Ugo Pecchioli: differenze tra le versioni
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== Biografia ==
Nato a Torino, ma di discendenze toscane, sviluppa le sue idee [[antifascismo|antifasciste]] sotto l'influsso del padre e di un professore, [[Alfredo Corti]], che viene condannato al confino per aver rifiutato di firmare il giuramento di fedeltà al regime fascista<ref>[http://www.torinoscienza.it/accademia/personaggi/apri?obj_id=415 Alfredo Corti, da "torinoscienza"] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20071011092135/http://www.torinoscienza.it/accademia/personaggi/apri?obj_id=415 |data=11 ottobre 2007 }}</ref>: ancora studente al [[Liceo D'Azeglio]], costituisce un primo nucleo antifascista clandestino con [[Giorgio Elter]]<ref>[http://www.anpi.it/uomini/elter.htm Giorgio Elter, dal sito dell'ANPI]</ref>, e si distingue per l'attività a sostegno degli operai in sciopero.
Arrestato il [[Ordine del giorno Grandi|25 luglio 1943]] per aver manifestato alla caduta del fascismo, riesce a fuggire dopo l'[[Armistizio di Cassibile|8 settembre 1943]] ed espatria nella Confederazione Elvetica, dove incontra altri fuorusciti che lo aiutano a rientrare e a costituire la formazione partigiana "Arturo Verraz" della Val di Cogne: matura in quel periodo la scelta di aderire al [[Partito Comunista Italiano|PCI]]. Si distingue in numerosi combattimenti, riuscendo anche a far rientrare dalla Svizzera [[Walter Fillak]] con altri antifascisti: costretto da un grande rastrellamento a riparare nella vicina Francia, da poco liberata, rientra in Italia e, divenuto Capo di Stato maggiore della 77ª [[Brigate Garibaldi|Brigata Garibaldi]], mantiene i contatti tra la Francia e le zone dell'Italia liberata.
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