Alessandro Manzoni: differenze tra le versioni

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Nel [[1822]], Manzoni pubblico la sua seconda tragedia ''[[Adelchi]]'', che tratta del rovesciamento da parte di [[Carlo Magno]] della dominazione longobarda in Italia, e che contiene molte velate allusioni all'occupazione [[austria|austriaca]]. In seguito Manzoni laboriosamente rielaborò ''I promessi sposi'' facendo uso dell'italiano in forma toscana, e nel [[1840]] pubblicò questa riscrittura, assieme all'opera ''[[La storia della colonna infame]]'', che riprende e sviluppa il tema degli untori e della peste, che già tanta parte aveva avuto nel romanzo precedente. Scrisse anche un breve trattato sulla lingua italiana.
 
La fine della vita di Manzoni fu rattristata da molti dispiaceri. La perdita della moglie nel [[1833]] fu seguita da quella di molti dei suoi figli, e della madre. Nel [[1837]] sposò la seconda moglie, Teresa Born, vedova del Conte Stampa. Egli sopravvisse pure a quest'ultima, mentre dei nove bambini nati dai due matrimoni solo due morirono successivamente al padre. La morte del figlio maggiore, Pier Luigi, il [[28 aprile]] [[1873]], fu il colpo finale che accelerò la fine; egli cadde ammalato immediatamente e morì di meningite cerebrale, il [[22 maggio]]. Ci fu grandissima partecipazione al solenne funerale tenutosi a Milano, erano presenti anche i principi e tutti i grandi ufficiali di stato. Nel 1874 [[Verdi]] componecompose [[Messa di requiem]], nell'anniversario della morte, per onorare la sua memoria.
 
Le prime biografie di Manzoni furono scritte da Cesare Cantò ([[1885]]), Angelo de Gubernatis ([[1879]]), Arturo Graf ([[1898]]). Una parte delle lettere di Manzoni furono pubblicate da Giovanni Sforza nel [[1882]].