Italia libera: differenze tra le versioni

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L'associazione si dotò quasi subito di una testata giornalistica quindicinale: [[L'Italia libera]]. Dopo una serie di numeri unici, il periodico uscì regolarmente a partire dal 1º ottobre 1923<ref>Luciano Zani, ''cit.'', p. 6</ref>.
 
Il programma di ''Italia libera'', inizialmente, riproponeva quello approvato dall'ANC nel congresso costitutivo del 1919. L'intento era di ribadire l'avvicinamento dell'ANC al [[fascismo]] con il progressivo distacco da quegli ideali che invece ''Italia Libera'' avrebbe continuato a perseguire. Si chiedeva, cioè, un riesame dello [[Statuto albertino]] (naturalmente, in senso repubblicano, pur senza esprimerlo esplicitamente), l'abolizione del [[Senato del Regno d'(Italia)|Regio Senato]], il decentramento amministrativo, la libertà delle varie categorie di lavoratori di organizzarsi sindacalmente, la difesa della piccola proprietà e l'abbattimento delle rendite<ref name=carnaro>Luciano Zani, ''cit.'', pp. 14-15</ref>.
 
Nello stesso tempo ''Italia Libera'' volle riconoscersi nei concetti della [[Gabriele d'Annunzio|dannunziana]] [[Carta del Carnaro]], con particolare riguardo alla forma repubblicana e a quello della collaborazione tra le classi. Inoltre, si espresse in forma decisamente contraria al [[bolscevismo]], ritenendolo una forma totalitaria, al pari del fascismo<ref name=carnaro/>.