Danilo Abbruciati: differenze tra le versioni

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Lo scontro con Massimo Barbieri è causato, invece, da un festino organizzato da quest'ultimo con la madre di sua figlia e con la sorella. Il Camaleonte non accetta questa mancanza di rispetto e cerca di vendicarsi ma, tradito dalla pistola, inceppatasi all'ultimo momento, lo pesta a sangue con il calcio dell'arma stessa. Dal canto suo, Barbieri cerca di vendicarsi attentando alla vita di Abbruciati con un colpo di pistola alla tempia. Il proiettile, che il Camaleonte decide di far rimuovere solo a vendetta eseguita, però non lo uccide e non lascia conseguenze gravi, segnando tuttavia la condanna a morte dell'attentatore. Come se non bastasse, Barbieri si rende responsabile del rapimento e delle sevizie a danno di Fabiola Moretti. La tanto attesa occasione per la vendetta viene offerta ai Testaccini da un compare di Barbieri, [[Angelo Angelotti]], il quale sfrutta il dissidio dell'ex amico con gli esponenti della Banda per sbarazzarsi di lui, in quanto segretamente innamorato della moglie. Attirato con una scusa a un festino presso un'abitazione di Ladispoli, Barbieri viene narcotizzato e legato per poi essere torturato per ore con un coltello da Abbruciati e De Pedis. Una volta ucciso, il suo corpo viene carbonizzato e abbandonato nella campagna romana. Il 18 gennaio [[1982]] il suo cadavere viene ritrovato in una discarica vicino a Ladispoli e le condizioni sono raccapriccianti: bruciato, un occhio perforato da una lama, dei tagli sul viso, il naso spaccato e un proiettile nel cranio e uno al centro della fronte.
 
===[[Banda della Magliana#La morte di Abbruciati|La morte]]===
La forte personalità, il carisma e l'intelligenza di questo bandito lo spinge a stringere rapporti anche con neofascisti ed esponenti dei servizi segreti, che in più di una occasione, in cambio dei suoi servizi, gli offriono protezione ed impunità. Proprio un intreccio di interessi criminali tra componenti della Banda, ambienti della criminalità economica e politica, e [[Cosa Nostra]] sono alla base del tentato omicidio di [[Roberto Rosone]], vice presidente del [[Banco Ambrosiano]] quando Abbruciati perde la vita, il 27 aprile del 1982.