Arte preistorica: differenze tra le versioni
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{{Artestoria antica}}
Con il termine '''arte preistorica''' si intendono tutte quelle
Il periodo preistorico si snoda per circa un milione di anni (approssimativamente dal 650.000 a.C. al 4000 a.C.) concludendosi con la comparsa della [[scrittura]], dividendosi in tre principali periodi, il [[paleolitico]], il [[neolitico]] e l'età del bronzo. L'arte preistorica nel periodo del [[Paleolitico]] ha principalmente scopi magici e propiziatori, mentre successivamente nel [[Neolitico]] essa acquisisce scopi ornamentali. In seguito, infatti, l'arte assumerà un valore maggiormente decorativo, sganciandosi dal mondo religioso.
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== Paleolitico ==
[[File:Lascaux 01.jpg|thumb|Arte del paleolitico, ''Scena di Caccia'', [[grotte di Lascaux]], Francia]][[File:VenusWillendorf.jpg|thumb|[[Venere di Willendorf]] una delle più famose [[veneri paleolitiche]].]]
La maggior parte dei primi oggetti prodotti dall'uomo ai quali si possa attribuire una validità artistica risalgono alle culture collocate tra [[Musteriano]] e [[Aurignaziano]] circa 30-40000 anni fa, durante il paleolitico dell'''[[Homo sapiens]]'' e [[Homo neanderthalensis|''neanderthalensis'']].
Tra le ipotesi più accreditate inerenti l'obiettivo di questi oggetti a noi pervenuti vi è quella che sostiene si tratti di opere a carattere propiziatorio per la [[caccia]] e la [[nascita]]: attività intrinseche alla sopravvivenza. Nelle rappresentazioni femminili sembrerebbero accentuate le caratteristiche di fecondità con i fianchi, i seni e ovviamente il ventre prominenti. Nei dipinti rupestri sono raffigurati animali caratterizzati da un valore simbolico molto alto, ma a noi in gran parte sconosciuto (bisonti, mammuth, cavalli). Gli animali erano spesso ritratti isolati, con impasti di terre rosse e gialle, grasso animale e sangue. Nelle pitture più elaborate
▲Tra le ipotesi più accreditate inerenti l'obiettivo di questi oggetti a noi pervenuti vi è quella che sostiene si tratti di opere a carattere propiziatorio per la [[caccia]] e la [[nascita]]: attività intrinseche alla sopravvivenza. Nelle rappresentazioni femminili sembrerebbero accentuate le caratteristiche di fecondità con i fianchi, i seni e ovviamente il ventre prominenti. Nei dipinti rupestri sono raffigurati animali caratterizzati da un valore simbolico molto alto, ma a noi in gran parte sconosciuto (bisonti, mammuth, cavalli). Gli animali erano spesso ritratti isolati, con impasti di terre rosse e gialle, grasso animale e sangue. Nelle pitture più elaborate venivano anche rappresentate più scene in successione della battuta di caccia, ma sono estremamente rare. Gli animali "galleggiano" in uno spazio non definito, a volte sovrapposti.
Sorprende invero la grande abilità tecnica di chi ha eseguito tali dipinti, che ben poco hanno di ''primitivo''. Sin dai primi esemplari si ravvisano tridimensionalità, prospettive insolite, maestria nell'uso del colore, nell'utilizzare le asperità del terreno e nel delineare le forme. Tanto più sorprendente se si considera che i dipinti venivano eseguiti in posizioni scomode, usando materiali deperibili e con la sola illuminazione della luce tremolante di torce.sei una melanzana frittaaaaaaa
Se grande attenzione veniva concessa al ritratto degli animali, assenti sono invece i riferimenti naturalistici (fiori, alberi, paesaggio) e anche la figura umana - comunque rarissima - era spesso invece solo abbozzata, priva di anatomia esatta, ma semmai in pose essenzialmente espressive o con tratti semiumani, come nella scena del pozzo di [[Lascaux]]. Solo nelle statuette si dava maggior risalto ad alcune parti del corpo umano, ma, come nel caso di quelle legate alla fertilità (le famose Veneri preistoriche o le sculture falliche), era probabilmente legato comunque a precisi scopi propiziatori. Fra queste la più nota è la Venere di Willendorf, risalente al paleolitico superiore, di piccole dimensioni (11 cm di altezza) in cui i glutei, i seni, il ventre sono accentuati e una particolare acconciatura nasconde la presenza del viso.
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