Nicola Pende: differenze tra le versioni

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Il dopoguerra: tolta parola:è un fatto reale, non presunto
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Nel [[secondo dopoguerra italiano|dopoguerra]], su richiesta del sostituto procuratore generale, il 15 maggio [[1946]] la [[corte d'appello]] di [[Roma]] escluse la responsabilità di Pende nella promulgazione delle [[Leggi razziali fasciste|leggi razziali]]<ref>{{cita|Mimmo Franzinelli|pp. 208-209}}.</ref> dichiarando di "''non doversi promuovere l'azione penale''"<ref>{{cita|Mimmo Franzinelli|p. 209}}.</ref>.
 
Fu, inoltre, per breve tempo esonerato dall'insegnamento<ref name=autogenerato1 />, ma a favore di Pende si mosse anche Giuseppe Nathan, commissario dell'Unione delle comunità ebraiche<ref name=autogenerato1 /> e con una pronuncia dell'8 luglio [[1948]] della Corte di Cassazione, che tenne conto del presunto ricovero offerto ai cittadini israeliti all'interno del Policlinico<ref name=autogenerato1 />, mantenne la cattedra dell'Istituto di Patologia Medica dell'[[Sapienza - Università di Roma|Università di Roma]]<ref>{{cita|Mimmo Franzinelli|p. 210}}.</ref> fino al raggiungimento dei limiti di età nel [[1955]]. Orfano del fascismo, metteva la sua biotipologia al servizio del cattolicesimo<ref name="cass" />.
 
Anche il figlio Vito Pende ha svolto la professione di [[endocrinologo]], mentre la nipote [[Stella Pende|Stella]] è una giornalista e conduttrice televisiva.<ref>{{cita web|url=https://www.gazzetta.it/altrimondi/catalogodeiviventi09/scheda_personaggio.shtml?lettera=p&id=150|titolo=Altri mondi|accesso=2007}}</ref>