Cane Maggiore: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m unica voce nella propria categoria
m Risolvo disambigua Tebe (Grecia) in Tebe (città greca antica) tramite popup
Riga 491:
Gli studiosi di miti come [[Eratostene]] e [[Igino (astronomo)|Igino]] dicevano che la costellazione rappresentava [[Lelope|Lelapo]], un cane tanto veloce che nessuna preda riusciva a sfuggirgli. Questo cane ebbe un lungo elenco di proprietari, una dei quali fu [[Procri]], figlia del Re [[Eretteo (mitologia)|Eretteo]] di [[Atene]] e moglie di [[Cefalo (mitologia)|Cefalo]], ma i resoconti di come sia venuta in possesso dell'animale non sono unanimi. Secondo una versione il cane le fu dato da [[Artemide]], dea della caccia; ma una storia più verosimile dice che Lelapo è il cane dato da [[Zeus]] a [[Europa (figlia di Agenore)|Europa]] e dal cui figlio [[Minosse]], Re di [[Creta]], fu passato a Procri. Insieme al cane le fu dato un giavellotto che non mancava mai il bersaglio; questo si dimostrò un regalo sfortunato, poiché fu con esso che il marito Cefalo l'uccise accidentalmente durante una partita di caccia.
 
Cefalo ereditò il cane e se lo portò dietro a [[Tebe (Greciacittà greca antica)|Tebe]] (nella [[Beozia]], a nord di Atene) dove una volpe malvagia stava devastando la campagna. La volpe era tanto veloce da apparire destinata a non essere mai catturata. Tuttavia il cane da caccia [[Lelapo]] era destinato ad acchiappare qualsiasi cosa gli capitasse a tiro. Scattarono tanto veloci che era difficile persino seguirli con gli occhi. Ci fu un attimo in cui sembrò che il cane fosse riuscito a stringere la sua preda fra le ganasce, ma se le ritrovò piene d'aria mentre la [[volpe di Teumesso]] riprendeva a correre con rinnovata energia. Era un paradosso senza possibilità di soluzione e allora Zeus tramutò entrambi in pietre, e sistemò il cane in cielo come il Cane Maggiore, senza la volpe.
 
Il nome Sirio viene dalla parola greca ''seiros'' che significa «che fa appassire» o «che inaridisce», molto appropriato per una cosa così splendente. Ai tempi dei [[Greci]] il suo sorgere all'alba proprio prima del [[Sole]] segnava l'inizio della parte più calda dell'estate, un periodo che da allora si chiamò [[Canicola|Giorni del Cane]] (giorni canicolari). «Abbaiando lancia fiamme e raddoppia il caldo ardente del Sole» disse Manilio, esprimendo l'opinione dei Greci e dei [[Civiltà romana|Romani]] che quella stella fosse portatrice di gran caldo. Lo scrittore dell'antica Grecia [[Esiodo]] parlò di «teste e membra essiccate da Sirio», e [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]] nelle ''[[Georgiche]]'' disse «la torrida Stella del Cane spacca i campi».