Joseph Wirth: differenze tra le versioni
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Il 20 marzo [[1921]] si era tenuto in Alta [[Slesia]] una referendum sul mantenimento della regione in seno alla Germania, in cui una maggioranza del 60% optò per rimanere nei confini preesistenti. La [[Società delle Nazioni]] aveva infatti previsto come possibilità all'interno del [[Trattato di Versailles (1919)|Trattato di Versailles]] la distribuzione della regione - industrialmente molto importante - tra [[Germania]] e [[Polonia]]. Come segno di protesta da parte del governo tedesco contro la decisione, irrispettosa del concetto di [[Autodeterminazione dei popoli]], il primo governo Wirth rassegnò le dimissioni nell'ottobre 1921.
Il Presidente del Reich, [[Friedrich Ebert (padre)|Friedrich Ebert]] chiese comunque la disponibilità a Wirth per la formazione di un nuovo esecutivo ed il 26 ottobre [[1921]], il Gabinetto Wirth II era nuovamente al lavoro. Il cambiamento più importante all'interno dell'organico si registrò nel campo della politica estera: il ministro degli Esteri [[Friedrich Rosen]] venne - dopo un breve periodo gestito ''ad interim'' dallo stesso Wirth - sostituito da [[Walther Rathenau]]. Nel mese di aprile del [[1922]], una delegazione tedesca, guidata da Wirth e Rathenau presenziò per la prima volta alla [[Conferenza Internazionale Economica]] di [[Genova]]. Il 16 di aprile, a margine della Conferenza Internazionale la stessa delegazione stipulò inoltre il cosiddetto [[Trattato di Rapallo (1922)|Trattato di Rapallo]]. Il trattato aveva come scopo la ripresa delle relazioni diplomatiche ed economiche tra i due stati, Germania e Unione Sovietica, così come il definitivo regolamento delle questioni lasciate aperte dal conflitto mondiale da poco concluso. Tale accordo con l'[[Unione Sovietica]] scatenò l'ira dell'estrema destra tedesca: il 24 giugno 1922 Walther Rathenau fu vittima di un assassinio politico. In reazione a ciò, Wirth si recò al Reichstag e disse, al termine di un appassionato discorso, le ancor oggi note parole:
{{Citazione|C'è il nemico, che versa il suo veleno nelle ferite di un popolo. - C'è il nemico - e non ci sono dubbi: questo nemico è a destra!<ref>orig. ted.:''a steht der Feind, der sein Gift in die Wunden eines Volkes träufelt. – Da steht der Feind – und darüber ist kein Zweifel: dieser Feind steht rechts!''</ref>|Joseph Wirth: ''Der Reichskanzler anläßlich der Ermordung des Reichaußenministers Walther Rathenau''. Discorso al Reichstag, 25 giugno 1922<ref>Joseph Wirth (Zentrum): ''Der Reichskanzler anläßlich der Ermordung des Reichaußenministers Walther Rathenau''. In Reichstag (236ª Assemblea), 25 giugno 1922. In: ''Verhandlungen des Reichstags. Stenographische Berichte. I. Wahlperiode 1920''. Bd. 356. Berlin 1922, pagg. 8054–8058 ([http://www.dhm.de/lemo/html/dokumente/wirth/index.html online]).</ref>}}
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