Pulp Fiction: differenze tra le versioni
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La scena si sposta a bordo di un'auto, dove due malavitosi in abito scuro, Vincent Vega e Jules Winnfield, si dirigono di buon'ora a recuperare una [[#La valigetta|misteriosa valigetta]] del loro capo Marsellus Wallace sottratta da alcuni giovanotti, che essi recuperano dopo averli uccisi ma non prima che Jules abbia recitato un fittizio passo della [[Bibbia]]<ref>rispondente al testo solo nella seconda parte, mentre la prima è di pura invenzione</ref>:
{{Citazione|Ezechiele 25.17. Il cammino dell'uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi. Benedetto sia colui che nel nome della carità e della buona volontà conduce i deboli attraverso la valle delle tenebre; perché egli è in verità il pastore di suo fratello e il ricercatore dei figli smarriti. E la mia giustizia calerà sopra di loro con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno su coloro che si proveranno ad ammorbare ed infine a distruggere i miei fratelli. E tu saprai che il mio nome è quello del Signore quando farò calare la mia
I due raggiungono quindi il loro capo Marsellus nel suo locale, mentre quest'ultimo sta istruendo Butch, un [[pugilato|pugile]] prossimo al ritiro, di perdere il suo prossimo incontro. Vincent, su richiesta del boss, deve portare in giro sua moglie Mia la sera dopo.
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Nonostante diversi giornalisti abbiano accusato [[Clint Eastwood]] – assegnatore della [[Palma d'oro]], nonché presidente della giuria al festival – di aver tenuto scarsamente in considerazione l'altra pellicola in concorso, ''[[Tre colori - Film rosso]]'' di [[Krzysztof Kieślowski]], e di aver invece osannato ''Pulp Fiction'',<ref>{{cita libro|Simona|Brancati|Kill Tarantino: Quentin Tarantino - Istruzioni per l'uso|2004|Pericle Tangerine Editrice|isbn=88-88645-02-0}}.</ref> la pellicola incoronò il trentunenne Quentin Tarantino come il nuovo ragazzo prodigio del [[cinema statunitense|cinema americano]].<ref name="criticaTORNABUONI">{{cita web|cognome=Tornabuoni|nome=Lietta|url=http://www.mymovies.it/dizionario/critica.asp?id=5294|titolo=La Stampa: ''Pulp Fiction''|accesso=2 gennaio 2008}}</ref> Non era facile confermarsi dopo il grande successo de ''[[Le iene (film)|Le iene]]'', e l'aver fatto di nuovo centro rafforzò il convincimento da parte di tutta la [[critica cinematografica|critica]] che questo apprezzato giovane autore fosse realmente il nome nuovo più importante di tutta la scena cinematografica mondiale.
Il critico statunitense Raymond Johnston affermò che il film non sembrava affatto il lavoro di un giovane con parecchie idee, ma più che altro l'opera di un minuzioso regista.<ref name="criticaJOHNSTON">{{cita web|lingua=en|cognome=Johnston|nome=Raymond|url=https://www.imdb.com/Reviews/29/2906|titolo=Pulp Fiction: A Film Review|editore=[[IMDb]]|accesso=4 giugno 2014}}</ref> Punti che Johnston ammirò particolarmente furono l'accuratezza dei dialoghi surreali e l'occhio di un regista che mirava alla perfezione in ogni sequenza.<ref name="criticaJOHNSTON" /> Inoltre, egli notò che nonostante il film fosse lungo 2 ore e
[[James Berardinelli]], invece, scrisse che è raro che un regista alle prime armi esordisca con un "cult" come ''Le iene'' e si confermi con il suo secondo film, perché di solito la seconda pellicola vuole ripetere il successo della prima riproponendo le stesse trame e gli stessi personaggi.<ref name="criticaBERARDINELLI">{{cita web|lingua=en|cognome=Berardinelli|nome=James|url=http://www.reelviews.net/reelviews/pulp-fiction|titolo=Pulp Fiction (United States, 1994)|editore=reelviews|accesso=4 gennaio 2017}}</ref>
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