Collegio Romano: differenze tra le versioni
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Difficile identificare l'ideatore originale di questa rivoluzione urbanistica. Tutti e tre gli attori della demolizione e ricostruzione della piazza sono noti per il loro mecenatismo. Il Papa Chigi è famoso per la sistemazione di alcune piazze barocche di Roma, tra cui il celebre Colonnato di San Pietro; il Principe Camillo Pamphilj fu un insaziabile costruttore di nuove fabbriche, come la famosa villa al Gianicolo, il Palazzo di Valmontone<ref>Barbara Fabjan e Monica di Gregorio, Palazzo Doria Pamphilj a Valmontone, Viviani Editore, Roma 2004.</ref>, [[Chiesa di Sant'Agnese in Agone|S. Agnese in Agone]], [[Chiesa di Sant'Andrea al Quirinale|S. Andrea al Quirinale]] (vedi il sito della famiglia [http://www.doriapamphilj.it Doria Pamphilj]); infine la [http://www.gesuiti.it Compagnia di Gesù] in quegli anni era all'apogeo della sua influenza nella chiesa cattolica.
Probabilmente l'accordo semplicemente armonizzò compiutamente le esigenze delle tre istituzioni, tanto più che tra il Principe e i Gesuiti v'era un'antica relazione. Camillo fu allievo nel Collegio del famoso erudito gesuita, filosofo e matematico, [[Athanasius Kircher]]. La costruzione del braccio di [[Palazzo Doria Pamphilj]] su Collegio Romano iniziò senza indugio già nel settembre dello stesso anno, avendo [[Alessandro VII]] ordinato che la costruzione fosse completata entro un anno dalla stipula dell'accordo. Il Principe chiamò l'architetto [[Antonio Del Grande]], già famoso per la costruzione delle [[Carceri Nuove (Roma)|Carceri nuove]] e la direzione del completamento della [[Galleria Colonna (museo)|Galleria Colonna]].
È interessante notare che uno degli obiettivi dell'architetto fu proprio quello di emulare in eleganza e magnificenza la facciata del famoso Collegio. L'architettura della Compagnia a Roma, fu sempre volutamente semplice, legata strettamente ai materiali locali, quali travertino e mattoni, senza spazio per orpelli decorativi e forme sinuose. Questo modello d'architettura, severa e pragmatica, ma anche elegante e grandiosa nelle proporzioni, diffusa dalla Compagnia in vari quartieri della città dalla fine del XVI secolo, influenzò ancora la generazione degli architetti del secolo successivo e in generale l'architettura barocca di Roma nel suo complesso.
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