Irene di Spilimbergo: differenze tra le versioni
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Irene era la secondogenita del Conte Adriano di Spilimbergo e della patrizia veneziana Giulia [[Da Ponte|da Ponte]] appartenente a una famiglia che aveva dato un doge: [[Nicolò da Ponte]]. Di Irene di Spilimbergo forse oggi nulla sapremmo, se nel 1561, due anni dopo la sua morte, [[Dionigi Atanagi]]<ref>Dionigi Atanagi (1510?-1573), letterato e poeta, editore e revisore di opere di classici, nato a Cagli (PU) e morto a Venezia.</ref> non avesse pubblicato una ''Vita di Irene da Spilimbergo''.<ref>Identificate nelle biblioteche italiane due edizioni ottocentesche, di cui questa: {{cita testo |autore=Dionigio Atanagi |titolo=Vita d'Irene da Spilimbergo scritta da Dionisio Atanagi da Cagli nel 1561 |data=1843 |editore=Ignazio Galeati |città=Imola|SBN =IT\ICCU\UBO\2414770}}</ref> Era il melanconico racconto della breve esistenza di una fanciulla di nobili origini, colta e raffinata, morta a ventuno anni per una malattia improvvisa e misteriosa.<ref>Dopo "esser stata 22 giorni amalata de petechie, con febbre acutissima", dai ''Memoriali'' del nonno Giovan Paolo da Ponte (Suttina, 1912-1913, pag. 145).</ref> Il libro conteneva anche una larga [[silloge]] poetica, scritta ''ad memoriam''ː 279 poesie erano in italiano e 102 in latino. Alcuni autori erano anonimi, altri invece erano note personalità, come [[Luigi Tansillo]], [[Angelo Di Costanzo]], [[Benedetto Varchi]], [[Lodovico Dolce]], [[Gian Francesco Alois]], [[Bernardo Tasso]], [[Torquato Tasso]] e [[Tiziano Vecellio]].
Il conte
=== A Venezia ===
Morto il padre quando la fanciulla aveva
Familiari di Giovan Paolo da Ponte erano [[Pietro Bembo]], Tiziano e il [[Sansovino]] che dal 1527 si era trasferito a Venezia. Attratta dalle conversazioni dotte degli intellettuali che frequentavano palazzo da Ponte, ma più ancora dall'arte di Tiziano, Irene di Spilimbergo s'incantava di fronte al dipinto dell'Assunta, nella [[Chiesa dei Frari]] e chiese e ottenne di essere ammessa nella bottega del Maestro che le consigliò di prendere come riferimento [[Giovanni Bellini]], per la dolcezza dei volti delle sue Madonne. La giovane allieva dipinse tre quadri, citati dal conte Fabio di Maniago: ''Noè entra nell'Arca'', ''Diluvio Universale'' e ''Fuga in Egitto'', tutti ispirati ai modi di [[Sofonisba Anguissola]], ma di cui oggi non si conosce l'ubicazione.
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