Caproni Ca.16: differenze tra le versioni

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L'aereo decollò nuovamente alle 14.11; il tempo tuttavia, volando verso sud, peggiorò rapidamente, e alle 15 Slavorossov era costretto dalla pioggia e dal vento ad atterrare a Poggio all'Agnello, presso [[Piombino]]. Nel toccare terra i cerchioni delle ruote del [[Carrello d'atterraggio|carrello]] si deformarono; il tempo rimase cattivo e, non essendo arrivati i meccanici che Slavorossov aveva contattato via telegrafo, dalla stazione di Poggio all'Agnello, per le riparazioni, egli fu costretto a rimandare la partenza, e a passare la notte presso un conte Desideri che lo ospitò nella sua villa.<ref>{{cita|''Tre anni di aviazione''|pp. 126-127.|Tre anni di aviazione}}</ref> Il mattino dopo Slavorossov fu raggiunto da Gianni Caproni, che il 26 febbraio era a Roma ad attenderlo, e poiché i meccanici ancora non arrivavano i due ripararono da sé il danno, non grave, al carrello, con l'aiuto di alcuni contadini. Il cattivo tempo tuttavia, con bollettini meteorologici negativi che continuarono ad arrivare per tutta la giornata del 27, impedì ancora una volta la partenza. La mattina del 28 febbraio, nonostante a Roma piovesse ancora, Slavorossov e Caproni, avendo visto il tempo migliorare intorno a Poggio all'Agnello, decisero di tentare di completare il raid, e il Ca.16 alle 11 decollò.<ref>{{cita|''Tre anni di aviazione''|pp. 127-129.|Tre anni di aviazione}}</ref>
 
Poco dopo le 12, tuttavia, il vento e la pioggia costrinsero Slavorossov ad atterrare a [[Montalto di Castro]], dove dovette attendere fino al pomeriggio inoltrato che il tempo migliorasse abbastanza da consentirgli di ripartire. Decollò nuovamente alle 16.56, e, benché continuasse a piovere, fu il calare del buio che lo spinse a a decidere, alle 17.23, di atterrare nuovamente, giunto ormai a [[Santa Marinella]]. Qui Slavorossov fu raggiunto, la stessa sera, da Caproni, e l'aereo venne fissato al suolo e coperto alla meglio per proteggerlo dalla pioggia.<ref>{{cita|''Tre anni di aviazione''|pp. 129-130.|Tre anni di aviazione}}</ref>
 
Il cattivo tempo, con forti raffiche di vento, impedì il decollo per diversi giorni. Fu solo il 3 marzo che, alle 7.19, Slavorossov poté ripartire; il vento era ancora forte, ma presto Slavorossov giunse in vista di Roma e alle 7.57, dopo aver sorvolato due volte il terreno destinato all'atterraggio, portò a terra l'aereo, accolto dai militari che erano stati incaricati di presidiare il campo di volo.<ref>{{cita|''Tre anni di aviazione''|pp. 132-133.|Tre anni di aviazione}}</ref>