RMS Nova Scotia: differenze tra le versioni
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Dopo due giorni dall'affondamento (precisamente alle 5:45 del 30 novembre 1942), la fregata portoghese ''Alfonso de Albuquerque'' soccorse i 181 sopravvissuti (117 italiani e 64 tra inglesi e sudafricani). Fra le vittime vi furono 651 prigionieri italiani tra cui [[Giovanni Ellero]], etnologo italiano, impegnato nel [[Corno d'Africa]]. Si stima che almeno un quarto dei deceduti fu sbranato dagli [[squali]].
La fregata portoghese portò i naufraghi a [[Maputo]], gli italiani furono curati nei locali ospedali, gli inglesi e i sudafricani vennero espatriati in [[Sudafrica]]. Alcuni dei naufraghi italiani rientrarono in Italia (aiutati dal locale consolato italiano), altri continuarono a vivere in [[Mozambico]]. Alcuni dei corpi dei sopravvissuti furono ritrovati alcuni giorni dopo il salvataggio dei superstiti, questi furono sepolti in fosse comuni per prigionieri di guerra di Durban. I resti sono stati spostati nel 2008 nel cimitero di
In ricordo di questa tragedia, nel 1982 i superstiti che continuarono a vivere in Mozambico eressero a Durban una stele commemorativa.<ref>[http://www.navenovascotia.it/ L'ULTIMO GIORNO DEL NOVA SCOTIA La tragedia dimenticata<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
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