente di offese ritenute non gravissime; arma adatta: spada.<br />
2) Offesa grave: trattasi di offese riguardanti generalmente l'onorabilità personale; arma adatta: sciabola.<br />
3) Offesa atroce: trattasi di offese che coinvolgono gli affetti familiari; arma adatta: pistola.
Chi, avendo commesso un'offesa oggettivamente riconosciuta tale dalla società rifiuta un duello è detto ''vile'', chi lo accetta e poi non si presenta ''[[fellonia|fellone]]''.
L'eventuale scelta delle armi (se cioè non ci si attenga allo schema su esposto) spetta comunque all'offeso, che attraverso i padrini ne fa comunicazione all'offensore, il quale però può reclamare l'uso dell'arma tipica. I padrini si accordano su tutte le modalità (distanza tra i duellanti, uso delle armi, modalità di svolgimento, termine del duello e così via). Gli stessi hanno poi il compito di verificare la funzionalità delle armi e di custodirle intonse fino all'inizio del duello.▼
Il duello si svolge di regola all'alba, fuori città, in un'atmosfera solenne e retoricamente purificatoria. Esso termina solitamente alla prima ferita, sicché il vincitore del duello è colui che è rimasto incolume. Nelle tipologie di offesa 2 e 3 ci si può però accordare di fermarsi solo allorché uno dei duellanti sia di fatto impossibilitato a continuare. Se si stabilisce che il duello debba finire solo con la morte di uno dei due contendenti, viene chiamato ''all'ultimo sangue''. I duelli all'ultimo sangue sono in genere ritenuti barbari e comunque contemplabili solo nei casi più gravi della terza tipologia di offesa.
I duelli possono essere combattuti con diversi tipi di [[spada]] (come per esempio la [[sciabola]] o lo [[stocco (arma)|stocco]]) o, dal [[XVIII secolo|Settecento]], con la [[pistola]]. Alcuni armaioli si erano specializzati nella fabbricazione di ''pistole da duello'' a colpo singolo, utili esclusivamente allo scopo del combattimento regolamentato tra due persone.
Dopo l'onta la parte offesa chiede ''soddisfazione'' a chi ha perpetrato l'insulto comunicandoglielo inequivocabilmente con un gesto simbolico come buttare un [[guanto]] davanti a lui. Il simbolismo, che si rifaceva ai cavalieri medievali, era indicato nell'esplicita richiesta fatta ''da pari a pari'' da parte di chi chiedeva soddisfazione: lo sfidato deve accettare (da cui il detto "raccogliere il guanto della sfida") o ritenersi disonorato. Contrariamente all'idea comune, schiaffeggiare qualcuno col guanto non costituisce una sfida di per sé, ma la costituisce sempre da parte dello sfidato, che schiaffeggiando lo sfidante col suo stesso guanto inequivocabilmente accetta la tenzone.
Le controparti nominano una persona di fiducia in loro rappresentanza (un ''secondo'') il cui scopo è selezionare un luogo di ritrovo, col criterio dell'intimità e della riservatezza, affinché il duello possa svolgersi senza interruzioni. Per questa stessa ragione, e per seguire una tradizione che si radicò molto presto, i duelli hanno luogo solitamente all'alba. È altresì dovere dei secondi accertarsi che le armi utilizzate siano uguali, e che il duello sia corretto.
A scelta della parte lesa, il duello può essere:
* ''al primo sangue'', interrotto non appena uno dei duellanti sia stato ferito dall'altro, anche in modo lieve;
* Tale da proseguire finché uno dei duellanti non sia così ferito o stanco da essere fisicamente incapace di continuare;
* ''all'ultimo sangue'', sino alla morte di uno dei contendenti.
In alcuni duelli di spada non era infrequente che il secondo intervenisse per sostituire il contendente che per qualche ragione non poteva continuare - una pratica permessa quando il duellante sostituito non aveva le capacità per maneggiare con perizia un'[[arma bianca]].
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Molti duelli furono evitati per le difficoltà di convenire le condizioni del ''methodus pugnandi''. Per esempio, nel duello cui avrebbe dovuto prendere parte il dottor [[Richard Brocklesby]], non ci si mise d'accordo sul numero di passi; nella questione tra [[Mark Akenside]] e [[Henry Ballow]], il primo aveva affermato che non avrebbe mai combattuto di mattina, il secondo si rifiutava di duellare al pomeriggio. [[John Wilkes]], che al contrario non badava alle ciance quando doveva duellare, quando gli fu chiesto da [[William Talbot, I Conte di Talbot|Lord Talbot]] quante volte avrebbe inteso sparare, rispose: «tanto spesso quanto la Signoria Vostra desidera; ho portato con me una borsa di proiettili e una sacca di polvere da sparo.»
▲=== Le regole ===
▲La regolamentazione è stata progressivamente abolita adall'ordinamento giuridico, solitamente il duello è estraneo alla legge ufficiale, che lo vieta o al più lo tollera, ed è visto dai contendenti come un'azione sostitutiva della stessa legge, assente o ritenuta insoddisfacente ai fini della giustizia. Il duello ha luogo generalmente su richiesta di uno dei contendenti (lo sfidante) per ottenere la riparazione di un'offesa
▲Generalmente, i contendenti sono generalmente accompagnati da due ''padrini'', cui spetta il compito di organizzare il duello nel rispetto delle regole cavalleresche: il ''secondo'', accompagnatore cui può in particolarissime tipologie di duello essere consentito di prendere parte al combattimento, e il ''testimone'', cui spettano in particolare i compiti di osservazione e vigilanza. In particolari duelli il numero di secondi e testimoni può essere maggiore.
▲Secondo il [[codice cavalleresco]] in Europa, l'invito può avvenire personalmente (tipico il cosiddetto ''[[schiaffo]]'' che l'offeso dà col guanto all'offensore, il quale a sua volta raccoglierà il guanto gettato a terra se avrà accettato la sfida) o per interposta persona. Comunque entro le 24 ore l'offeso invia i suoi padrini all'offensore, che già dovrebbe aver scelto i suoi. Chi, avendo commesso un'offesa oggettivamente riconosciuta tale dalla società rifiuta un duello è detto ''vile'', chi lo accetta e poi non si presenta ''[[fellonia|fellone]]''.
▲L'eventuale scelta delle armi (se cioè non ci si attenga allo schema su esposto) spetta comunque all'offeso, che attraverso i padrini ne fa comunicazione all'offensore, il quale però può reclamare l'uso dell'arma tipica. I padrini si accordano su tutte le modalità (distanza tra i duellanti, uso delle armi, modalità di svolgimento, termine del duello e così via). Gli stessi hanno poi il compito di verificare la funzionalità delle armi e di custodirle intonse fino all'inizio del duello.
== Note ==
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{{Controllo di autorità}}
{{portale|antropologia
[[Categoria:Antropologia sociale]]
[[Categoria:Violenza]]▼
[[Categoria:Pratiche illegali]]▼
[[Categoria:Rituali]]
▲[[Categoria:Pratiche illegali]]
▲[[Categoria:Violenza]]
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