Derby calcistici in Piemonte: differenze tra le versioni
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Quest'inimicizia s'inasprì ulteriormente in occasione di una partita giocata sul finire del [[Campionato di calcio italiano 1928 |campionato 1927-28]], quando entrambe le squadre avevano ottenuto la qualificazione al girone finale di otto squadre assieme alle [[Torino|torinesi]], alle [[Milano|milanesi]], al [[Bologna Football Club 1909|Bologna]] e al [[Genoa]]. A cinque partite dal termine l'Alessandria, allenata da [[Carlo Carcano|Carcano]], era lanciata all'inseguimento del [[Torino Calcio|Torino]], che conduceva la classifica del girone con 4 punti di vantaggio sui grigi, ma che aveva di fronte un calendario più difficile rispetto a quello degli avversari. L'Alessandria avrebbe affrontato la trasferta di Casale e, successivamente, tre partite casalinghe, tra cui lo scontro diretto contro il Torino, prima di terminare il campionato a [[Genova]]. Discorso opposto per il Casale: ''cenerentola'' del girone, aveva all'attivo due soli punti, frutto di due pareggi ottenuti contro il [[Milan]] e a Genova.
La trasferta in [[Monferrato]] del [[1 luglio]] [[1928]] sembrava dunque dover essere una formalità per i grigi, che all'andata, il [[6 maggio]], si erano imposti per 5-1 con doppietta del leader [[Giovanni Ferrari]] e che non perdevano contro i nerostellati dall'epoca dei primi derby, nella stagione [[Campionato di calcio italiano 1914|1913-14]]; tutto lasciava presagire una nuova affermazione della squadra grigia. Il risultato del campo però sovvertì completamente i pronostici: il Casale passò presto in vantaggio, dilagò e vinse per 5-0 quella che i cronisti definirono "''una pessima gara del portiere alessandrino''". Non solo agli atterriti tifosi, ma anche ai dirigenti grigi il risultato e il comportamento dell'estremo difensore Curti (presto ceduto) parvero sospetti, anche se nessun'indagine fu mai avviata a riguardo dalla [[FIGC|Federazione]],
La sconfitta della formazione grigia, per la quale non fu più sufficiente battere per 2-1 il Torino nello scontro diretto, due settimane dopo, rilanciò i granata ai quali bastò, all'ultimo turno, il [[22 luglio]], pareggiare in casa del Milan per vincere lo [[scudetto]], mentre l'Alessandria si lasciava rimontare dal Genoa il gol del vantaggio di Ferrari in una partita decisiva ormai per il solo secondo posto. La pesantissima sconfitta di Casale, a tutt'oggi la più netta vittoria dei nerostellati in un derby, e i suoi risvolti mai chiariti erano dunque costati a quella che fu la più forte Alessandria di ogni tempo la possibilità di vincere uno scudetto che non sarebbe mai più arrivato; questo episodio influì in maniera assai importante sui già difficili rapporti tra le tifoserie.
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