Tavole amalfitane: differenze tra le versioni
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Le '''Tavole amalfitane''' (note anche come '''''Tabula Amalphitana''''' o '''''Tabula de Amalpha'''''), il cui titolo originario [[Lingua latina|latino]] era ''Capitula et ordinationes Curiae Maritimae nobilis civitatis Amalphe'', erano un [[codice marittimo]], redatto ad [[Amalfi]] attorno all'[[XI secolo]]. Si tratta del più antico statuto marittimo italiano, adoperato in tutta l'area del [[mar Mediterraneo]] fino al [[XVI secolo]] . Esse contenevano diverse norme che regolamentavano i traffici, i commerci ed il comportamento in mare dei membri di un equipaggio, attribuendo a ciascuno di loro specifici diritti e doveri.
[[File:Tabula Amalfitana - kopie 16e eeuw - samengestelde foto.jpg|thumb|
Il codice è composto da 66 articoli detti "capitoli": i primi 21, scritti in latino, sono la sezione più antica del codice e sono datati all'[[XI secolo]], mentre i restanti 45, scritti in [[Lingua volgare|volgare]], vennero aggiunti successivamente nel [[XIII secolo]]. Il testo delle Tavole è giunto sino ai giorni nostri tramite le copie su carta a mano commissionate dai nobili amalfitani dell'epoca, mentre la versione originale non esiste più. Nel [[1929]] il [[Governo Mussolini|governo italiano]] comprò dall'[[Austria]] una di queste copie (in passato di proprietà del [[doge]] veneziano [[Marco Foscarini]]), per poi consegnarla ad Amalfi; il documento è tuttora conservato nel museo civico all'interno del palazzo comunale della città.<ref>{{Cita web|url=http://www.historiaregni.it/la-tavola-amalfitana/|titolo=La Tavola Amalfitana|sito=Historiaregni.it}}</ref>
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