Antonio Bassi: differenze tra le versioni

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Prende parte alla [[prima guerra mondiale]] come ufficiale del 154º fanteria e nel maggio 1917 viene gravemente ferito [[Castagnevizza]] nella [[decima battaglia dell'Isonzo]].<ref>{{cita news |titolo="Una strada, tante storie", settimana dedicata allo scultore Antonio Bassi |pubblicazione=Il Giornale di Trani |data=30 ottobre 2013}}</ref> Ciò non gli impedisce di esporre nello stesso anno diverse opere alla I mostra d'Arte Pugliese a Bari. In seguito si dedica alle commesse pubbliche, agevolato dalla vicinanza al [[fascismo]]: è infatti segretario del Fascio di Trani e membro della federazione provinciale. Realizza monumenti pubblici, oltre che a Trani, in molti altri comuni pugliesi e lucani ([[Mola di Bari]], [[Ortanova]], [[Candela (Italia)|Candela]], [[Ginosa]], [[Martina Franca]], [[Sammichele di Bari]] e [[Bernalda]]) anche a [[Pavia]] e [[Como]], comune del quale ottiene anche la cittadinanza onoraria.<ref name=MIBACT/>
 
La militanza tuttavia non gli risparmia, il [[18 settembre]] [[1944]], di essere tra i 54 ostaggi presi dai militari tedeschi a Trani per rappresaglia dopo l'uccisione di due soldati durante un'azione di guerriglia. In quel frangente, forte della conoscenza del tedesco negozia presso il comando la liberazione sua e degli altri ostaggi: la sua iniziativa, supportata dal podestà Giuseppe Pappolla e dall'arcivescovo [[Francesco Petronelli]] è ritenuta decisiva per la positiva risoluzione della vicenda.<ref>{{cita news |url=https://www.traniviva.it/notizie/lo-scultore-antonio-bassi-ultimo-segretario-del-fascio-di-trani/ |titolo=Lo scultore Antonio Bassi, ultimo segretario del Fascio di Trani |pubblicazione=Traniviva |data=16 settembre 2008 |accesso=23 agosto 2017}}</ref>
 
Gli anni del conflitto lo ispirano nella scelta dei soggetti, sempre più rappresentativi delle vittime sociali della guerra. Nel dopoguerra si dedica prevalentemente alla committenza privata. Muore nel 1965.