Giuseppe Tucci: differenze tra le versioni

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===Tucci e il ''Manifesto della Razza''===
La sua ipotetica adesione al [[Manifesto della Razza]] del [[1938]] è stata sottolineata più volte negli ultimi anni data per certa da diversi studiosi ed esponenti della [[ebraismo in Italia|comunità ebraica italiana]] (Leone Paserman, Victor Magiar), ma mai sono emersi documenti probanti la sua firma in calce a copie del ''Manifesto''<ref name=garzilli>Enrica Garzilli, ''L'esploratore del Duce. Le avventure di Giuseppe Tucci e la politica italiana in Oriente da Mussolini a Andreotti: Con il carteggio di Giulio Andreotti'', Milano, Memori / Asiatica Association, 2012, vol. 1, p. 372: "A dire la verità non ho trovato documenti diretti, scritti di suo pugno, sull'adesione di Tucci al manifesto antisemita, e razzista certo non si può definire, vista la sua opera a l'amore profondo che nutriva per le culture dell'Asia."</ref>.
 
Risulta invece che si adoperò per salvare, riuscendoci, lo [[psicoanalisi|psicoanalista]] [[Carl Gustav Jung|junghiano]] tedesco [[Ernst Bernhard]], rinchiuso in quanto [[Ebrei|ebreo]] nel [[Campo di internamento di Ferramonti di Tarsia]] in [[Calabria]] in attesa di [[Deportazione#Le deportazioni verso i lager nazisti tra il 1933 e il 1945|deportazione]] verso un [[campo di sterminio]] in [[Polonia]]<ref>Enrica Garzilli, ''L'esploratore del Duce. Le avventure di Giuseppe Tucci e la politica italiana in Oriente da Mussolini a Andreotti: Con il carteggio di Giulio Andreotti'', Milano, Memori / Asiatica Association, 2012, vol. 1, p. 373: "Lo psicologo junghiano ebreo tedesco Ernst Bernhard [...] scrive commentando un sogno fatto l'11 ottobre 1935, che quando era internato in un campo in Calabria nel 1940-41 deve a Tucci il fatto di non essere stato deportato nei campi nazisti ma che gli fosse stato permesso di tornare a Roma e vivere nascosto in casa."</ref><ref>"Che io stesso non sia stato prelevato dal campo d'internamento e deportato in Polonia, ma che potessi uscire dal campo e tornare nella mia abitazione e viverci nascosto, le devo al celebre indologo italiano Giuseppe Tucci, che aveva saputo di me attraverso pazienti e ottenne la mia liberazione." Ernst Bernhard, ''Mitobiografia'', Milano, Adelphi, 1969, il sogno è riportato alla p. 7.</ref>.