Ginnastica Comense 1872: differenze tra le versioni
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===La rifondazione===
Tonino Della Vigna fu l'unico a credere nella rinascita del sodalizio lariano. Ricontattò [[Yogi Bough]], e lo convinse a prendere in mano le redini del settore giovanile. La Comense riparte nel 1955/56 con la seconda squadra, che già giocava in serie C. Viene promossa in B dove vi rimane per quattro campionati, con allenatori Anna Branzoni per due anni e Alberto Morello per tre anni. Ma nel 1961/62 scende in Promozione classificandosi terza. Nel 1962 Idelma Tommasini torna in qualità di allenatrice e in sette anni riesce a portare il sodalizio lariano ai vertici della Serie B. Dopo un campionato condotto da Diego Roga, dal
===Il centenario nella delusione===
{{Citazione|La Ginnastica Comense vive ormai di ricordi ed ha il terrore di cambiare|[[La Gazzetta dello Sport]], 1967}}
Così intitolava la rosea in un articolo a metà degli anni sessanta. Ciò testimonia lo stato in cui versavano le condizioni della società nerostellata in quegli anni, con un susseguirsi continuo di delusioni. Nel 1972, per festeggiare il centenario, la società organizza un importante torneo che si disputa al palazzetto Parini di [[Cantù]], a cui partecipano le formazioni di [[Praga]], [[Cracovia]], [[Sofia]], [[Vienna]], [[Sesto San Giovanni]] e le padrone di casa della Ginnastica Comense. Un torneo dal grande valore tecnico che riscontra una presa in considerazione da parte del pubblico pari a zero. Infatti gli spalti deserti dell'impianto canturino sono popolati da appena una decina di persone per la partita inaugurale. Unica nota positiva è la promozione dalla serie B nella stagione 1975-76, come prima classificata, quando passa in Serie A per allargamento dei quadri. Una gioia di breve durata, in quanto nella stagione successiva le comasche non vanno oltre l'ultima posizione e così ritornarono nella serie cadetta. Nel 1979
===La rinascita===
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Dopo aver mancato i play-off nella stagione [[Serie A1 femminile FIP 1988-1989|1988-89]], numerosi sponsor intervengono per costruire un progetto vincente per le sorti del basket femminile comasco: il nome ''Pool Comense'' riflette proprio il fatto che si trova un gruppo di aziende disposte a sponsorizzare la squadra invece di uno sponsor unico.
Nella stagione seguente ([[Serie A1 femminile FIP 1989-1990|1989-90]]) la Comense, di nuovo guidata da Gaspare Borlengo, costruisce una grande squadra con le nazionali [[Mara Fullin]], [[Silvia Todeschini]] e [[Renata Salvestrini]] e sembra vicina allo scudetto: dominate le prime due gare della finale scudetto, qualcosa però va storto e la formazione dell'Unicar Cesena rimonta la serie, aggiudicandosi il tricolore. Intanto fra il 1989 e il 1990 la società costruisce il proprio palazzetto, il PalaSampietro dal nome dello sponsor Tessitura Sampietro, a Casnate con Bernate.
Per la stagione [[Serie A1 femminile FIP 1990-1991|1990-91]]
La stagione successiva ([[Serie A1 femminile FIP 1991-1992|1991-92]]) arriva sulla panchina lariana [[Aldo Corno]], l'allenatore del basket femminile che ha messo più titoli in bacheca. In Eurolega, Como perde la semifinale di [[Bari]] contro la {{Calcio Dinamo Kiev|N}}, mentre in campionato arriva di nuovo il titolo, ribaltando l'iniziale 0-2 firmato dalla Unicar Cesena.
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