Nicolino Selis: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile
Nessun oggetto della modifica
Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile
Riga 36:
 
All'inizio degli [[Anni 1980|anni ottanta]], però, i rapporti in seno al gruppo criminale cominciarono a deteriorarsi e divisi da contrasti sempre più ampi e insanabili, da gelosie e rivendicazioni, le varie anime dell'organizzazione non riuscirono più a trovare una loro compattezza dando invece luogo ad una guerra fredda che col passare del tempo si trasformerà in una vera e propria faida interna. Lo stesso Selis, dal manicomio giudiziario dove si trovava in quel momento detenuto, iniziò a mandare messaggi minacciosi agli altri componenti e a pretendere di imporre una sua personale spartizione delle ingenti somme di denaro, provento delle varie azioni delittuose. La goccia che fece traboccare il vaso, però avvenne in merito alla spartizione di una nuova fornitura di eroina. Come raccontò in seguito il pentito [[Maurizio Abbatino]]:
{{citazione|Ci fu un errore di valutazione in ordine a quanto accadeva fuori dal carcere da parte di Nicolino Selis. Questi era entrato in contatto con dei siciliani, i quali gli avevano assicurato la fornitura di tre chilogrammi di eroina. Secondo gli accordi, tale fornitura avrebbe dovuto essere ripartita al 50% tra il suo e il nostro gruppo, ma Nicolino ritenne di operare una ripartizione di due chilogrammi per i suoi e di uno per noi e, pertanto, impartì al Toscano istruzioni in tal senso. Si trattò di un passo falso: Edoardo Toscano non attendeva altro. Mi mostrò immediatamente la lettera, fornendo così la prova del "tradimento" del Selis, col quale diventava non più rinviabile il "chiarimento". In altre parole, Nicolino Selis doveva morire.<ref name="Ordinanza"/>}}}}
 
Abbatino racconterà ancora: