Via Giulia: differenze tra le versioni

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Nel [[Età barocca|periodo barocco]] l'attività edilizia, diretta dai migliori artisti dell'epoca come [[Francesco Borromini]], [[Carlo Maderno]] e [[Pietro da Cortona]], proseguì senza sosta, mentre la strada, indirizzo favorito della nobiltà romana, divenne teatro di tornei, feste e sfilate carnevalesche. In questo periodo i papi e i mecenati privati continuarono ad occuparsi della strada fondando istituti di carità e fornendo acqua potabile alla zona.
 
Dalla metà del 18°º secolo, lo spostamento del centro della città verso il [[Campo Marzio]] causò la cessazione dell'attività edilizia e l'abbandono della strada da parte della nobiltà. Questa venne sostituita da una popolazione artigiana con le sue botteghe, e Via Giulia assunse quell'aspetto solitario e solenne che l'avrebbe caratterizzata per duecento anni.
 
Dopo un declino di due secoli, a partire dalla metà del Novecento la strada ha vissuto una rinascita, e ora è di nuovo uno degli indirizzi più prestigiosi della città.
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Tuttavia, già nel 1511, con l'accordo (la cosiddetta ''Pax Romana'') tra le famiglie Orsini e Colonna, nemiche da secoli, l'intero progetto di via Giulia si arrestò e la costruzione del Palazzo dei Tribunali fu interrotta definitivamente.<ref name=tem124/> A parte qualche resto isolato tra Via del Gonfalone e Vicolo del Cefalo, del palazzo non è rimasto nulla.<ref name=pie52/>
 
===Via Giulia nel 16°º e 17°º secolo===
[[File:G.Vasi - Collegio Ecclesiastico a Ponte Sisto.jpg|thumb|Fontana di Ponte Sisto con l'"Ospizio dei Mendicanti" in una [[incisione]] di [[Giuseppe Vasi]]. (1759)]]
Dopo la morte di [[Giulio II]] nel 151, il suo successore, [[Papa Leone X]] (r. 1513-1521) della [[Medici|Casa dei Medici]], proseguì i lavori.<ref name=cas382>{{Cita|Castagnoli| p. 382}}</ref> Soprattutto nella parte settentrionale della strada tra i ruderi incompiuti del Palazzo dei Tribunali e il quartiere delle banche, si svolsero ulteriori attività edilizie, sostenendo così la comunità dei mercanti fiorentini.<ref name=cas382/> In questa zona, importanti artisti, come [[Raffaello]] e [[Antonio da Sangallo il Giovane]], acquistarono appezzamenti di terreno o costruirono imponenti palazzi.<ref name=pie40/><ref name=pie36/><ref name=pie36/> Dalla [[Chiesa di San Biagio degli Armeni|chiesa di San Biagio]], in direzione sud, la zona cambiava radicalmente: la parte centrale di via Giulia intorno al Monte dei Planca Incoronati era in stato di degrado con edifici poveri, osterie, bordelli e piazze disdicevoli, come ''piazza padella'', demolita alla fine degli anni Trenta del Novecento, luogo di [[duello|duelli]] e accoltellamenti fino alla fine dell'Ottocento.<ref name=del504>{{Cita|Delli| p. 504}}</ref> La zona compresa tra via del Gonfalone, via delle Carceri, via di Monserrato e il Tevere era uno dei quartieri più malfamati della Roma sin dal medioevo; un manoscritto del 1556 riporta che il quartiere intorno alla chiesa di ''San Niccolò degli Incoronati'', poi demolita, ospitava "....150 case di gente molto semplice, puttane e persone dubbie...".<ref name=arm424>{{Cita|Armellini| p. 424}}</ref>
Il quartiere intorno alla chiesa di [[Aurea di Ostia|Santa Aurea]], oggi Spirito Santo dei Napoletani, nel Medioevo si chiamava ''Castrum Senense'', perché era abitato principalmente da senesi.<ref name=del473>{{Cita|Delli| p. 473}}</ref> Per questa zona terminale di via Giulia venne elaborato un piano di sviluppo architettonico ben definito, il cui punto di partenza fu la costruzione di [[Palazzo Farnese (Roma)|palazzo Farnese]]. Dalla metà del 16°º secolo in poi, l'"Ospizio dei Mendicanti", costruito nel 1586 dall'architetto [[Domenico Fontana]] per ordine di [[Papa Sisto V]] (r. 1585-1590), segnò l'estremità meridionale di Via Giulia.<ref name=pie7976/> L'edificio, concepito per risolvere il problema dell'accattonaggio in città, con una dotazione annuale di 150.000 ''[[Scudo (moneta)|scudi]]'' poteva dare lavoro a 2.000 uomini e donne.<ref name=cas415>{{Cita|Castagnoli| p. 415}}</ref>
 
All'inizio del 16°º secolo era diventato di moda per le varie nazioni europee e le città-stato italiane far costruire le proprie chiese a Roma, le cosiddette "[[Chiese nazionali di Roma|chiese nazionali]]".<ref name=cas392/> I rioni di [[Regola (rione di Roma)|Regola]] e [[Ponte (rione di Roma)|Ponte]], lungo le strade processionali e percorse dai pellegrini, erano gli indirizzi preferiti a questo scopo. I [[repubblica di Firenze|fiorentini]] (con [[Chiesa di San Giovanni dei Fiorentini (Roma)|San Giovanni]]), i [[repubblica di Siena|senesi]] (con [[Chiesa di Santa Caterina da Siena (Roma)|Santa Caterina]]) e i [[Regno di Napoli|napoletani]] (con [[Chiesa dello Spirito Santo dei Napoletani|Santo Spirito]]), fecero costruire le loro chiese nazionali in via Giulia,<ref name=del473/><ref name=pie16/> mentre le chiese dei [[Bologna|Bolognesi]] ([[Chiesa dei Santi Giovanni Evangelista e Petronio|San Giovanni e Petronio]]), degli spagnoli ([[Chiesa di Santa Maria in Monserrato degli Spagnoli|Santa Maria in Monserrato]]), degli inglesi ([[Chiesa di San Tommaso di Canterbury (Roma)|San Tommaso di Canterbury]]) e degli svedesi ([[Chiesa di Santa Brigida (Roma)|Santa Brigida]]) si trovavano nelle vicinanze, essendo tutte nel rione della Regola.<ref name=cas392>{{Cita|Castagnoli| p. 392}}</ref>.
 
Per rifornire il quartiere di sufficiente acqua potabile, [[Papa Paolo V]] (r. 1605-1621) fece portare l'[[Acquedotto dell'Acqua Paola|Acqua Paola]] oltre Tevere attraverso ponte Sisto, e nel 1613 sulla facciata dell'ospizio dei mendicanti e in asse con via Giulia fu costruita una fontana, il [[Fontana di Ponte Sisto|Fontanone di Ponte Sisto]].<ref name=pie7978/> Questa fontana fu demolita nel 1879 e ricostruita nel 1898 sul lato opposto di [[Ponte Sisto]], in quella che oggi è Piazza Trilussa [[:File:Fontana di Ponte Sisto.jpg|(Fig.)]].<ref name=pie7978/>
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</gallery>
 
Alla fine del 16°º secolo il tracciato di via Giulia era sostanzialmente definito. Le due estremità della strada erano il quartiere dei fiorentini a nord e l'Ospizio dei Mendicanti a sud. Più che un'arteria commerciale, la via era una passeggiata molto frequentata e un luogo di festeggiamenti, processioni (come quella delle ''ammantate'', ragazze senza marito che ricevevano annualmente la loro dote dall'università degli orefici di Sant'Eligio) e corse.<ref name=pie799>Pietrangeli (1979)| p. 9}}</ref><ref name=pie7910/> Nel 1603 Tiberio Ceuli tenne a Palazzo Sacchetti un [[Torneo (medievale)|torneo]].<ref name=doc>{{Cita libro|url=https://archive.org/stream/ldpd_7219594_000/ldpd_7219594_000_djvu.txt|titolo=Documenti del Barocco Romano|p=58 [c440] (1)|accesso=5 marzo 2020|editore=Miscellanea della R. Società Romana di Storia Patria|curatore=J. A. F. Orbaan|anno=1920|città=Roma}}</ref> Nel 1617 il [[Cardinale]] [[Odoardo Farnese (cardinale)|Odoardo Farnese]] organizzò un torneo presso l'Oratorio della Compagnia della Morte, al quale invitò, tra gli altri, otto cardinali.<ref name=gig118>{{Cita|Gigli (1958)| p. 118}}</ref> Durante i mesi estivi la strada era talvolta allagata per il piacere del popolo e della nobiltà.<ref name=pie7910>{{Cita|Pietrangeli (1979)| p. 10}}</ref> Una delle celebrazioni più affascinanti fu organizzata dai [[Famiglia Farnese|Farnese]] nel 1638 in occasione della nascita del [[Delfino di Francia]], il futuro re [[Luigi XIV]] (r. 1643-1715).<ref name=pie7910/> Via Giulia ospitò corse di [[Bufalo mediterraneo italiano|bufali]], sfilate di carri carnascialeschi; si ricorda inoltre l'organizzazione di un [[palio]] di gobbi ignudi durante il [[carnevale]] del 1663.<ref name=pie798/> Durante il carnevale, via Giulia fu teatro anche di diverse feste organizzate appositamente dai fiorentini.<ref name=pie7910/>
Nel periodo [[barocco]], altri importanti progetti edilizi contribuirono a formare il successivo aspetto della strada: il completamento della chiesa di [[San Giovanni dei Fiorentini]],<ref name=pie16/> la costruzione delle ''[[Carceri Nuove (Roma)|Carceri Nuove]]'',<ref name=pie7913/> la nuova edificazione di [[Palazzo Falconieri]]<ref name=pie7944/> e la costruzione delle chiese di Sant'Anna dei Bresciani e [[Chiesa di Santa Maria del Suffragio (Roma)|Santa Maria del Suffragio]].<ref name=pie56>{{Cita|Pietrangeli (1981)| p. 56}}</ref> Nonostante queste opere, il carattere della strada cambiò poco. Nel generale sviluppo urbano di Roma via Giulia venne piuttosto lasciata ai margini.
 
===Lo sviluppo nel 18°º e 19°º secolo===
Anche nel 18°º secolo la Via Giulia rimase principalmente un luogo deputato alle feste: nel 1720 i senesi tennero una splendida festa per celebrare l'elevazione del loro connazionale [[Marc'Antonio Zondadari]] a Gran Maestro dell'[[Sovrano Militare Ordine di Malta|Ordine di Malta]]:<ref name=pie798/> in quell'occasione una macchina di [[fuochi d'artificio]] venne incendiata vicino al Fontanone di Ponte Sisto;<ref name=pie7910/> due [[arco trionfale|archi trionfali]] vennero innalzati sopra la strada, uno a Santo Spirito e l'altro vicino Palazzo Farnese;<ref name=pie798/><ref name=pie7910/> la Fontana del Mascherone versò per il popolo vino al posto dell'acqua.<ref name=pie7910/>
 
Sotto [[Papa Clemente XI]] (r. 1700-1721) i mendicanti ospitati nell'ospizio omonimo furono trasferiti nel nuovo [[Complesso monumentale di San Michele a Ripa Grande|ospizio di San Michele a Ripa]].<ref name=pie7980>{{Cita|Pietrangeli (1979)| p. 80}}</ref> L'edificio su via Giulia venne allora in parte occupato da ragazze povere non maritate ("zitelle" in [[Romanesco]]), e in parte da una congregazione formata da 100 preti e 20 [[Chierico|chierici]] i quali dovevano pregare per le anime dei sacerdoti defunti.<ref name=pie7980/> A causa di ciò l'edificio si chiamò da allora in poi "Ospizio dei cento preti".<ref name=pie7980/>
 
Nel 19°º secolo furono realizzati o restaurati solo pochi nuovi edifici: tra questi il carcere giovanile (Palazzo del Gonfalone) (1825-27), la ristrutturazione dell'Ospizio Armeno accanto alla [[chiesa di San Biagio della Pagnotta]] (1830), la nuova facciata dello Spirito Santo dei Napoletani (1853) e soprattutto il [[Collegio Spagnolo]] (1853). Tuttavia, questo non fermò il declino generale della strada iniziato alla metà del 18°º secolo.<ref name=del474>{{Cita|Delli| p. 474}}</ref> La nobiltà abbandonò i palazzi della via per trasferirsi nel nuovo centro della vita urbana, il [[Campo Marzio]], e la strada al loro posto ospitò una popolazione artigiana, assumendo un aspetto solitario e solenne.<ref name=ber332>{{Cita|Bertarelli| p. 332}}</ref>
 
===Via Giulia dal 1870===
Dopo che nel 1870 Roma [[Breccia di porta Pia|divenne la capitale]] del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]], nel 1873 fu iniziata la regolamentazione delle rive del Tevere con la costruzione dei [[lungotevere]], che dal 1888 furono eretti lungo la strada, causando fra l'altro la distruzione della chiesa di Sant'Anna dei Bresciani.<ref name=pie8110>{{Cita|Pietrangeli (1981)| p. 10}}</ref> Oltre a ciò, il Lungotevere tagliò completamente via Giulia dal Tevere. Le facciate che si affacciavano sul fiume con [[logge]] e giardini, come nei Palazzi Medici-Clarelli, Sacchetti, Varese e [[Palazzo Falconieri|Falconieri]], persero il loro scopo.
Significative demolizioni di edifici durante il periodo fascista hanno lasciato un ampio vuoto tra via della Barchetta e il vicolo delle Prigioni, che a tutt'oggi è stato solo parzialmente colmato dal nuovo edificio del Liceo Classico Virgilio.<ref name=pie791822>{{Cita|Pietrangeli (1979), pp. 18-22}}</ref> Oggi la strada è uscita dalla sua lunga fase di decadenza ed è di nuovo uno delle strade più prestigiose della città.<ref name=nyt>{{Cita news|url=https://www.nytimes.com/2008/06/29/travel/29globe.html|titolo=A Stroll in Rome With a Papal Pedigree-Via Giulia celebrates its 500th birthday this year|autore=Elisabeth Rosenthal|data=29 giugno 2008|accesso=8 marzo 2020|giornale=The New York Times|lingua=en}}</ref><ref name=pie7910/>
In occasione del 500°º anniversario della strada, nel 2008 si sono svolte numerose manifestazioni; alcune chiese e palazzi sono stati restaurati e aperti ai visitatori.<ref name=nyt/>
 
==Passeggiata per Via Giulia==
Via Giulia si estende in direzione nord-nordovest per circa un chilometro, da Piazza San Vincenzo Pallotti sul [[Ponte Sisto]] a Piazza dell'Oro di fronte alla chiesa di [[San Giovanni dei Fiorentini]]. Dalla metà del 16°º secolo in poi, l'"Ospizio dei Mendicanti", costruito nel 1586 da [[Domenico Fontana]] per ordine di Sisto V, segnava l'estremità meridionale della via.<ref name=pie7976>{{Cita|Pietrangeli (1979)| p. 76}}</ref> Nel 1613, sotto Paolo V, una fontana che portava al rione [[Regola (rione di Roma)|Regola]] I'[[Acquedotto Traiano|Acqua Paola]], venne costruita addossata alla sua facciata (vedi incisione di [[Giuseppe Vasi]] sopra).<ref name=pie7978>{{Cita|Pietrangeli (1979)| p. 78}}</ref> Questa fontana fu demolita insieme all'ospizio nel 1879 e ricostruita nel 1898 sul lato opposto di Ponte Sisto sull'attuale Piazza Trilussa [[:File:Fontana di Ponte Sisto.jpg|(Fig.)]].<ref name=pie7978/>
[[File:Via Giulia Roma.svg|400px|center|Mappa di via Giulia]]
 
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{{Main|Palazzo Falconieri}}
[[File:Regola - via Giulia palazzo Falconieri facciata 1180066.JPG|thumb|100px|6 Palazzo Falconieri]]
L'edificio originario, che confina direttamente con la chiesa di Santa Maria dell'Orazione e Morte, fu costruito nel 16°º secolo per la nobile famiglia romana dei Ceci.<ref name=bal>{{Cita web|url=http://www.roma.balassiintezet.hu/it/2011-12-16-16-59-37/9-quickmenuhun/|titolo=Il genio di Borromini nei saloni delle feste di casa Falconieri|cognome=Rendina|nome=Claudio|data=11.09.2011|sito=www.roma.balassiintezet.hu|editore=Istituto Balassi|accesso=16 maggio 2020}}</ref> Venduto dai Ceci nel 1574 alla famiglia [[Odescalchi]] e da quest'ultima nel 1606 alla [[famiglia Farnese]], passò al nobile fiorentino [[Orazio Falconieri]] nel 1638 per 16.000 scudi.<ref name=bal/><ref name=pie7944>{{Cita|Pietrangeli (1979)| p. 44}}</ref> Nel 1646/1649 commissionò all'architetto [[Francesco Borromini]] l'ampliamento del palazzo.<ref name=pie7944/> I lati della facciata su via Giulia sono decorati da due [[pilastri]] a forma di grandi erme con petti femminili e teste di falco.<ref name=pie7946>{{Cita|Pietrangeli (1979)| p. 46}}</ref> La facciata sul lato del [[Tevere]] presenta una loggia a tre archi.<ref name=pie7946/> risalente al 1646. Dal 1814 vi abitò il cardinale [[Joseph Fesch]], zio di [[Napoleone Bonaparte]]; questi dal 1815 al 1818 ospitò nel palazzo la sorellastra [[Letizia Ramolino]], madre dell'imperatore.<ref name=pie7946/> Nel 1927 il Regno d'Italia cedette il palazzo al [[Ungheria|Stato Ungherese]], che ne fece la sede dell'[[Accademia d'Ungheria]].<ref name=pie7946/> Oggi il palazzo è sede, oltre che dell'Accademia, del ''Pontificium Institutum Ecclesiasticum Hungaricum in Urbe''.<ref>{{Cita web|url=http://pmi.katolikus.hu/?page_id=130&lang=it|accesso=15 maggio 2020|titolo=Pontificio Istituto Ecclesiastico Ungherese}}</ref>
 
===7 Palazzo Baldoca-Muccioli (Via Giulia 167)===
[[:File:Via Giulia Palazzo Baldoca Muccioli.jpg|(Fig.)]]
La storia di questo palazzo è strettamente legata a quella del vicino Palazzo Cisterna.<ref name=pie7940/> Entrambe le proprietà furono acquistate dallo scultore [[Guglielmo della Porta]].<ref name=pie7940/> Lo scultore intorno al 1546 inizio' a lavorare al servizio di [[Papa Paolo III]] (r. 1534-1549), e alla morte di [[Sebastiano del Piombo]] venne nominatore ''custode del piombo'' (cioè [[guardasigilli]]), una carica molto lucrativa.<ref name=dellaPortaGuDbi>{{DBI|nome-url=guglielmo-della-porta|nome=DELLA PORTA, Guglielmo|autore=Carrol Brentano|volume=37|anno=1989|accesso=16 Maggio 2020}}</ref> Anche l'edificio fu probabilmente costruito da lui. Lo scultore cedette l'edificio alla famiglia Baldoca e poi ai Muccioli. All'inizio del 20°º secolo il palazzo era la residenza dell'ambasciatore inglese a Roma, Lord Rennel of Rodd, che lo acquistò e lo fece restaurare nel 1928.<ref name=pie7940/>
 
===8 Palazzo Cisterna (Via Giulia 163)===
[[:File:Palazzo Cisterna (Rom).jpg|(Fig.)]]
Il Palazzo Cisterna fu costruito da [[Guglielmo della Porta]] e servì come sua residenza.<ref name=pie7940/> Sopra l'[[architrave]] delle finestre del primo piano si legge l'iscrizione '''FRANCISCVS TANCREDA ET GVILELMVS D(ella) P(orta) ME(ediolanensis) - S(culptor) CI(vis) RO(manus)''' [[:File:Palazzo Cisterna (Roma).jpg|(Fig.)]].<ref name=pie7940/> Da una lettera ad un amico, sembra che il palazzo sia stato completato nel 1575. All'inizio del 1600 i missionari spagnoli acquistarono il palazzo, che vendettero alla famiglia Cisterna all'inizio del 20°º secolo.<ref name=pie7940/> Nella seconda metà del 20°º secolo fu venduto alla famiglia Ducci.<ref>{{Cita web|url=http://www.fondazioneducci.org/it/sedi/|titolo=Fondazione Ducci - Sedi - Il Palazzo Cisterna|accesso=16 maggio 2020}}</ref>
 
===9 Santa Caterina da Siena in Via Giulia===
{{Main|Chiesa di Santa Caterina da Siena (Roma)}}
[[File:Regola - S. Caterina da Siena.JPG|thumb|100px|9 Santa Caterina da Siena]] La storia di questa chiesa è strettamente legata alla storia della confraternita dei Senesi.<ref name=pie7936>{{Cita|Pietrangeli (1979)| p. 36}}</ref> Una comunità di mercanti, banchieri e artigiani senesi viveva nel quartiere della futura via Giulia, dove all'epoca sorgeva il cosiddetto ''castrum Senense'', fin dal 14°º secolo.<ref name=pie7936/> Nel 1519 la Confraternita fu canonicamente eretta da Leone X.<ref name=pie7936/> Nel 1526 essa commissionò a [[Baldassarre Peruzzi]] la costruzione della chiesa in onore dei loro santi, un [[Oratorio (architettura)|oratorio]] e una casa per i chierici.<ref name=pie7936/>
Il finanziamento fu fornito dalla nobiltà senese a Roma, soprattutto dal cardinale [[Giovanni Piccolomini]] e dal banchiere [[Agostino Chigi]]. Essendo in condizioni fatiscenti, fu ricostruito tra il 1766 e il 1768 su progetto di [[Paolo Posi]],<ref name=pie7938>{{Cita|Pietrangeli (1979)| p. 38}}</ref> mentre la decorazione dell'interno fu completata nel 1775.<ref name=pie7938/> L'[[Arciconfraternita]] dei senesi possiede ancora oggi l'edificio.<ref name=pie7940>{{Cita|Pietrangeli (1979)| p. 40}}</ref> In occasione del 500°º anniversario della via nel 2008 la pala è stata restaurata da Girolamo Genga.
 
===10 Palazzo Varese (Via Giulia 14-21)===
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===12 Palazzo del Collegio Spagnolo (Via Giulia 151)===
[[File:Via Giulia Collegio Spagnolo.jpg|thumb|100px|12 Collegio Spagnolo]]
Il ''Palacio de Monserrat'' di [[Antonio Sarti]] e [[Pietro Camporese il Giovane|Pietro Camporese]] fu costruito nel 1862 per volontà della Regina di Spagna [[Isabella II di Spagna|Isabella II]] ed è oggi il Centro Superiore Spagnolo di Studi Ecclesiastici.<ref name=pie7936/><ref name=ba>{{Cita web|url=http://www.30giorni.it/articoli_id_22512_l1.htm|autore=Pina Baglioni|accesso=4 maggio 2020|titolo=Gli Storici di Via Giulia}}</ref> L'Istituto è annesso alla Chiesa Nazionale Spagnola di [[Chiesa di Santa Maria in Monserrato degli Spagnoli|Santa Maria di Monserrato]], in via di Monserrato, alle sue spalle.<ref name=ba/> Con il completamento di questo complesso edilizio nel 19°º secolo, l'attività edilizia in via Giulia si arrestò.
 
===13 Liceo Statale Virgilio (Via Giulia n. 35 ss.)===
Uno dei più importanti complessi scolastici statali di Roma è stato costruito tra il 1936 e il 1939<ref name=pie7922>{{Cita|Pietrangeli (1979)| p. 22}}</ref> da [[Marcello Piacentini]]. Il complesso edilizio tra via Giulia e il Lungotevere dei Tebaldi comprende la facciata del [[Collegio Ghislieri (Roma)|Collegio Ghislieri]] [[:File:Via Giulia Collegio Ghisleri.jpg|(Fig.)]], progettata da [[Carlo Maderno]] (16°º secolo), e la chiesa dello Spirito Santo dei Napoletani.
 
===14 Palazzo Ricci (Via Giulia 146)===
[[:File:Via Giulia Palazzo Ricci.jpg|(Fig.)]]
L'edificio attuale era in origine un insieme di edifici non collegati tra loro, costruiti in tempi diversi, di fronte al [[Collegio Ghislieri (Roma)|Collegio Ghislieri]].<ref name=pie7928>{{Cita|Pietrangeli (1979)| p. 28}}</ref> Il complesso edilizio fu accorpato nel 1634 e nel 1683. La facciata principale, che si affaccia su piazza de'Ricci, mostra resti fortemente sbiaditi di uno [[sgraffito]] di [[Polidoro da Caravaggio]] (16°º secolo). Sul lato rivolto verso via Giulia, una facciata continua ha dato al complesso l'attuale aspetto uniforme. [[:File:Via Giulia Palazzo Ricci.jpg|(Fig.)]].
 
===15 Spirito Santo dei Napoletani===
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[[File:Via Giulia Santo Spirito dei Napoletani 1.jpg|thumb|100px|15 Spirito Santo dei Napoletani]]
Nel catalogo di [[Pio V]] questa chiesa è elencata sotto il nome di ''Santa Aura in strada Iulia''.<ref name=arm423>{{Cita|Armellini| p. 423}}</ref> Essa era dedicata a [[Aurea di Ostia|Santa Aurea]], la patrona di [[Ostia (Roma)|Ostia]].<ref name=arm423/> Alla chiesa era annesso un convento di suore.<ref name=arm423/> Nel 1439 la chiesa fu restaurata a spese del cardinale [[Guillaume d'Estouteville]].<ref name=arm423/> Nel 1572 il cardinale Inigo d'Avalos fondò nell'edificio fatiscente la ''Confraternita dello Spirito Santo dei Napoletani'', che nel 1574 la acquistò dalle suore.<ref name=pie7924>{{Cita|Pietrangeli (1979)| p. 24}}</ref>
Tra il 1619 e il 1650 fu eretto un nuovo edificio, con un progetto di [[Ottavio Mascherino]] e una facciata di [[Cosimo Fanzago]].<ref name=pie7924/> Era dedicato allo Spirito Santo.<ref name=pie7924/> Nei secoli successivi fu più volte ristrutturato, all'inizio del 18°º secolo da [[Carlo Fontana]],<ref name=pie7924/> mentre a metà dell'Ottocento la facciata venne rifatta su progetto di Antonio Cipolla (1853).<ref name=pie7926>{{Cita|Pietrangeli (1979)| p. 26}}</ref> Era la Chiesa Nazionale del [[Regno delle Due Sicilie]]. L'ultimo [[Regno delle Due Sicilie|Re di Napoli]] [[Francesco II delle Due Sicilie|Francesco II]] e sua moglie [[Maria Sofia di Baviera| Maria Sofia Amalia, duchessa in Baviera]], sono stati sepolti nella chiesa nel 1942.<ref name=pie7926/><ref name=del475>{{Cita|Delli| p. 475}}</ref> Dopo lunghi lavori di restauro, la chiesa è di nuovo aperta al pubblico dal 1986. [[:File:Santo Spirito dei Napoletani (Inneres).jpg|(Fig.)]]
 
===16 San Filippo Neri in Via Giulia===
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===24 Palazzo Medici Clarelli (Via Giulia 79)===
[[File:Via Giulia Palazzo Medici Clarelli.jpg|thumb|100px|24 Palazzo Medici Clarelli]]
[[Antonio da Sangallo il Giovane]] costruì anche questo palazzo come sua residenza privata intorno al 1535-1536.<ref name=pie34>{{Cita|Pietrangeli (1981)| p. 34}}</ref> Dopo la morte di Sangallo nel 1546 il palazzo passò in possesso del fiorentino Migliore Cresci.<ref name=pie34/> Un'iscrizione sopra il portale principale [[:File:Via Giulia Palazzo Medici Clarelli (Inschrift).jpg|(Fig.)]] immortala il Duca [[Cosimo I de' Medici]].<ref name=pie34/> Il palazzo appartenne per qualche tempo al Consolato toscano a Roma.<ref name=pie34/> Alla fine del 17°º secolo fu acquistato dalla famiglia Marini Clarelli.<ref name=spech>{{Cita web|url=http://www.specchioromano.it/fondamentali/Lespigolature/2003/SETTEMBRE/Palazzo%20Medici%20Clarelli%20a%20via%20Giulia.htm|autore=Alessandro Venditti|titolo=Palazzo Medici Clarelli|editore=Specchio Romano|accesso=16 maggio 2020}}</ref>
Nel 19°º secolo fu utilizzato come caserma e nel 1870 fu venduto alla città di Roma.<ref name=spech/> La facciata (riccamente istoriata all'epoca di Cresci), così come il portale sono rivestiti di [[bugnato]].<ref name=pie36>{{Cita|Pietrangeli (1981)| p. 36}}</ref> Ai lati del portale ci sono grandi finestre su [[mensola|mensole]] mal rifatte.<ref name=pie36/>
 
===25 Casa di Raffaello (via Giulia 85)===
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===26 Quartiere dei Fiorentini===
Nel 1448 i mercanti fiorentini residenti a Roma (molti di loro si stabilirono nell'ansa del Tevere, nell'odierno [[rioni di Roma|Rione]] [[Ponte (rione di Roma)|Ponte]]), fondarono la "Compagnia della Pietà", affine alla ''[[Misericordia (confraternita)|Misericordia]]'' fiorentina.<ref name=pie14>{{Cita|Pietrangeli (1981)| p. 14}}</ref> Entrambi i Papi della [[famiglia Medici]], Leone X e [[Papa Clemente VII|Clemente VII]] (r. 1523-1534), favorirono l'afflusso di fiorentini in particolare. Dal 1515 il Comune ebbe un proprio consolato, la cui sede si trovava in un palazzo in via del Consolato eretto nel 1541 e demolito nel 1888 per la costruzione di [[Corso Vittorio Emanuele (Roma)|Corso Vittorio Emanuele]].<ref name=pie26>{{Cita|Pietrangeli (1981)| p. 26}}</ref>
Aveva anche le sue leggi, il suo tribunale, persino la sua prigione. Alcuni degli edifici eretti verso la fine del 15°º secolo che appartenevano ai fiorentini [[:File:Via Giulia Case dei Fiorentini (0).jpg|(Fig.)]] sono ancora oggi conservati di fronte alla chiesa di [[San Giovanni dei Fiorentini]].<ref name=pie24>{{Cita|Pietrangeli (1981)| p. 24}}</ref>
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Via Giulia Case dei Fiorentini (1).jpg|Case dei Fiorentini
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{{Main|San Giovanni dei Fiorentini}}
[[File:San Giovanni dei Fiorentini (Roma).jpg|thumb|200px|San Giovanni dei Fiorentini]]
Nel 1519 la "Nazione" dei fiorentini ricevette da Leone X il privilegio di costruire una chiesa parrocchiale in onore di [[San Giovanni Battista]].<ref name=pie16>{{Cita|Pietrangeli (1981)| p. 16}}</ref> La chiesa sorge all'estremità settentrionale di via Giulia, nel quartiere fiorentino.<ref name=pie16/> La chiesa riflette con la sua imponenza l'immagine politica e di potere della famiglia Medici, che un tempo possedeva un palazzo proprio accanto alla chiesa. Il cantiere della chiesa, la più grande e importante di via Giulia, la cui costruzione fu iniziata all'inizio del 16°º secolo, ebbe una durata di oltre 200 anni.<ref name=pie16/>
Essa riunisce le opere di tre grandi maestri costruttori di Roma, [[Giacomo della Porta]], [[Carlo Maderno]] e [[Francesco Borromini]].<ref name=pie16/> Gli ultimi due artisti sono sepolti nella chiesa nella stessa tomba.
<ref name=pie20>{{Cita|Pietrangeli (1981)| p. 20}}</ref> L'altare, iniziato da [[Pietro da Cortona]], è stato continuato da Borromini e terminato da [[Ciro Ferri]].<ref name=pie20/>