Valdo Fusi: differenze tra le versioni
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Dopo l'[[Armistizio di Cassibile|8 settembre]] prese parte alla Resistenza, rappresentando la [[Democrazia Cristiana]] nel comitato militare piemontese del [[Comitato di liberazione nazionale]]. Il 31 marzo 1944 venne arrestato con la maggior parte del CLN militare italiano nel [[duomo di Torino]]; nel [[Processo di Torino]], immediatamente istituito presso il tribunale speciale, e fortemente voluto da Benito Mussolini, venne accusato assieme ai suoi compagni di "attentati contro l'integrità, l'indipendenza e l'unità della Repubblica sociale italiana", ma venne assolto per insufficienza di prove: raccontò poi la sua esperienza nel saggio ''Fiori rossi al Martinetto''. Riparato in [[Svizzera]], venne internato nel [[Canton Ticino]] a Loverciano; da lì fuggì per raggiungere l'[[Val d'Ossola|Ossola]] e unirsi ai partigiani della Divisione "Piave". Mentre la sua formazione si ritirava in [[Val Formazza]], Valdo Fusi rimase gravemente ferito nel ribaltamento del camion che trasportava i partigiani. Ricoverato in Svizzera, poté rientrare a Torino solo nel maggio del 1945.
Nell'immediato dopoguerra, oltre a collaborare per il quotidiano della DC ''[[Il Popolo]]'', Fusi collaborò con una ricerca di informazioni alla difesa del colonnello Felice Biglio<ref>{{cita web|titolo=Resistenza unita|data=febbraio-marzo 1972|pagina=6|accesso=26 aprile 2015|url=http://resistenzaunita.isrn.it/doc/1972FEB_MAR-ru-06.pdf|urlmorto=sì}}</ref>, uno dei giudici del processo di Torino contrario alla pena di morte. Durante il processo, svoltosi a Roma, che si concluse con l'assoluzione del Biglio, conobbe la figlia di questi Edoarda, che sposò nel 1948. Candidato ma non eletto nell'[[Assemblea Costituente
La sua carriera politica terminò con la sua partecipazione come dirigente nell'ufficio centrale DC per gli studi, la propaganda e la stampa (SPES), tra il 1951 e il 1952: non venne rieletto alla Camera nel 1953 né venne eletto senatore nel 1958. Continuò invece la carriera forense e fu molto attivo nella vita torinese: tra il 1955 e il 1965 fu presidente dell'Ente provinciale per il turismo di Torino, creando nel 1960 l'Ente manifestazioni torinesi; tra il 1965 e il 1970 divenne poi presidente dell'[[Ordine Mauriziano]]. Morì improvvisamente nella sua casa di Isola d'Asti.
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