Fuoco alla paglia: differenze tra le versioni
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Vive in armonia con la natura ed instaura rapporti equilibrati con le persone; mantiene uno stato di calma e tranquillità ed è un vagabondo che conta sulle stelle come unica compagnia. <ref name=":3">{{Cita libro | Raffaele | Messina | Novelle | 1993 | Marco Derva | | capitolo=Fuoco alla paglia | pp=52-53}}</ref>
=== Linguaggio ===
Una novella non va considerata come un unico blocco unitario e inscindibile, in quanto è composta da parti indipendenti che si incastrano perfettamente tra loro. Come si può notare, questa novella inizia con la descrizione del protagonista in sella alla propria asinella in procinto di tornare nel paese. Nel descrivere questa situazione viene presentato il personaggio nelle sue abitudini, nel rapporto con le persone che lo circondano e nel suo modo di essere. Quindi, per rendere più vivo il racconto, Pirandello articola la novella su due piani temporali, ovvero quello in cui si racconta del rientro a casa e quello dei fatti antecedenti alla storia raccontata.
Dal momento che l'autore preferisce focalizzarsi sull'efficacia comunicativa e sull'importanza del messaggio finale, lo stile non è effettivamente accostabile ad una scuola letteraria precisa. Ciò è evidente dal rifiuto di una lingua "regionale", esperimento già effettuato da [[Giovanni Verga]] e propugnato da [[Luigi Capuana]]. Infatti, gli pare poco adatto utilizzare un registro così circoscritto per un'ampia diffusione delle proprie idee; egli adotta, quindi, una lingua di livello medio che eviti, contemporaneamente, sia gli eccessi aulici e decorativi che quelli dialettali. <ref name=":4">{{Cita libro | Raffaele | Messina | Novelle | 1993 | Marco Derva | | capitolo=Fuoco alla paglia | pp=55-56}}</ref>
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