Guido Panciroli: differenze tra le versioni
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Figlio di Alberto, anch'egli giurista, nacque a Reggio Emilia il 17 aprile 1523. Studiò giurisprudenza a [[Università degli Studi di Ferrara|Ferrara]], a [[Università di Bologna|Bologna]], a [[Università degli Studi di Padova|Padova]], dove si laureò ''in utroque iure'' il 25 ottobre 1547; ma, già prima della laurea, insegnava istituzioni di diritto romano. Dopo la partenza di [[Matteo Gribaldi Moffa]], gli succedette in una delle cattedre di diritto civile. La sua fama attirò a Padova studenti da tutta Europa.<ref name=woolfson>{{cite book |title=Padua and the Tudors: English Students in Italy, 1485-1603 |last=Woolfson |first=Jonathan |date=1998 |publisher=James Clarke & Co |pages=47–50 |doi=10.3138/9781442678217}}</ref> Lasciò Padova nel 1570 per succedere, nell'[[Università degli Studi di Torino|Università di Torino]], a [[Aimone Cravetta]]. L'''Oratio habita Taurini de suo adventu'' (pubblicata a Reggio Emilia nell'ottobre 1883 per nozze) è un documento della dottrina ed eleganza del Panciroli. Tornò a Padova nel 1572: ammalatosi agli occhi, per quanto chiamato a Roma, quale consultore, da due papi, non volle più lasciarla.
Fra i molti eleganti scritti del Panciroli basti ricordare il commentario alle ''Dignitates utriusque imperii'', quattro libri ''De claris legum interpretibus'', pubblicati, dopo la morte dell'autore, dallo zio paterno Ottavio (Venezia 1637; 1655). Questa seconda opera non è scevra di errori, ma è molto ricca e ancor oggi utile, se usata con prudenza. È una storia letteraria, in cui il Panciroli tratta dei giureconsulti romani, della costituzione delle università, dei civilisti e canonisti del Medioevo e dei vescovi giuristi.
== Opere ==
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